Ridurre il CO_2 non è dannoso
di Luigi Antonio PEZONE

 

Per puro caso mi sono imbattuto in rete con un articolo del Prof. Franco Battaglia pubblicato su “il Giornale.it” del 01/10/2009 dal titolo “Ridurre il CO_2 è dannoso”. In questo articolo il professore, rivolgendosi al ministro dell’ambiente, asserisce: Non so cosa le dicano i suoi consiglieri scientifici, ma è bene che lei sappia che ogni programma di riduzione di CO_2 è dannoso, impossibile e inutile. Sintetizzando l’articolo, il prof. Spiega che: 1) il danno è dovuto al fatto che  l’86% delle nostre attività produce CO_2 . Non possiamo sopravvivere senza queste attività che ci sfamano e ci danno benessere. 2) l’impossibilità è dovuta al fatto che non possiamo riuscire a ridurre le emissioni di oltre il  2% mentre gli obbiettivi per il nostro Paese erano de 20%! 3) l’inutilità della riduzione del CO_2 è dovuta al fatto che il clima non può essere governato un solo parametro ( l’emissione antropica di CO_2 ). Il sottoscritto concorda con le opinioni  del professore, docente di chimica ambientale all’università di Modena e autore di ben 14 testi di alto livello scientifico. Tuttavia non è d’accordo con il catastrofismo del professore, ritenendo che ci sia  un’altra via per la riduzione delle emissioni di CO_2 eco compatibile, che tutti hanno trascurato e continuano trascurate, nonostante il tentativo del sottoscritto di diffonderla attraverso la stampa, la rete, Facebook. Questa soluzione si chiama “depurazione globale” perché riguarda tutto l’ambiente attraverso la depurazione di tutte le acque dolci e l’alcalinizzazione di quelle fluviali che andrebbero a contrastare l’acidificazione in corso degli oceani, i quali, una volta raggiunto il vecchio equilibrio bicarbonatico, assorbirebbero CO_2 atmosferico per precipitarlo insieme al calcio in eccesso nei fondali marini. Questa soluzione non è altro che il potenziamento artificiale della pompa oceanica che per milioni di anni ha funzionato trasportando agli oceani i carbonati e bicarbonati che i fiumi nel loro percorso riuscivano a trasportare attraverso fenomeni naturali (La CO_2 presente nell’atmosfera a contatto con rocce silicee e calcaree le degrada producendo dei carbonati  che vengono trasportati  dalle piogge nei fiumi e da questi  agli oceani dove, trovando un  ambiente  alcalino, precipitano sottoforma di  carbonato di calcio (CaCO_3 ), realizzando una delle più importanti  funzioni di rimozione del CO_2 dall’atmosfera  eco compatibili, per depositarlo nei sedimenti oceanici). Oggi, con le emissioni antropiche, il funzionamento naturale della pompa oceanica non è sufficiente. Inoltre, con le acque dei fiumi e dei laghi  inquinate, buona parte del carbonato  non giunge a destinazione, consumato lungo il percorso da processi biologici come la nitrificazione,  acidificazioni  di sostanze organiche, eutrofizzazione, ecc.. La parte di carbonati che  arriva nel mare non trovando un ambiente abbastanza alcalino non precipita, va a legarsi al CO_2 allo stato libero per incrementare la quota di  bicarbonato solubile. Quindi, l’assorbimento di CO_2 da parte dell’oceano non avviene per precipitazione dei carbonati, come dovrebbe avvenire, ma per una eccesiva  produzione di plancton con i  relativi effetti collaterali.  Questa operazione, stando ai semplici calcoli stechiometrici, non dovrebbe essere conveniente se si pensa che l’ossido di calcio utilizzato per il processo viene ricavato dalle rocce calcaree e che per la produzione di  1 kg di  CaO sono necessari da 1,4 - 2,2 kg  di roccia  che  comporta  l’emissione di  0, 79 kg di CO_2 , a cui vanno aggiunte le emissioni del combustibile fossile per riscaldare le pietre alla temperatura di circa 1000 ^o C. Tuttavia, ai fini ambientali, il Cao consumato, sarà ripagato con rendimenti più che esponenziali.  Basti pensare che la velocità con la quale procede  l’acidificazione degli oceani sta superando ampiamente i modelli matematici predisposti dagli scienziati. Non possiamo dire che gli scienziati non hanno saputo fare il loro lavoro. Certamente nell’elaborazione dei modelli hanno considerato tutti i fattori noti che influenzano il fenomeno e le  leggi fisico chimiche che li governano, tuttavia i calcoli sono stati sbagliati in notevole difetto. Adesso gli scienziati hanno aggiustato il tiro e dichiarano che già i  nostri figli avranno il triste privilegio di vedere  l’irreversibilità di questo fenomeno.  Continua la lotta tra allarmisti che  esortano alla riduzione delle emissioni, che però non sanno dove mettere le mani, e realisti, come il professor Battaglia, che si rendono conto che la riduzione delle emissioni dalle attività dell’uomo può essere effettuata solo in minima parte, quasi insignificante. Per il momento, nessuno prende in considerazione la terza via, proposta del sottoscritto, che salverebbe capre e cavoli, riducendo le emissioni di CO_2  in modo ecocompatibile senza frenare lo sviluppo industriale.

In questo breve articolo non è possibile scendere nel dettaglio della depurazione globale e in particolare dei trattamenti  fluviali, poiché occorrerebbero almeno una quarantina di pagine, ma gli impianti che potrebbero fare in futuro questo lavoro sono pubblicati in un articolo in dottrina sul sito www.lexambiente.it dal titolo “DEPURATORI COPERTI PER ACQUE FLUVIALI E URBANE CON CONSUMO DI CO_2 E PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA SOLARE NEL CONTESTO DI UNA DEPURAZIONE GLOBALE”. Il link è disponibile nelle pagine di facebook  del sottoscritto. L’ubicazione di questi impianti potrebbe avvenire sui fiumi stessi, poco prima della foce, oppure  nel mare, realizzando delle penisole  artificiali.

Luigi Antonio Pezone