 T.A.R. Molise Sez. I n. 314 del 1 giugno 2011
T.A.R. Molise Sez. I n. 314 del 1 giugno 2011
Ambiente in genere. Autorizzazione unica e conferenza di servizi
La mancata partecipazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici alla conferenza di servizi convocata per l’esame dell’istanza di rilascio dell’autorizzazione unica (dlv 387\2003) è circostanza di per sè sufficiente ad inficiare la legittimità del provvedimento negativo reso dall’organo statale periferico in ordine alla compatibilità paesaggistica dell’opera proposta dalla società ricorrente. L’art. 12 del d. lgs. 387 del 2003 prevede che l’autorizzazione unica debba essere rilasciata a seguito di procedimento unico articolato secondo il modulo della conferenza di servizi. Si tratta di conferenza di servizi obbligatoria ed alla stessa partecipano tutte le Amministrazioni interessate. La mancata indizione della conferenza di servizi o la mancata partecipazione di amministrazioni titolari per legge di una competenza primaria, non può che comportare la illegittimità dell’autorizzazione unica in quanto ne risulta frustrata la finalità del legislatore di favorire la composizione degli interessi antagonisti attraverso la predisposizione di una sede unitaria di confronto reputata come la più idonea a superare eventuali ragioni di dissenso o di contrasto.
N. 00314/2011 REG.PROV.COLL.
 N. 00535/2010 REG.RIC.
 
 REPUBBLICA ITALIANA
 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
 Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise
 
 (Sezione Prima)
 ha pronunciato la presente
 SENTENZA
 sul ricorso numero di registro generale 535 del 2010, proposto dalla FV Montorio  srl, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso  dagli avv. Vincenzo Colalillo e Massimo Di Nezza, con domicilio eletto presso il  loro studio in Campobasso, Corso Umberto I, N. 43;
 contro
 Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in persona del Ministro pro  tempore, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise,  la Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise, la Regione  Molise in persona del Presidente pro tempore, tutti rappresentati e difesi  dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato, domiciliata per legge in Campobasso,  via Garibaldi, 124;
 
 per l'annullamento
 
 del parere non favorevole del Soprintendente per i Beni architettonici e  paesaggistici del Molise di cui alla nota n. 14294 del 15.12.10 per la  realizzazione dell'impianto fotovoltaico in territorio di Montorio nei Frentani,  località Colanicchio, nonchè di tutti gli atti preordinati, consequenziali e/o  connessi, ivi compresa la relazione istruttoria.
 
 
 Visti il ricorso ed i relativi allegati;
 Visti l’atto di costituzione in giudizio del Ministero per i Beni e le Attività  Culturali;
 Viste le memorie difensive;
 Visti tutti gli atti della causa;
 
 Relatore nell'udienza pubblica del giorno 9 marzo 2011 il dott. Luca  Monteferrante e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
 
 Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
 FATTO e DIRITTO
 La società ricorrente ha presentato un progetto per la realizzazione di un  impianto di produzione di energia elettrica alimentato da fonti rinnovabili di  tipo fotovoltaico della potenza di MWq 7.017 nel territorio del Comune di  Montorio nei Frentani, località Colanicchio, su terreno distinto in catasto al  foglio di mappa n. 1 particelle nn. 4, 95 e 96 in area destinata, dal vigente  strumento urbanistico del Comune di Montorio, a zona agricola, distante oltre  Km. 4 in linea d’aria dal centro cittadino e non attraversata da tracciati  stradali.
 
 La locale Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici anziché  partecipare alla conferenza di servizi indetta per i giorni 3.9.2010, 29.10.2010  e 16.12.2010 dall’ufficio regionale competente al rilascio dell’autorizzazione  unica ex art. 12 d. lgs. 387/2003, adottava, ai sensi e per gli effetti  dell’art. 146 del d. lgs. 42/2004, parere sfavorevole in ordine al rilascio  dell’autorizzazione paesaggistica, evidenziando la valenza agricolo rurale della  zona interessata dalla localizzazione.
 
 Avverso il parere negativo della Soprintendenza è insorta l’odierna esponente  che, con ricorso notificato in data 22.12.2010 e depositato in data 31.12.2010  ne ha chiesto l’annullamento per i seguenti motivi di censura:
 
 1. Il Soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici avrebbe agito in  modo contraddittorio: dapprima indicando nel Direttore regionale l’organo  competente a provvedere e successivamente adottando direttamente il  provvedimento impugnato. Inoltre l’area in questione sarebbe priva di interesse  archeologico sicchè dovrebbe considerarsi illegittimo il parere reso dal  Soprintendente per i Beni archeologici con nota del 9.12.2010 n. 8424 e  richiamato nel corpo del provvedimento impugnato.
 
 2. L’area interessata dalla localizzazione sarebbe scarsamente rilevante dal  punto di vista paesaggistico non configurando un quadro agricolo-rurale  meritevole di tutela. Inoltre la normativa di riferimento (art. 12, commi 1 e 7,  del d. lgs. 387/2003 e art. 5 DM 19.2.2007) prevede espressamente la  compatibilità delle aree classificate come agricole con la localizzazione di  impianti fotovoltaici, annoverati tra le opere di pubblica utilità la cui  realizzazione è ritenuta indifferibile ed urgente.
 
 3. La Soprintendenza avrebbe omesso di rendere le valutazioni di competenza  nella sede della conferenza di servizi all’uopo convocata, come pure di  specificare le modifiche progettuali che avrebbero consentito di realizzare  l’intervento, come prescritto dall’art. 49 del decreto legge n. 78 del 31.5.2010  convertito in legge n. 122 del 30.7.2010.
 
 4. La Regione, quale organo competente a svolgere l’istruttoria per il rilascio  dell’autorizzazione paesaggistica, avrebbe omesso di condurre le verifiche  previste dall’art. 146 del d. lgs. 42/2004.
 
 5. La Soprintendenza, nell’adottare il provvedimento impugnato, avrebbe omesso  di comparare l’interesse paesaggistico con quello all’approvigionamento  energetico tutelato dalla normativa interna di recepimento di accordi  internazionali (protocollo di Kyoto).
 
 La società ricorrente ha altresì proposto domanda risarcitoria per i danni  conseguenti all’aumento dei costi di realizzazione dell’impianto ed al mancato  guadagno nel periodo di mancato funzionamento.
 
 Si è costituito in giudizio il Ministero per i Beni e le Attività culturali per  contestare la fondatezza delle censure ex adverso articolare, concludendo per la  reiezione del gravame.
 
 Alla pubblica udienza del 9 marzo 2011 la causa è stata trattenuta in decisione  previo deposito di memoria difensiva conclusiva con cui la società ricorrente ha  ulteriormente illustrato le proprie tesi difensive.
 
 Il ricorso è fondato.
 
 Carattere dirimente ed assorbente riveste il motivo di censura con il quale la  società ricorrente si duole del fatto che la locale Soprintendenza dei beni  architettonici e paesaggistici avrebbe reso il parere di competenza prescritto  dall’art. 146 del d. lgs. 42/2004 al di fuori della conferenza di servizi  convocata dall’organo regionale procedente.
 
 La società ricorrente riferisce infatti che la Regione Molise al fine dell’esame  della domanda di rilascio dell’autorizzazione unica per la localizzazione  dell’impianto fotovoltaico in questione avrebbe indetto una conferenza di  servizi per il giorno 3.9.2010 - i cui lavori sono proseguiti nella riunione del  29.10.2009 ed in quella del 16.12.2010 - senza tuttavia che la Soprintendenza vi  prendesse parte.
 
 Non sono state depositate in atti le note di indizione e di successiva  riconvocazione della conferenza di servizi cui sarebbe stata invitata anche la  Soprintendenza ma l’allegazione di parte ricorrente sul punto non è stata  contestata dalla difesa erariale sicchè, in applicazione del principio generale  di non contestazione, può darsi per provato che una tale affermazione risponda  al vero, senza necessità di ordinare il deposito della predetta documentazione.
 
 La mancata partecipazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e  Paesaggistici alla conferenza di servizi convocata per l’esame dell’istanza di  rilascio dell’autorizzazione unica è circostanza di per sè sufficiente ad  inficiare la legittimità del provvedimento negativo reso dall’organo statale  periferico in ordine alla compatibilità paesaggistica dell’opera proposta dalla  società ricorrente.
 
 Questo TAR con sentenza n. 98 del 8 marzo 2011 ha infatti chiarito che “l’art.  12 del d. lgs. 387 del 2003 prevede che l’autorizzazione unica debba essere  rilasciata a seguito di procedimento unico articolato secondo il modulo della  conferenza di servizi. Si tratta di conferenza di servizi obbligatoria atteso  che ai sensi del comma 3 deve essere necessariamente convocata dalla regione  entro trenta giorni dal ricevimento della domanda di autorizzazione ed alla  stessa, ai sensi del successivo comma 4, “partecipano tutte le Amministrazioni  interessate”. La mancata indizione della conferenza di servizi o la mancata  partecipazione di amministrazioni titolari per legge di una competenza primaria,  non può che comportare la illegittimità dell’autorizzazione unica in quanto ne  risulta frustrata la finalità del legislatore di favorire la composizione degli  interessi antagonisti attraverso la predisposizione di una sede unitaria di  confronto reputata come la più idonea a superare eventuali ragioni di dissenso o  di contrasto”.
 
 Con la stessa sentenza il collegio ha ritenuto di condividere l’orientamento  giurisprudenziale secondo cui “il parere espresso dalla Soprintendenza al di  fuori della conferenza di servizi è illegittimo per incompetenza assoluta alla  stregua di atto adottato da un’autorità amministrativa priva di potere in  materia (cfr. T.A.R. Sicilia Palermo, I, 2 febbraio 2010, n. 1297 e 20 gennaio  2010, n. 578 nonché C.G.A.R.S. ordinanza 14 ottobre 2009, n. 1032 e 11 aprile  2008, n. 295)”.
 
 Le predette considerazioni sono oggi avvalorate dal contenuto degli articoli  14-ter, comma 3-bis, e 14-quater, primo comma, della legge n. 241 del 1990 nel  testo risultante dalle modifiche introdotte con il Decreto Legge n. 78 del 31  maggio 2010 che, come è noto, hanno previsto, rispettivamente, che se le opere  da autorizzare in Conferenza di servizi sono sottoposte anche ad autorizzazione  paesaggistica il “soprintendente si esprime, in via definitiva, in sede di  conferenza di servizi, ove convocata in ordine a tutti i provvedimenti di sua  competenza ai sensi del D.Lvo 22 gennaio 2004 n.42” ed, inoltre, che il parere  in questione “a pena di inammissibilità deve essere manifestato nella conferenza  di servizi, deve essere congruamente motivato, non può riferirsi a questioni  connesse che non costituiscono oggetto della conferenza e deve recare le  specifiche indicazioni delle modifiche progettuali necessarie ai fini  dell’assenso”.
 
 Il precedente richiamato è stato successivamente confermato dalla sezione con  sentenza n. 109 del 10 marzo 2011.
 
 Ne discende che il parere reso dal Soprintendente al di fuori della conferenza  di servizi indetta dall’organo regionale deve ritenersi illegittimamente  assunto.
 
 Alla luce dei principi richiamati il ricorso va pertanto accolto con conseguente  annullamento del parere della Soprintendenza impugnato.
 
 La domanda risarcitoria deve invece essere respinta in quanto articolata in modo  generico, senza neppure quantificare le poste di danno asseritamente patite in  conseguenza del ritardo nel rilascio dell’autorizzazione unica.
 
 Sussistono giusti motivi per disporre la compensazione integrale delle spese di  giudizio tenuto conto che il Tribunale solo di recente si è pronunciato sulla  questione di diritto ritenuta dirimente ai fini del decidere.
 P.Q.M.
 Il Tribunale amministrativo regionale del Molise, definitivamente pronunciando  sul ricorso, come in epigrafe proposto:
 
 -lo accoglie in parte e, per l’effetto, annulla il provvedimento impugnato;
 
 - respinge la domanda risarcitoria;
 
 - compensa le spese di giudizio tra le parti.
 
 Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
 
 Così deciso in Campobasso nella camera di consiglio del giorno 9 marzo 2011 con  l'intervento dei magistrati:
 
 Goffredo Zaccardi, Presidente
 Orazio Ciliberti, Consigliere
 Luca Monteferrante, Primo Referendario, Estensore
 
 L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE
 
 
 DEPOSITATA IN SEGRETERIA
 Il 01/06/2011
 
                    




