Buongiorno
nell\'ambito di uno studio che sto eseguendo su impianti di recupero rifiuti biodegradabili attraverso Trattamento integrato aerobico e anaerobico, ho riscontrato che il rifiuto in ingresso all'impianto classificato dai Comuni come FORSU con codice EER 200108, sottoposto ad analisi merceologiche presenta una percentuale di materiale non compostabile o cmq non organico maggiore del 30 %.
Ciò premesso, vorrei capire se vi sono gli estremi per ipotizzare una sbagliata attribuzione del codice EER, ossia se al dilà della provenienza/origine \"raccolta differenziata\" vi sia anche un limite quantitativo di materiale organico che deve essere contenuto all\'interno del campione per essere classificato come 200108 e non 200301.
ho consultato :
- CIC, Position paper - Qualità organico da RD, 2nd version, ott’09
- linee guida ANPA RTI_CTN_RIF 1/2000
- legislazione di settore
grazie mille a tutti
classificazione rifiuti C.E.R. 200108
Re: classificazione rifiuti C.E.R. 200108
Solitamente con questi livelli di impurità gli impianti respingono il carico. Che io sappia non ci sono dei parametri per la classificazione, alcuni impianti hanno nella propria autorizzazione al funzionamento alcuni limiti che gli impongono di trattare solo determinati codici cer con una composizione merceologica definita.
Re: classificazione rifiuti C.E.R. 200108
Il CER è purtroppo corretto.
Il problema della scarsa qualità della FORSU è comune a molte realtà (es. Salerno), ma respingere un carico in un impianto che tratta urbani è procedura molto pericolosa perché si potrebbe incorrere nell'interruzione di pubblico servizio.
Temo sia una questione sulla quale il gestore dell'impianto non possa fare molto, se non "pararsi il ..." facendo continue segnalazioni a Comuni ed Enti di Controllo.
Il problema della scarsa qualità della FORSU è comune a molte realtà (es. Salerno), ma respingere un carico in un impianto che tratta urbani è procedura molto pericolosa perché si potrebbe incorrere nell'interruzione di pubblico servizio.
Temo sia una questione sulla quale il gestore dell'impianto non possa fare molto, se non "pararsi il ..." facendo continue segnalazioni a Comuni ed Enti di Controllo.