TATUAGGI E PIERCING SONO LE PRIORITA’ AMBIENTALI DEL GOVERNO DEI PROFESSORI

a cura di Gianfranco Amendola

 

 

E’ dal 1970 che mi occupo di normativa ambientale . In tutti questi anni ne ho viste di tutti i colori e sempre peggio, tanto da farmi dire qualche volta che forse sarebbe stato meglio non fare alcuna legge ed arrangiarsi con quelle già esistenti nel 1970, anche se non mirate alla difesa dell’ambiente.

Ma, francamente, sono rimasto sbalordito anch’io quando ho appreso, pochi giorni fa, che per “salvare l’Italia” era assolutamente necessario ed urgente …. abolire l’obbligo del registro di carico e scarico dei rifiuti per chi fa tatuaggi o piercing.

Mi riferisco, ovviamente, al decreto legge (cd. ) contenente <<Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici>>, 6 dicembre 2011, n. 201 coordinato con la legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214, il quale nell’art. 40 (“Riduzione degli adempimenti amministrativi per le imprese”), al comma 8, allo scopo di <<semplificare lo smaltimento dei rifiuti speciali per talune attività>>, stabilisce che <soggetti che svolgono le attività di estetista, acconciatore, trucco permanente e semipermanente, tatuaggio, piercing, agopuntura, podologo, callista, manicure, pedicure e che producono rifiuti pericolosi e a rischio infettivo (CER 180103: aghi, siringhe e oggetti taglienti usati) possono trasportarli, in conto proprio, per una quantità massima fino a 30 chilogrammi al giorno, sino all'impianto di smaltimento tramite termodistruzione o in altro punto di raccolta, autorizzati ai sensi della normativa vigente. L'obbligo di registrazione sul registro di carico e scarico dei rifiuti e l'obbligo di comunicazione al Catasto dei rifiuti tramite il Modello Unico di Dichiarazione ambientale, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si intendono assolti, anche ai fini del trasporto in conto proprio, attraverso la compilazione e conservazione, in ordine cronologico, dei formulari di trasporto di cui all'articolo 193 del medesimo decreto. I formulari sono gestiti e conservati con modalità idonee all'effettuazione del relativi controlli cosi' come previsti dal predetto articolo 193 del decreto legislativo n. 152 del 2006. La conservazione deve avvenire presso la sede dei soggetti esercenti le attività di cui al presente comma>>.

Dico la verità, non mi ero mai accorto che la nostra economia va a rotoli per i gravosissimi adempimenti sui rifiuti imposti a queste benemerite categorie di artigiani del benessere. Dirò di più: in tanti anni di onorato servizio in questo settore non mi era mai capitata una denuncia a carico di un callista che non scriveva sul registro di carico e scarico quanti calli aveva levato e con quanti attrezzi. E mi sento oggi molto più sollevato sapendo che potremo saperlo attraverso i formulari di trasporto di questi pericolosissimi rifiuti. Ma mai avevo pensato che, per arrivarci, ci volesse addirittura un decreto legge sui cui requisiti di straordinaria necessità ed urgenza è stata imposta la fiducia al Governo.

Malignamente si potrebbe pensare che c’è lo zampino del solito Scilipoti, dato che è un agopuntore dichiarato. Ma sarebbe solo una malignità senza riscontri.

Probabilmente la spiegazione vera è molto più semplice.

Ancora una volta, si dimostra che la normativa ambientale è al servizio di altri interessi e, al massimo, può occuparsi di questioni assolutamente marginali rispetto alla tutela dell’ambiente, senza dare fastidio ai poteri forti. Anzi, in questo caso diventa addirittura un caso straordinario di necessità e di urgenza che giustifica un decreto legge.

Del resto, non è certo un caso se nello stesso decreto vi sono altre modifiche del testo unico ambientale che ancora una volta subordinano la tutela della salute e dell’ambiente alle esigenze produttive: da un lato ampliando la categoria di rifiuti speciali da considerare assimilabili agli urbani (art. 14, comma 46), e dall’altro, in tema di bonifiche, ampliando la possibilità di rispetto alla vera e propria bonifica (art. 40, comma 5).

Insomma, per l’ambiente tutto continua come prima, anche con “i Professori”. Salva Italia o povera Italia?