L'attività di ARPA Lombardia sul fronte delle indagini di polizia giudiziaria: il caso dell'"aliquota reati contro l'ambiente e la salute" istituita alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio

di Davide CORBELLA

Dal 01.02.2010 alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, grazie alla sensibilità dell’allora Avvocato Generale della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Milano Dott.ssa Laura Bertolè Viale e dell’allora Procuratore della Repubblica Dott. Francesco Dettori, è stata istituita, all’interno della Sezione di Polizia Giudiziaria, l’ “Aliquota reati contro l’Ambiente e la Salute” (d’ora in poi denominata “Aliquota”) con competenza in merito ai seguenti reati:

  • inquinamento del suolo, del sottosuolo, dell’acqua, dell’aria, elettromagnetico, olfattivo e acustico,

  • rifiuti (discariche, smaltimento, combustione, traffici e trasporto, depositi incontrollati, normativa sui rifiuti radioattivi ecc.),

  • aziende ad alto rischio di incidente rilevante,

  • aziende soggette ad autorizzazione integrata ambientale (AIA) e ad autorizzazione unica ambientale (AUA),

  • incendi boschivi e di impianti produttivi,

  • polizia urbanistico-edilizia e conglomerati cementizi armati,

  • vincoli paesaggistici, architettonici e artistici,

  • polizia idraulica,

  • polizia forestale, frane e dissesti idrogeologici,

  • polizia mineraria e coltivazione di cava,

  • tutela degli animali da maltrattamenti o inidonee detenzioni,

  • polizia venatoria, detenzione armi a tal fine e bracconaggio,

  • somministrazione agli animali di sostanze dopanti in occasione di competizioni sportive,

  • normativa CITES (import/export animali e vegetali di specie in via d’estinzione o pericolose),

  • polizia ittica e somministrazione per l’alimentazione di specie ittiche vietate,

  • tutela delle aree protette, degli ecosistemi, dei siti di importanza comunitaria (SIC) e degli habitat naturali,

  • igiene e sicurezza alimentare, frodi, adulterazioni e contraffazioni di alimenti,

  • farmaci, integratori e sostanze dopanti,

  • mangimi per l’alimentazione animale,

  • sicurezza nei luoghi di lavoro, malattie professionali e infortuni sul lavoro,

  • intossicazioni da monossido di carbonio e normativa in materia di impianti a gas,

  • normativa inerente l’amianto,

  • reati di falso e contro la pubblica amministrazione legati agli ambiti di cui sopra.

L’Aliquota è diretta dal Procuratore della Repubblica ed è stata coordinata, sin dalla sua istituzione nel 2010, dallo scrivente (nel frattempo assunto da ARPA Lombardia a far data 01.02.2018); vi fanno parte, altresì, un ufficiale di polizia giudiziaria dipendente dall’Agenzia di Tutela della Salute Insubria e un agente di polizia giudiziaria della Polizia Locale del Comune di Fagnano Olona.

ARPA Lombardia è stata, infatti, tra le prime agenzie nel panorama nazionale a dare concreta attuazione all’art. 14 comma 7° della L. 132/2016, che ha consentito ai legali rappresentanti delle singole Agenzie di protezione ambientale di individuare e nominare, tra i propri dipendenti, ufficiali di polizia giudiziaria.

L’attività svolta dall’Aliquota si è concretizzata, sino ad oggi, in:

  • ausilio al P.M. nella fase di iscrizione del fascicolo,

  • acquisizione del casellario giudiziale e del certificato anagrafico (qualora mancanti),

  • verifica al RE.GE./S.I.C.P. di eventuali altri fascicoli a carico del medesimo indagato o inerenti il medesimo fatto per eventuali riunioni in caso di fatti connessi o collegati,

  • predisposizione delle bozze dei provvedimenti per la trasmissione dei fascicoli ad altra A.G. nei casi di incompetenza, per materia o territorio, della Procura della Repubblica di Busto Arsizio,

  • contatti con la P.G. o con il difensore per il deposito di eventuali seguiti o istanze,

  • studio del fascicolo con approfondimenti dottrinali e giurisprudenziali e con predisposizione della delega di indagine (ivi compresa la redazione di bozza dei Decreti di perquisizione, ispezione, acquisizione tabulati telefonici, sequestro probatorio, accertamenti urgenti ed irripetibili quali prelievo di campioni ecc., e ciò in caso di istruttoria incompleta da parte dell’Organo segnalante),

  • eventuale sollecito al deposito delle indagini,

  • esame degli atti di indagine depositati a seguito di delega,

  • predisposizione delle bozze di richieste di sequestro preventivo,

  • cura dell’esecuzione dell’Ordinanza applicativa della misura cautelare reale,

  • predisposizione delle bozze di declaratoria d’urgenza del P.M. (o di richiesta di declaratoria d’urgenza al GIP) ex artt. 2 L. 742/69 e 240 bis disp. att. c.p.p.,

  • stesura di bozza della memoria del P.M. in caso di ricorso al Tribunale del Riesame o di richiesta di dissequestro al GIP,

  • interrogatorio dell’indagato o assunzione diretta di dichiarazioni testimoniali ex art. 351 c.p.p. nei casi in cui il P.M. non ritenga di delegare all’esterno tali atti,

  • predisposizione di bozza del provvedimento definitorio, ovvero stesura:

  • della richiesta di archiviazione,

  • dell’invito all’oblazione e del successivo relativo parere del P.M. - previo accertamento circa l’eliminazione delle conseguenze dannose derivanti dal reato,

  • di bozza del consenso del P.M. alla messa in prova ex artt. 168 bis e ss. c.p.,

  • di bozza della richiesta di Decreto Penale di condanna, dell’Avviso ex art. 415 bis c.p.p. con assistenza al difensore nella fase di richiesta di accesso agli atti e incontri con il medesimo prodromici a eventuali richieste di riti alternativi – onde consentire al P.M. di esaminare solo istanze complete e già accoglibili,

  • di bozza del Decreto di Citazione Diretta a Giudizio o della Richiesta di Rinvio a Giudizio e della Lista Testi,

  • informativa all’INAIL sull’esercizio dell’azione penale in caso di infortuni sul lavoro ex art. 61 D.Lgs 81/08,

  • informativa alla pubblica amministrazione, al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, ai Ministeri e alla Regione, nei casi previsti dall’art. 129 disp. att. c.p.p. nei casi di esercizio dell’azione penale ivi previsti,

  • informativa al Procuratore Nazionale Antimafia, al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello e all’Agenzia delle Entrate quando si procede ad indagini per i delitti contro l’ambiente previsti dall’art. 118 bis disp. att. c.p.p.,

  • incontri con i Vice Procuratori Onorari d’udienza per l’esame congiunto dei casi più significativi e delicati,

  • redazione di bozza dei ricorsi in Appello e in Cassazione nei confronti di Sentenze assolutorie nei casi più significativi.

Dalla sua istituzione a oggi all’Aliquota sono stati assegnati 6710 fascicoli e il personale di polizia giudiziaria ad essa applicato ha evaso l’82,5% degli stessi.

Occorre precisare, peraltro, che, per quel che concerne i fascicoli ancora in fase di indagine, per molti di essi non è comunque, allo stato, possibile una loro definizione poiché i relativi procedimenti sono “sospesi” ope legis ex art. 23 D.Lgs 758/94 (contravvenzioni in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro), ovvero ex artt. 318 bis e ss. D.Lgs 152/2006 (contravvenzioni in materia ambientale), per le quali si attende esito ottemperanza alle prescrizioni e pagamento della sanzione, ovvero ex art. 45 D.P.R. 380/01 (contravvenzioni edilizie per le quali pende la pratica di sanatoria).

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio è stato sperimentato, grazie alla presenza dell’Aliquota, un protocollo d’intervento tra Autorità Giudiziaria, Forze di Polizia ed Enti Locali, che ha consentito di ottenere rilevanti risultati.

L’Aliquota ha, infatti, garantito il necessario coordinamento con le FF.OO. (in primis CFS prima, Carabinieri Forestali poi, NOE, NAS, NIL, Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei C.C., Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizie Locali, Guardia Parco) e gli Organi di protezione dell’ambiente e della salute (ARPA, ATS – in Lombardia le ASL sono denominate ATS, Uffici Tecnici Comunali, Soprintendenze, Enti Parco, Ispettorato del Lavoro, Vigili del Fuoco ecc.).

Il personale dell’Aliquota ha svolto attività di docenza nell’ambito di corsi di formazione, specializzazione e aggiornamento organizzati da diverse istituzioni pubbliche (C.F.S., Polizie Locali e Uffici Tecnici Comunali, Vigili del Fuoco, ARPA ed UU. PP. GG. dei Nuclei Alimenti, Veterinario, Infortuni delle ATS, nonché presso diversi Ordini Professionali e Atenei per Consulenti Tecnici e Consulenti Tecnici di Parte) e presso diverse Associazioni di Volontariato.

Si è registrato un significativo utilizzo della misura cautelare reale del sequestro preventivo di aree e mezzi al fine di evitare la reiterazione dei reati e l’aggravamento degli stessi, nonché la confisca definitiva nei casi di legge.

Tutte le Ordinanze di sequestro preventivo chieste e ottenute dal G.I.P. sono state confermate dal Tribunale del Riesame e dalla Suprema Corte di Cassazione e sono state trascritte nei registri immobiliari per evitare che tali beni venissero indicati a garanzia per ottenere mutui agevolati o aiuti comunitari.

In taluni casi si è ricorso all’applicazione della misura coercitiva personale degli arresti domiciliari e obbligo/divieto di dimora in occasione di violazione dei sigilli aggravata, allorquando le attività illecite sono proseguite nonostante il sequestro.

Particolare attenzione è stata data alle cave, alle discariche ed al movimento terra, anche a seguito della direttiva del Ministero dell’Interno 23.06.2010 che inserisce tali attività tra quelle soggette a controllo preventivo antimafia perché a rischio di infiltrazioni criminali.

Con provvedimento del Presidente del Tribunale e del Procuratore della Repubblica alcuni reati contro l’ambiente e la salute sono stati inseriti tra quelli in ordine ai quali, ai sensi dell’art. 132 bis disp. att. c.p.p., è prevista la trattazione e la fissazione delle udienze con priorità, onde tentare di scongiurare il rischio prescrizione.

Con la collaborazione degli Enti Locali è stata avviata l’opera di ricognizione sul territorio e di “stimolo” al fine di giungere alla demolizione d’ufficio delle opere edili abusive nel caso in cui, a seguito dell’irrevocabilità della Sentenza, non vi abbia provveduto il condannato. Su tale fronte appare utile evidenziare che numerosi interventi di demolizione e/o ripristino dello stato dei luoghi sono stati eseguiti dagli indagati a seguito della costante attività di controllo delegata alle Polizie Locali, ancor prima della Sentenza di condanna, al fine di ottenere l’estinzione del reato paesaggistico ex art. 181 1° c. quinquies D.Lgs 42/2004, ovvero la concessione di attenuanti generiche.

E’ stato dato forte impulso all’uso delloblazione e dell’oblazione speciale ex artt. 162 e 162 bis c.p. nei procedimenti per reati “formali” di non particolare gravità, allorquando non vi erano (o erano già state eliminate a seguito di controlli di ARPA disposti dalla Procura) le conseguenze dannose derivanti dal reato.

Così facendo si è ottenuto il risultato di non appesantire i ruoli delle udienze con procedimenti “minori” e, al contempo, di ottenere cospicui introiti di denaro nella casse dell’erario, comminare concrete e tempestive sanzioni, ancorchè di sola natura pecuniaria, ed evitare la prescrizione quasi certa dei reati.

La decisione lungimirante di ARPA Lombardia di applicare all’Aliquota, su richiesta dell’Autorità Giudiziaria e ai sensi degli artt. 5 comma 2° e 8 comma 6° disp. att. c.p.p., un ufficiale di polizia giudiziaria nel frattempo assunto dall’Agenzia medesima, ha certamente contribuito ad addivenire alla predisposizione e alla sottoscrizione intervenuta il 18.07.2018, da parte del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Milano, di tutti i Procuratori della Repubblica del Distretto, nonché dei vertici di ARPA Lombardia, del NOE di Milano e dei Carabinieri Forestali della Lombardia, del Protocollo di Intesa per l’omogenea applicazione della disciplina penale prevista per i reati ambientali, con particolare riferimento al procedimento di estinzione delle contravvenzioni di cui alla Parte IV bis del D.Lgs 152/2006.