LA VERIFICA IDROERGONOMICA ED AMBIENTALE DEGLI EDIFICI E DEGLI SPAZI PERTINENZIALI
di L. Fanizzi
INTRODUZIONE
 

Col presente contributo, si vuole trattare un tema di grande attualità sia sul fronte delle nuove tecnologie che su quello della vita economica delle nostre città: i consumi idrici, la qualità e l’impatto ambientale degli edifici. L’urbanizzazione (L. Fanizzi et Al., 2008), sul ciclo delle acque, è responsabile, infatti, del decremento dell’infiltrazione nei suoli (30 % ¸ 70 % rispetto a suoli allo stato naturale), dell’incremento dei deflussi superficiali (300 % ¸ 550% rispetto a suoli allo stato naturale) e del consumo della risorsa, pari al 52 % sul totale dei prelievi (superficiali e/o sotterranei), per i necessari usi potabili (19%), energetici (14%) ed industriali (19%; IRSA-CNR, 1999). Nel panorama italiano, la nuova Legge n. 244/2007 del nostro parlamento, in materia di rendimento energetico e risparmio idrico degli edifici, prevede che debba essere rilasciata la concessione edilizia (od il permesso di costruire) solo per gli immobili che rispettino determinati criteri di basso impatto ambientale. La norma stabilisce, anche, le caratteristiche strutturali finalizzate al risparmio idrico ed al reimpiego delle acque meteoriche riferendosi a tutti i fattori che influenzano il parametro del consumo della risorsa idrica. Si tratta, pertanto, di un provvedimento che inciderà con sempre maggior forza sul mercato degli immobili e che innescherà una positiva rivisitazione delle procedure di progettazione e delle modalità con le quali gli edifici utilizzano la risorsa acqua.  I requisiti previsti dovranno essere sottoposti a revisione con scadenze periodiche regolari, e comunque almeno ogni cinque anni. La norma si applica a tutte le nuove costruzioni, nonché alle ristrutturazioni d’immobili esistenti che presentano una superficie superiore ai 1.000 m2.

 
 
LA CERTIFICAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEGLI EDIFICI E LA NORMATIVA
 

Nel contesto normativo concernente l’efficienza energetica ed il risparmio idrico  degli edifici, l’entrata in vigore della Legge del 24 dicembre 2007, n. 244, costituisce un importante elemento di novità, sulla “sostenibilità ambientatale degli edifici”.

Tale norma si propone il perseguimento dei seguenti obiettivi:

 

q    La certificazione energetica degli edifici (art. 6, D. Lgs. n. 192/2005);

q    Le caratteristiche strutturali degli immobili finalizzate al risparmio idrico ed al reimpiego compatibile delle acque meteoriche (art. 1, comma 288, L. n. 244/2007).

 

In sostanza, se pur non esplicitamente espressa dalla Legge, emerge l’esigenza di verificare le prestazioni ambientali degli edifici, nella consapevolezza che lo sviluppo sostenibile non può prescindere dalla riduzione dell’impatto negativo che la tecnologia esercita sull’ambiente. A livello nazionale si sta, dunque, rivedendo la politica edilizia indirizzandosi verso una progettazione ed una gestione degli edifici (e quindi delle città) ambientalmente compatibili (cd green buildings). Passando al contesto continentale europeo, va ricordato che, con firma della “Carta di Aalborg”, le città e le regioni europee si sono impegnate ad attuare l’Agenda 21 a livello locale (Comitato Interministeriale per la programmazione economica; Delibera 28 dicembre 1993) ed ad elaborare piani di azione a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile. Questo impegno delle amministrazioni locali verso uno sviluppo sostenibile coinvolge direttamente uno dei settori cardine della vita degli agglomerati urbani, quale quello edile. Inoltre, il Codice Concordato di Raccomandazioni per la Qualità Energetico-Ambientale degli edifici e degli spazi aperti (Agenzia Europea dell’Ambiente, 1995) rileva come le Amministrazioni pubbliche si debbano riconoscere nella Carta di Aalborg e debbano perseguire la riduzione dei consumi delle risorse naturali ed energetiche ed il controllo sulle componenti ambientali (biotiche ed abiotiche). Le aree private (edifici e spazi pertinenziali), infatti, coprono ben il 70 % ¸ 80 %, contro il rimanente 20 % ¸ 30 %, costituito dalle aree pubbliche.

 
 

LE CARATTERISTICHE STRUTTURALI FINALIZZATE AL RISPARMIO IDRICO

 

Il menzionato sfondo di normative e dichiarazioni, delinea un contesto nel quale la variabile “ambiente” entra di prepotenza a far parte dei requisiti progettuali degli edifici e dei loro spazi pertinenziali. Al tradizionale ambito dei parametri termoigrometrici, acustici ed illuminotecnici occorre aggiungere, infatti, le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi ed all’incremento del riciclo ed il riutilizzo della risorsa idrica, anche mediante l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili. Queste ultime, possono essere altresì specificate per i seguenti aspetti principali:

 

q    ambiente interno:

q    rete idrica duale.

 

q    ambiente esterno:

q    drenaggio ed approvvigionamento idrico non convenzionale (acque meteoriche).

 

Tutto quanto precede delinea chiaramente la necessità di un nuovo approccio alla progettazione degli edifici e delle aree esterne ad essi pertinenziali. Ciò, a sua volta, comporta la disponibilità di metodi d’indagine e valutazione che consentono di stimare quale sia l’impatto complessivo sull’ambiente e sulle risorse naturali impiegate, nell’intero ciclo di vita di un edificio. In sostanza, si fa strada in maniera sempre più netta l’esigenza di passare dal tradizionale approccio che indaga le prestazioni del sistema “edificio-impianto” ad un approccio maggiormente consapevole della profonda integrazione fra l’edificio (insieme con i suoi occupanti) ed il contesto urbano ed ambientale nel quale esso si trova ad interagire (M. Filippi et Al., 2009).

 
 
 
 
NOTE BIBLIOGRAFICHE
 

[1] IRSA-CNR (1999): “Un futuro per l’acqua in Italia”, Quaderno N. 109, Ed. Consiglio Nazionale Ricerche, Roma;

[2] L. Fanizzi, S. Miscelo (2008): “L’azione ambientale negli strumenti urbanistici: la procedura di RIE”, Ed. ICSA, Milano;

[3] M. Filippi, G. Rizzo (2009): “Certificazione energetica e verifica ambientale degli edifici”, Ed. Flaccovio, Palermo.