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MINISTERO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE DECRETO 5 maggio 2006
Individuazione dei rifiuti e dei combustibili derivati dai rifiuti ammessi a beneficiare del regime giuridico riservato alle fonti rinnovabili.

Gazzetta Ufficiale N. 125 del 31 Maggio 2006

 

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IL MINISTRO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE

di concerto con

IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

Premesso che l'art. 17, comma 3, del decreto legislativo
29 dicembre 2003, n. 387, dispone che il Ministro delle attivita'
produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio, sentite le competenti Commissioni parlamentari e
d'intesa con la Conferenza unificata, adotta un decreto con il quale
sono individuati gli ulteriori rifiuti e combustibili derivati dai
rifiuti ammessi a beneficiare, anche tramite il ricorso a misure
promozionali, del regime giuridico riservato alle fonti rinnovabili
e, inoltre, sono stabiliti i valori di emissione consentiti alle
diverse tipologie di impianto utilizzanti i predetti rifiuti e
combustibili derivati dai rifiuti, unitamente alle modalita' con le
quali viene assicurato il rispetto della gerarchia comunitaria di
trattamento dei rifiuti, di cui al decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22, in particolare per i rifiuti a base di biomassa;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, contenente
norme in materia ambientale, con il quale, tra l'altro, e' stato
abrogato il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, pur
mantenendo vigenti i relativi provvedimenti attuativi sino
all'entrata in vigore dei corrispondenti provvedimenti attuativi
previsti dalla parte quarta del medesimo decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152;
Visto il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, recante
l'attuazione della direttiva n. 96/92/CE recante norme comuni per il
mercato interno dell'energia elettrica e successive modificazioni e
aggiornamenti;
Visto il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, di
attuazione della direttiva n. 2001/77/CE relativa alla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel
mercato interno dell'elettricita';
Visto il decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133, di attuazione
della direttiva n. 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
del 4 dicembre 2000 in materia di incenerimento dei rifiuti;
Vista la deliberazione del Comitato interministeriale dei prezzi
29 aprile 1992, n. 6;
Compiuto il procedimento finalizzato alla resa del parere delle
competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della
Repubblica;
Vista l'intesa della Conferenza unificata, di cui all'art. 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, resa nella seduta del
1° marzo 2006;
Considerato che, in base al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, il sistema della raccolta differenziata e selettiva dei rifiuti
ha la finalita' di promuovere, nell'ordine, il riutilizzo, il riciclo
e la valorizzazione energetica dei rifiuti, e che, pertanto, il
passaggio dei rifiuti, in particolare dei rifiuti a base di biomassa,
per tale sistema rappresenti un mezzo idoneo a promuovere il rispetto
della gerarchia comunitaria di trattamento di tali rifiuti;
Ritenuto che la gerarchia comunitaria di trattamento dei rifiuti
debba essere interpretata nel senso di favorire la riduzione dei
rifiuti destinati allo smaltimento, e che, allo stato delle tecniche
di riutilizzo e riciclo, per talune tipologie di rifiuti, la
valorizzazione energetica sia preferibile allo smaltimento, e
rappresenti un adeguamento alla gerarchia comunitaria di trattamento
dei rifiuti;
Ritenuto che la promozione della valorizzazione energetica dei
combustibili derivati dai rifiuti individuati dalle norme tecniche
UNI 9903-1 negli impianti che utilizzano biomasse e rifiuti a base di
biomassa costituisca misura promozionale volta a favorire lo
smaltimento del combustibile derivato dai rifiuti prodotto e non
impiegato, e costituisca anche uno strumento per incrementare la
quantita' di prodotti combustibili impiegabili nelle predette
tipologie di impianto, in modo da favorire la destinazione dei
rifiuti a base di biomassa al riutilizzo e al riciclo;
Decreta:

Art. 1.
F i n a l i t a'

1. Ai sensi dell'art. 17, comma 3, del decreto legislativo
29 dicembre 2003, n. 387, il presente decreto:
a) individua i rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti che,
in aggiunta a quelli indicati nell'art. 17, comma 1, del medesimo
decreto legislativo, sono ammessi a beneficiare, anche tramite il
ricorso a misure promozionali, del regime giuridico riservato alle
fonti rinnovabili;
b) stabilisce i valori di emissione consentiti alle diverse
tipologie di impianto utilizzanti i predetti rifiuti e combustibili
derivati dai rifiuti;
c) stabilisce le modalita' con le quali viene assicurato il
rispetto della gerarchia comunitaria di trattamento dei rifiuti, di
cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in particolare per
i rifiuti a base di biomassa.
2. Restano ferme le esclusioni di cui al comma 2 dell'art. 17 del
decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.
3. Agli impianti di produzione di energia elettrica alimentati dai
rifiuti di cui al presente decreto si applica l'art. 12 del decreto
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, fatte salve le disposizioni
normative di recepimento della direttiva n. 2001/77/CE, stabilite
dalle regioni a statuto speciale e dalle province autonome di Trento
e Bolzano.

Art. 2.
Individuazione dei rifiuti ammessi al regime giuridico riservato alle
fonti rinnovabili

1. In aggiunta ai rifiuti di cui all'art. 17, comma 1, del decreto
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sono ammessi a beneficiare del
regime giuridico riservato alle fonti rinnovabili i rifiuti e
combustibili derivati dai rifiuti elencati nell'allegato 1, nel
rispetto delle disposizioni del presente decreto.
2. I soggetti che eserciscono impianti per la produzione di energia
elettrica utilizzanti, in tutto o in parte, rifiuti ammessi al regime
giuridico riservato alle fonti rinnovabili, e che intendono ottenere
i certificati verdi di cui all'art. 2, comma 1, lettera o), del
decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, presentano richiesta al
Gestore della rete di trasmissione nazionale, con le modalita'
stabilite dalle direttive di cui all'art. 11, comma 5, del decreto
legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni e
aggiornamenti, con particolare riguardo al disposto del decreto di
cui all'art. 20, comma 8, del decreto legislativo 29 dicembre 2003,
n. 387.

Art. 3.
Modalita' per il rispetto della gerarchia comunitaria di trattamento
dei rifiuti

1. Il rispetto della gerarchia comunitaria di trattamento dei
rifiuti di cui all'allegato 1, sub-allegato A, e' assicurato mediante
la valorizzazione energetica. La produzione energetica degli impianti
che utilizzano i predetti rifiuti ha diritto ai certificati verdi
nella misura stabilita nelle direttive di cui all'art. 11 del decreto
legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni e
aggiornamenti, con particolare riguardo al disposto del decreto di
cui all'art. 20, comma 8, del decreto legislativo 29 dicembre 2003,
n. 387.
2. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, il Ministro delle attivita' produttive e il
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio concludono uno o
piu' accordi di programma con le associazioni maggiormente
rappresentative dei soggetti che effettuano raccolta differenziata e
selettiva di rifiuti, di cui all'allegato 1, sub allegato B, dei
soggetti che effettuano il riutilizzo e il riciclo dei medesimi
rifiuti, e dei soggetti che eserciscono impianti di valorizzazione
energetica dei medesimi rifiuti. L'accordo e' finalizzato alla
individuazione di specifiche tipologie di rifiuti, di cui
all'allegato 1, sub-allegato B, per i quali sono definiti termini,
condizioni e modalita' per la destinazione dei medesimi rifiuti alle
attivita' di riutilizzo, riciclo e valorizzazione energetica, nel
rispetto della gerarchia comunitaria di trattamento degli stessi. Al
termine del periodo di vigenza dell'accordo, le parti possono
protrarne la validita', anche modificandone i termini. La stipula
dell'accordo di programma di cui al presente comma, la cui efficacia
e' subordinata all'intesa con la Conferenza unificata, e' comunque
condizione necessaria e propedeutica perche' i soggetti che
utilizzano per il recupero energetico i rifiuti di cui all'allegato
1, sub allegato B, abbiano diritto ai certificati verdi nella misura
stabilita dalle direttive di cui all'art. 11 del decreto legislativo
16 marzo 1999, n. 79, e successive modifiche e aggiornamenti, con
particolare riguardo al disposto del decreto di cui all'art. 20,
comma 8, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.
3. Non si applica il disposto di cui al comma 2 ma la disciplina di
cui al comma 1:
a) quando i rifiuti siano utilizzati per recupero di energia
nello stesso sistema produttivo locale o distretto industriale, di
cui alla legge 5 ottobre 1991, n. 317, e successive modificazioni e
integrazioni, nel quale i rifiuti sono stati prodotti;
b) qualora per recupero di energia siano utilizzati gli scarti ed
i sovvalli provenienti dal trattamento dei rifiuti finalizzato al
recupero di materia tramite le operazioni di recupero comprese dal
punto R2 al punto R9 dell'allegato C alla parte quarta del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
4. La produzione di elettricita' da impianti che impiegano rifiuti
che, in base all'accordo di cui al comma 2 e alle relative
condizioni, sono destinati prioritariamente al riutilizzo e al
riciclo, non ha diritto alla elevazione del periodo di rilascio dei
certificati verdi, di cui alle direttive ai sensi dell'art. 11 del
decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni
e aggiornamenti.
5. La cessazione del diritto alla elevazione del periodo di
rilascio dei certificati verdi, di cui al precedente comma 4, si
applica solo alla produzione di energia elettrica da impianti che,
alla data di stipula dell'accordo di cui al comma 2, non abbiano
ancora ottenuto la qualifica di cui alle direttive previste dall'art.
11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive
modificazioni e aggiornamenti.
6. Entro un anno dalla data di pubblicazione del presente decreto,
e successivamente entro il 30 giugno di ciascun anno, i soggetti che
effettuano operazioni di recupero di energia e di materia dai rifiuti
di cui all'allegato 1, sub-allegato B, trasmettono all'Agenzia per la
protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici e alle regioni,
anche attraverso le rispettive associazioni di categoria, i dati,
relativi all'anno precedente, inerenti le quantita' e le tipologie
prodotti e/o utilizzati in una delle operazioni di recupero di cui ai
punti da R2 a R9 dell'allegato C alla parte quarta del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dei rifiuti individuati in
allegato 1, sub-allegato B, disaggregati su base regionale. Entro i
medesimi termini, i soggetti che effettuano attivita' di importazione
e/o di esportazione di rifiuti ai sensi del regolamento (CEE) n.
259/93 trasmettono all'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per
i servizi tecnici e alle regioni, anche attraverso le rispettive
associazioni di categoria, i dati, relativi all'anno precedente,
inerenti le quantita' e le tipologie di rifiuti importati e/o
esportati, ricadenti nell'allegato 1, sub allegato B, disaggregati su
base regionale. L'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i
servizi tecnici provvede tempestivamente a segnalare ai Ministri
delle attivita' produttive e dell'ambiente e della tutela del
territorio nonche' all'Osservatorio nazionale sulle fonti rinnovabili
e l'efficienza negli usi finali, di cui all'art. 16 del decreto
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, la mancata trasmissione dei
dati sopra citati, al fine di consentire ai Ministeri medesimi
l'assunzione di opportune determinazioni per perseguire comunque le
finalita' della promozione e dello sviluppo delle fonti rinnovabili.
7. Entro sei mesi dalle scadenze individuate al comma 6, l'Agenzia
per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici, in
collaborazione con l'Autorita' di vigilanza sulle risorse idriche e
sui rifiuti di cui all'art. 207 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e l'Osservatorio nazionale sulle fonti rinnovabili e
l'efficienza negli usi finali dell'energia, di cui all'art. 16 del
decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sentito il Consorzio
nazionale imballaggi, trasmette al Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio e al Ministero delle attivita' produttive
un'apposita relazione, contenente dati aggregati della medesima
tipologia dei dati di cui al comma 6.
8. Sulla base della relazione di cui al comma 7, e tenuto conto
della relazione predisposta in attuazione dell'art. 5 del decreto
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, il Ministro delle attivita'
produttive e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio,
con proprio decreto:
a) nella ipotesi di mancata stipula dell'accordo di programma di
cui al comma 2 ovvero di mancata protrazione del medesimo ed al fine
di assumere le opportune determinazioni per perseguire le finalita'
della promozione e dello sviluppo delle fonti rinnovabili,
individuano i rifiuti per i quali viene limitato il diritto alla
elevazione del periodo di rilascio dei certificati verdi, di cui alle
direttive ai sensi dell'art. 11 del decreto legislativo 16 marzo
1999, n. 79, e successive modificazioni e aggiornamenti, per la
produzione di energia elettrica da impianti che utilizzano i medesimi
rifiuti;
b) stabiliscono le modalita' e le condizioni per l'applicazione
della limitazione di cui alla lettera a);
c) adottano, nella ipotesi di mancato rispetto degli obblighi
assunti nell'ambito degli accordi di programma di cui al comma 2 da
parte dei soggetti stipulanti i medesimi, con effetto immediato le
piu' idonee iniziative volte comunque al perseguimento delle
finalita' della promozione e dello sviluppo delle fonti rinnovabili.
9. La limitazione di cui al precedente comma 8 si applica solo alla
produzione di energia elettrica da impianti che, alla data di entrata
in vigore del decreto di cui allo stesso comma 8, non abbiano ancora
ottenuto la qualifica di cui alle direttive previste dall'art. 11 del
decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni.
10. I soggetti che effettuano operazioni di recupero di energia e
di materia dai rifiuti di cui all'allegato 1, sub allegato A,
provvedono, per tali rifiuti, alle medesime incombenze di cui al
comma 6, con le stesse modalita' di cui al medesimo comma 6.

Art. 4.
Valori di emissione consentiti

1. In materia di valori di emissione consentiti si applicano, per
tutte le tipologie di impianti che usano i rifiuti di cui al presente
decreto, le disposizioni di cui al decreto legislativo 11 maggio
2005, n. 133, di attuazione della direttiva n. 2000/76/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio del 4 dicembre 2000 in materia di
incenerimento dei rifiuti.

Art. 5.
Norma finale

1. Ai sensi dell'art. 17, comma 1, del decreto legislativo
29 dicembre 2003, n. 387, i rifiuti di cui all'allegato 1 al presente
decreto, qualora presenti e individuati mediante il medesimo codice
CER nel decreto del Ministro dell'ambiente 5 febbraio 1998, sono
sottoposti alla disciplina del presente decreto solo nel caso in cui
presentino caratteristiche (tipologia, provenienza, caratteristiche
del rifiuto) difformi da quelle individuate, per ciascuna tipologia
di rifiuto, nel predetto decreto del Ministro dell'ambiente
5 febbraio 1998.
2. Con decreto di natura non regolamentare il Ministro delle
attivita' produttive, di concerto con Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio, d'intesa con la Conferenza unificata provvede
alla revisione periodica degli allegati del presente decreto.
Roma, 5 maggio 2006

Il Ministro delle attivita' produttive
Scajola

Il Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio
Matteoli

Allegato 1