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Dibattito

Aldo Jacomelli

Inquinamento ambientale da campi elettromagnetici

Magari gli ultimi due relatori potrebbero aiutarci a sviluppare anche la tematica politica, come sottolineava il dott. Ramacci: esistono grossi interessi economici e politici in gioco.

 

Livio Martina

Codacem

Ho incominciato ad occuparmi di queste cose intorno al 1980 quando è stato costruito l’elettrodotto che collegava Superphenix, attraversando la Valle d’Aosta, e arrivava fino a Leinì.

Fra gli aspetti che avevamo rilevato, oltre a quelli di impatto ambientale negativo che c’erano e di collegamento con le centrali nucleari francesi, abbiamo cominciato a scoprire che c’era la possibilità di problemi di salute per le popolazioni, leggendo riviste specializzate; allora il problema era quello di come informare le popolazioni. Allora si è fatta una ricerca di quelli che erano gli studi conosciuti, si sono fatti dei volantini e sono stati distribuiti lungo i percorsi, per informare le persone sui rischi che correvano a vedersi piantare dei piloni nel cortile di casa e a vivere così vicini ad una fonte di emissioni di questo tipo, noi abbiamo delle situazioni lungo il Leinì-Piossasco e a Fiano, tanto per dire, dove ci sono delle case che sono proprio sotto l’elettrodotto; io ho sentito prima la relazione tecnica che indicava valori riscontrati a 35 m di distanza intorno ai 4 microtesla, lì siamo intorno ai 10-15 m, sicuramente i valori saranno superiori.

Allora se teniamo conto che è stato scritto nel documento dell’Istituto Superiore di Sanità, che radunava gli stessi studi che avevamo visto anche noi anni prima, dove si davano indicazioni grosso modo che per stare tranquilli bisogna stare al di sotto degli 0,2 microtesla e allora la preoccupazione nella gente sale. Parallelamente a questa iniziativa è cominciata a circolare l’informazione anche in Italia e sono nati, ad oggi, oltre 300 comitati di cittadini, nelle varie Regioni, che periodicamente si incontrano, solitamente a Bologna, perché è il punto centrale, per capire cosa fare a livello politico.

Ora io devo dire che se oggi siamo qui a discutere di queste cose, gran parte del merito è di questi cittadini, che hanno cercato di creare un coordinamento tra i vari comitati per arrivare a fare approvare delle leggi.

Io adesso taglierò molto corto, perché si è fatto tardi, a furia di fare incontri nei luoghi istituzionali adatti, si è arrivati all’ultimo incontro, quello più importante, che è stato il primo marzo a Rimini, in cui in una domenica, chiusi in un albergo, con presenti il presidente dell’ENEL, rappresentanti del Ministero della Sanità, del Tesoro e dell’Ambiente, inoltre l’onorevole Vigni, relatore dell’ottava Commissione, quella che ha l’incarico di mettere insieme le 5 proposte di legge presentate (una da AN, una dal PDS, una da Rifondazione, una dai Verdi e una sempre dai Verdi mista con il PDS ), più la proposta del Ministero dell’Ambiente che arriverà e che fa sei e che avrà il compito di metterle insieme, come è già stato spiegato questa mattina dal dott. Biondi e fare la legge quadro.

Abbiamo avuto un incontro, perché i problemi che si riscontrano sono quelli dell’andare poi a finanziare i risanamenti. Bisogna tenere conto che per andare a fare i risanamenti, anche dopo le priorità, bisognerà pianificare dei programmi ventennali, non sono cose che si fanno dall’oggi al domani; anche lì bisognerà indicare delle scale di priorità e stabilire come saranno fatti questi risanamenti una volta fatta la legge.

Allora adesso il compito che si è posto il CODACEM è di avere una massima attenzione in collaborazione con le associazioni e con tutti quelli che vogliono dare una mano a far sì che le leggi vengano promulgate con i limiti il più garanti della salute dei cittadini al livello di ciò che scientificamente si conosce adesso, tenendo conto di alcuni aspetti di incertezza che sono stati evidenziati oggi più o meno anche discutibili, però comunque la ricerca non è uniforme nei suoi dati e quindi saranno necessari ulteriori approfondimenti. Intanto occorre, come dice l’art. 32 della Costituzione dare il massimo di garanzia di tutela della salute con le leggi che verranno fatte; l’altro aspetto che, secondo noi, è importantissimo è che venga finanziata la ricerca. La giornata di oggi è stata utilissima perché abbiamo visto che vi sono diverse tipologie di ricerca. Allora va bene quella che è stata proposta dal dott. Magnani, vanno bene altri tipi di ricerche. Noi sosteniamo che bisogna fare ricerche anche al di fuori di quelli che sono gli organismi statali.

Nel 1984 l’Istituto Superiore della Sanità aveva indicato nell’Istituto Ramazzini come uno dei più idonei a fare un certo tipo di ricerca sperimentale. Noi da anni sosteniamo che alcune Regioni hanno già dato dei soldi per finanziare questo studio, riteniamo che sia importante mandare avanti anche questo, in maniera che andando avanti ci sia la possibilità di confrontare tutti gli studi e ci sia la massima possibilità di confronto fra i vari Enti. Fra l’altro, se andiamo a vedere l’attività del CODACEM crea anche posti di lavoro, perché spingere affinché lo Stato spenda dei soldi per la ricerca, oltre ad essere utile per la conoscenza crea anche dei posti di lavoro, quindi diamo una mano anche all’Italia, se vogliamo.

Ecco, questa mattina è stata accennata anche la Conferenza Stato-Regioni, io vorrei dire soltanto una cosa: l’ultima Conferenza Stato-Regioni, io non so se qui c’è qualche amministratore regionale, la regione Piemonte è capofila nelle convocazioni della Conferenza Stato-Regioni per quanto riguarda l’ambiente. Dovete sapere che la convocazione è stata inviata via fax la mattina per il pomeriggio, quindi erano presenti tre Regioni. Allora vedremo di fare qualcosa perché la Regione per la prossima Conferenza Stato-Regioni del 16 invii le comunicazioni per tempo per le altre Regioni in modo che tutte le Regioni possano essere presenti, perché se non circola l’informazione è un grosso problema.

L’altra cosa che ritengo importante è che vengano fatti dei piani regionali di riutilizzo quando verranno fatti i risanamenti, perché non si può continuare ad avere il disordine di elettrodotti che vanno da tutte le parti, si tratterà di fare un piano di razionalizzazione di trasporto dell’energia che probabilmente produce anche delle economie in futuro; dico soltanto che il CODACEM non mollerà l’attenzione fino all’emanazione della legge e poi insisteremo per fare in modo che vengano fatti anche i piani per il risanamento, ma quando le cose non andranno avanti l’attività dei cittadini sarà importante; se non ci fosse stata questa attività della gente, che poi anche qualche volta è colorita quando si manifesta, perché non ha le competenze giuste al momento giusto, ha fatto in modo che finalmente da parte politica si sia creata l’attenzione e queste cose vengano discusse.

Ringrazio il WWF di aver organizzato questo Convegno, stavamo organizzandone anche uno noi, tutto sommato ci hanno risparmiato un duro lavoro.

Però sarà nostro obiettivo farne un altro fra qualche tempo per verificare lo stato delle cose.

Grazie.

 

Italo Mannucci

CODACONS

Sono Mannucci e rappresento il CODACONS nazionale, un’associazione di consumatori che si occupa anche di problemi ambientali.

Vorrei dare nello stesso tempo una nota di colore al Convegno e anche frecce all’arco della procura della Repubblica e stimoli nella prosecuzione delle indagini che noi riteniamo sempre meritevoli, perché spesso e volentieri siamo noi a segnalare delle situazioni o di rischio o di pericolo, delle omissioni, etc.

Per continuare, mi dispiace che è andato via il dott. Lovisolo, la polemica, in primo luogo mi scuso con la platea per il mio intervento repentino, sicuramente maleducato, ma dettato soltanto dal fatto che sono stato chiamato in causa in modo abbastanza brusco, come se la mia associazione avesse determinato il panico nella “ridente” cittadina di Gallese di 3000 abitanti terrorizzati dalle onde elettromagnetiche e poi siamo fuggiti lasciando nel dubbio, lasciando nel panico la gente senza trovare la soluzione.

Ecco, nella regione Lazio c’è una legge sin dal 1989, che disciplina in maniera specifica quali sono i permessi che bisogna avere per poter costruire un sito emittente a radiazioni non ionizzanti.

Il problema nella vicenda della stazione per comunicazioni satellitari della ELSACOM, proprietaria della struttura che tra l’altro ancora non è nata, perché lì vi è rimasta soltanto la collina, è far sottostare alla verifica dell’ISPES, che è organo di controllo del Ministero della Sanità, tutti gli accertamenti necessari per vedere se questa era o no una stazione pericolosa. Intanto ci sono state delle vicende politiche, dei giochi, degli avvicendamenti che non si sono bene spiegati, fatto sta che l’assessore all’ambiente Ermanin della regione Lazio ha istituito subito questa Commissione; tra l’altro non è un segreto che abbiamo diffidato a non operare, che abbiamo denunciato perché completamente illegittima. Questa Commissione 2 o 3 giorni prima dell’udienza al TAR ha partorito questo documento sulla quasi salubrità di una stazione satellitare che non so quanti satelliti in orbita controllava, che si estendeva in 10 ettari di terreno, con un controllo di 5 parabole.

Comunque è evidente che 5 parabole di questo genere mettono paura. Questo per rispondere al ragionevole dubbio.

Ho il motivato timore che la legge a cui faceva prima riferimento il responsabile del WWF non venga mai approvata alla regione Lazio, perché significherebbe spegnere l’antenna del Santo Padre, significherebbe una serie di stravolgimenti tali che mi impediscono di credere che verrà approvata.

Qui, se il WWF vuole fare informazione, c’è stata poca cautela nella scelta dei tecnici, perché, in realtà, il voto positivo alla stazione satellitare di Lovisolo, mi dispiace che se ne andato prima perché glielo avrei detto davanti, è stato sconfessato dal Tribunale Amministrativo Regionale; lo stesso Santi Tofani nella famosa causa che ha dato inizio a tutto questo contenzioso sulle onde elettromagnetiche, cioè quella romana di corso Vittorio Emanuele, dove c’era un sito Omnitel, era perito privato della Omnitel consulente di parte e nello stesso tempo copriva un incarico alla USL di Ivrea, dove credo che operi ancora con quella poca serenità che penso possa avere chi opera sia da una parte che dall’altra.

Per dare frecce all’arco della Procura della Repubblica, in realtà la legge dell’89 per quanto vecchia lascia ampio margine a degli accertamenti per quanto riguarda l’omissione di atti d’ufficio; cioè se l’emittente non è passato al vaglio dell’autorizzazione della USL, ovvero previo parere dell’ISPES, c’è un’omissione di atti d’ufficio. Il problema fondamentale è che dobbiamo dare un’informazione serena; chi ci mette un’antenna sulla testa deve dire lui stesso che non ci fa male; allora sono stati fatti 10000 lavori al riguardo, autorevolissimi scienziati dicono ognuno la sua teoria, quindi c’è un po’ di confusione; bisogna stare ad ascoltare chi è sereno in un giudizio obiettivo; non tutti, purtroppo, visto gli interessi che ci sono intorno alla comunicazione satellitare e alla telecomunicazione, ai treni ad alta velocità, possono dare senza porre nel ragionevole dubbio la platea.

Grazie.