Buongiorno,
Chiedo il parere degli esperti su alcuni episodi capitatimi in passato e che mi lasciano perplessa.
1) Analisi di prova su latte metalliche vuote, CER 15.01.10*, cui è stato attribuito un H3 a mio parere del tutto immotivato. Giustificazione del tecnico: non era possibile non attribuirlo in quanto sulle latte era presente il pittogramma di Infiammabile, il fatto che del liquido infiammabile contenuto (acetone) non si riscontrasse traccia non era cogente.
2) Sempre su latte metalliche vuote, sempre CER 15.01.10*: tutti i valori al di sotto dei limiti previsti, classe di pericolosità attribuita "in via cautelativa": H4, H5 e rifiuto "pericoloso in base al ciclo produttivo".
A me "profana" sembrano decisioni un tantino arbitrarie. Qual è la logica alla base di queste attribuzioni?
Grazie in anticipo.
Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
- Giovane Marmotta
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Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
Sarai anche profana ma, giustamente, se non ci vedi chiaro almeno tenti di trovarne una motivazione.
Ciò premesso sono d'accordo con il tuo punto di vista: non c'è alcuna motivazione tecnica, logica o giuridica che sostenga tale referto.
Le analisi chimiche servono per avere dei riscontri oggettivi in base a valori accertati di presenza di sostanze pericolose.
Se non si trova nulla e si attribuisce la pericolosità "in via cautelativa" cioè a usma, a cosa servivano le analisi, lo si poteva decidere anche senza.
La presenza del pittogramma di infiammabile indica la pericolosità del contenuto ma non del contenitore che, di certo, ha un punto di infiammabilità >55°C.
Chi può attribuire la pericolosità di un rifiuto "in base al ciclo produttivo" è solo il produttore del rifiuto, titolare di quel ciclo produttivo, non certo il chimico che, anziché valutare dati, si è espresso a sensazioni (interessate?).
Ciò premesso sono d'accordo con il tuo punto di vista: non c'è alcuna motivazione tecnica, logica o giuridica che sostenga tale referto.
Le analisi chimiche servono per avere dei riscontri oggettivi in base a valori accertati di presenza di sostanze pericolose.
Se non si trova nulla e si attribuisce la pericolosità "in via cautelativa" cioè a usma, a cosa servivano le analisi, lo si poteva decidere anche senza.
La presenza del pittogramma di infiammabile indica la pericolosità del contenuto ma non del contenitore che, di certo, ha un punto di infiammabilità >55°C.
Chi può attribuire la pericolosità di un rifiuto "in base al ciclo produttivo" è solo il produttore del rifiuto, titolare di quel ciclo produttivo, non certo il chimico che, anziché valutare dati, si è espresso a sensazioni (interessate?).
Age quod agis
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Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
In teoria...
ma in pratica...Le analisi chimiche servono per avere dei riscontri oggettivi in base a valori accertati di presenza di sostanze pericolose.
Se non si trova nulla e si attribuisce la pericolosità "in via cautelativa" cioè a usma, a cosa servivano le analisi, lo si poteva decidere anche senza.
che tradotto, può anche voler dire: ho visto verbali elevati a carico di produttori di rifiuto e trasportatori, sulla base di tale considerazione... altro che navi da cargo in fiamme al largo dei bastioni di ..."me"...Giustificazione del tecnico: non era possibile non attribuirlo in quanto sulle latte era presente il pittogramma di Infiammabile
lexambiente fidelis
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Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
Capito... adesso che mi ci fate pensare, è un po' che non metto mano al registro dei fornitori approvatiGimi ha scritto: Chi può attribuire la pericolosità di un rifiuto "in base al ciclo produttivo" è solo il produttore del rifiuto, titolare di quel ciclo produttivo, non certo il chimico che, anziché valutare dati, si è espresso a sensazioni (interessate?).
Purtroppo il fatto non mi stupisce - e non so se il titolare avrebbe voglia di andare a processo per una cosa così, anche perché l'esito non sarebbe affatto scontato.orione ha scritto: che tradotto, può anche voler dire: ho visto verbali elevati a carico di produttori di rifiuto e trasportatori, sulla base di tale considerazione...
Non era su questo forum il gommista che avrebbe dovuto segnare sul registro di C/S tutti gli pneumatici nuovi acquistati?
Grazie a entrambi per le esaurienti risposte.
Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
Ciao @orione;orione ha scritto: ma in pratica..: ho visto verbali elevati a carico di produttori di rifiuto e trasportatori, sulla base di tale considerazione... altro che navi da cargo in fiamme al largo dei bastioni di ..."me"...
Se guardiamo quello che c'è scritto sui verbali non ci muoveremmo di casa... altro che trasportare rifiuti.
Sono e rimango dell'opinione che la valutazione di pericolosità di un rifiuto debba essere fatta sul rifiuto oggetto dell'analisi e non del suo contenuto il quale potrebbe essere una componente di valutazione qualora sia ancora presente in misura rilevabile.
Nel caso, l'analisi andava fatta sul contenitore e non su quello che ha contenuto.
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- orione
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Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
Ciao gimi, siamo pragmatici: se il produttore fa fare un'analisi seria da un laboratorio serio che certifica l'assenza di caratteristica di pericolo, non credo che l'agente di pg che ferma il trasporto per controllo possa contestare il certificato rilasciato da professionista abilitato così... ad "minchiam" ...solo sulla base del pittogramma presente sul contenitore, si tratta pur sempre di atti che fanno fede fino a prova di falso. Quindi per rispondere a giovane marmotta, la considerazione di gimi è del tutto corretta: ti sei rivolto/a ad un laboratorio per ottenere un certificato che attesti la caratteristica di pericolo o meno, devi pretendere che il lavoro sia svolto secondo i criteri professionali. L'attribuzione "cautelativa" del pericolo potevi sennò farla anche tu.
lexambiente fidelis
Re: Quesito sull'attribuzione della classe di pericolosità
concordo con orione.