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Condono Edilizio Normative Regionali (Elaborazione dati forniti da Adn kronos e Il Sole 24 ore)

a cura di Maurizio PICCA

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Non mancano le sorprese sullo stato dell'arte delle leggi sul condono edilizio che le Regioni sono chiamate a varare entro il 12 novembre.

Tre, in particolare, le novità che vanno segnalate, tra disposizioni effettivamente approvate (o almeno avviate con il disegno di legge) e annunci degli assessori competenti.

Anzitutto, una novità che peserà sul numero di adesioni - e quindi sul gettito - è il dimezzamento degli oneri concessori cui sta mettendo mano la Regione siciliana: misura decisamente in controtendenza rispetto a quasi tutte le Regioni che, utilizzando la facoltà data dalla legge nazionale, hanno invece disposto o stanno disponendo un raddoppio degli stessi oneri (incassati dai Comuni) rispetto ai valori nazionali.

Misura tuttavia assai attesa in Sicilia dove molti avevano lamentato l'eccessiva onerosità del condono edilizio e annunciato la rinuncia a sanare. Comitati informali di abusivisti avevano chiesto, nelle settimane scorse, la possibilità di mutuare l'importo dell'oblazione e, appunto, la riduzione degli oneri concessori. Ora la Regione Siciliana viene incontro alle esigenze del Tesoro, mantenendo fermo il livello dell'oblazione, e scarica l'onere sui Comuni.

La seconda novità rilevante arriva da due Regioni del centro-sinistra - Campania e Sardegna - che, in leggera difformità rispetto ai proclami delle settimane scorse, consentiranno la sanatoria anche delle nuove costruzioni, sia pure molto parziale o comunque con notevoli limiti rispetto alla legge nazionale. Il limite della Sardegna è volumetrico: 300 metri cubi - che varrà per nuove costruzioni e ampliamenti - in luogo dei 750 previsti dalla legge nazionale. La Campania vieterà, invece, la sanatoria di tutte le nuove costruzioni realizzate in difformità agli strumenti urbanistici vigenti e delle nuove costruzioni abusive localizzate nei 18 comuni dell'area vesuviana. Limiti assai restrittivi, salvo, forse, nei Comuni privi di Prg o con strumenti urbanistici scaduti. Resta il fatto che la Campania - che era stata la portabandiera delle Regioni contro il condono - apre ora uno spiraglio in fatto di sanatoria delle nuove costruzioni.

Una terza novità viene dal Molise che - unica per ora fra le 19 Regioni e le due Province a statuto speciale - apre una falla sulle aree vincolate. La giunta di centro-destra ha infatti intenzione di consentire la sanatoria su un'area che considera però erroneamente inclusa fra quelle vincolate. A conferma, però, che quello delle zone protette e demaniali è un fronte delicatissimo e sempre aperto, anche la Sicilia sta studiando una norma per le costruzioni abusive realizzate sul demanio marittimo, entro i 150 metri dal litorale: con lo slogan “recupero o abbattimento”, sembra aprire la strada a un mantenimento di queste costruzioni, anche se non è ancora chiaro l'esito finale.
Nel quadro delle legge regionali - ricostruito con l’elaborazione dei dati forniti dall'agenzia di stampa “Adn Kronos” e dal quotidiano nazionale “Il Sole24ore” - arrivano però anche tante conferme. Per esempio, la linea durissima di Emilia - Romagna, Friuli - Venezia Giulia, Toscana e Umbria contro la sanatoria delle nuove costruzioni e l'inserimento di ulteriori vincoli: la riduzione dei limiti volumetrici anche per gli ampliamenti oppure la volontà dichiarata di abbattimento di tutte le nuove costruzioni abusive (Friuli - Venezia Giulia) o ancora l'applicazione del limite della conformità urbanistica anche alla sanatoria per ristrutturazioni e ampliamenti (Emilia - Romagna e Toscana).

Fa la sua comparsa, intanto, il concetto di “abusivismo di necessità” nelle dichiarazioni degli assessori di due Regioni governate dal Centro-destra, Lazio e Calabria. Rispetto alla volontà dichiarata da queste Regioni di sanare solo piccoli abusi, anche in questo caso il ricorso al concetto di “abuso di necessità” prelude all'apertura della sanatoria edilizia alle nuove costruzioni, sia pure con limiti più restrittivi di quelli nazionali. La regione Calabria dichiara che il disegno di legge deve essere ancora discusso dalla giunta e non c'è nulla di certo. E aggiunge: il problema dell'abusivismo in Calabria è preoccupante soprattutto adesso in occasione della sanatoria. Ma non si possono criminalizzare gli abusi dovuti a lungaggini burocratiche, o piccoli ampliamenti di bisogno come camerette, mansarde, costruite da gente in difficoltà economica.

Teoricamente il Veneto ha invece scelto la linea dura: niente sanatoria per le nuove costruzioni, via libera a qualche modesto ampliamento, se compatibile con le disposizioni urbanistiche vigenti. Ma la regione dichiara che ci potrebbero essere valutazioni più puntuali a seconda delle diverse costruzioni.

Resta qualche margine di ambiguità anche per la Lombardia. Questa regione è quella che, in assoluto, è meno intervenuta sul tema che, evidentemente, non ama. Confermando ora, dopo il varo del Disegno di Legge regionale, che ci si “atterrà ai parametri nazionali, con la precisazione che gli oneri concessori saranno incrementati del 30% e che saranno escluse realizzazioni abusive realizzate in zone a vincolo assoluto o in aree a destinazione diversa”.

Confermano nella sostanza le leggi già varate la Liguria e la Puglia, così come il Piemonte è coerente con gli annunci.

Altra questione aperta è quella dell'atteggiamento delle Regioni verso le domande presentate prima della sentenza della Corte costituzionale 196/2004 in conformità al decreto legge 269/2004.

Il Lazio sarà del tutto benevolo nei confronti delle 25mila domande presentate, un numero che non ha riscontro in nessun'altra Regione (con netta prevalenza nella Capitale). Stessa “flessibilità” con le domande antecedenti alla sentenza della Consulta la dichiara l'Abruzzo. Questo significa che per queste domande non varranno gli eventuali limiti più restrittivi che le Regioni porranno, soprattutto in materia di condonabilità dell'immobile.

Da segnalare, infine, gli atteggiamenti diametralmente opposti di Piemonte e Marche verso gli immobili abusivi con destinazione diversa da quella abitativa. Il Piemonte escluderà radicalmente qualunque sanatoria degli immobili realizzati dalle imprese, mentre le Marche consentiranno un limite volumetrico di ampliamento addirittura maggiore per le imprese (250 metri cubi) rispetto alle abitazioni (150 metri cubi).

 

Nel dettaglio regione per regione

Elaborazione dati forniti da Adn kronos e Il Sole 24 ore

 

VALLE D'AOSTA

Tutto pronto in Valle D'Aosta dove la legge è già stata fatta e chiude quasi tutte le porte della sanatoria. Al condono sono ammesse solo gli interventi per adeguamenti igienico sanitari ma che non comportano l'aumento delle unità abitative.

E anche sul fronte delle pertinenze il via libera sarà dato solo per quelli che sono privi di funzionalità autonoma. Di condoni su immobili poi non se ne parla nemmeno, niente nuove costruzioni e aumenti volumetrici. E’ stato anche esteso l’area dei vincoli citando siti di rilevanza ambientale, zone qualificate di particolare interesse e i beni culturali isolati.
Nessuna variazione rispetto alla legge nazionale e' invece prevista per le oblazioni. Mentre saranno aumentati del 100% gli oneri concessori con il limite minimo fissato a 500 euro.

In tutto le domande arrivate fino ad ora sono 58. Comunque la maggior parte delle richieste dovrebbero interessare i cambi di destinazione, Inoltre il 90% del territorio è sottoposto a vincoli che vanno da quello paesaggistico, alla tutela dei centri storici, all'archeologico.

PIEMONTE

Condono in linea con le direttive governative per il Piemonte, dove limiti dimensionali e oblazioni rimangono inalterati rispetto al provvedimento nazionale. Ma polso fermo per gli abusi non residenziali.

In linea di massima la legge, approvata pochi giorni fa dalla giunta, rispetta i parametri stabiliti dal decreto governativo.

Oblazioni e limitazione dimensionale invariati, quindi, ma raddoppio degli oneri di concessione da pagare ai Comuni. Pugno duro, invece, per le costruzioni con destinazione diversa dalla residenza.
Non sarà concesso il condono, anche se, nell'ambito dell'ampliamento, si chiuderà un occhio per la creazione di corpi di fabbrica indipendenti, purché realizzati all'interno dell'area di pertinenza di quelli già esistenti.

In Piemonte è stata scelta la linea della leale collaborazione tra stato e regioni. Mentre nello spirito di collaborazione tra enti locali à stata data libertà ai Comuni per l'emissione dei pareri sull'ammissibilità dei condoni in aree soggette a vincoli paesaggistico - ambientali.

LOMBARDIA

Condono edilizio in versione integrale per la Lombardia tranne che per gli oneri di concessione, aumentati del 30%. La legge che sarà pronta a settembre, in linea di massima manterrà i parametri stabiliti dalla legge nazionale. Unica differenza sostanziale riguarda lo stop agli illeciti in tre casi specifici.
Non saranno soggetti a sanatoria gli abusi in zone con diversa destinazione d'uso e opere ricettive all'area aperta, come roulotte che diventano ville nei camping.

No anche alle costruzioni realizzate in zone soggette a vincolo assoluto, sia esso urbanistico, ambientale o paesaggistico.

La regione Lombardia, sottolinea, che sul suo territorio non esistono grossi “ecomostri” ma solo piccoli abusi per questo non limiteranno troppo i parametri della legge nazionale. Se l'obiettivo e' fare cassa, non si può rendere troppo oneroso il condono ai cittadini, evidenzia ancora la regione Lombardia, ma bisogna renderlo appetibile.

TRENTO E BOLZANO

Anche le province autonome di Trento e Bolzano di preparano a un giro di vite sulla sanatoria.

A Bolzano e' previsto un aumento degli oneri relativi alle concessioni che sarà stabilito anche in base alle proposte dei comuni mentre le oblazioni saranno lasciate invariate.

I metri condonabili dovrebbero scendere a quota 150-250. Mentre le nuove costruzioni non saranno condonate.

La provincia di Bolzano è invece orientata ad accettare la regola del “silenzio assenso”. In particolare Bolzano si sta orientando verso una doppia sanatoria: più morbida per gli abusi realizzati prima del 1983 e più rigida per le violazioni che seguono questa data. La legge sarà pronta in autunno.

Nella provincia di Trento le nuove costruzioni non potranno essere condonate. Unica eccezione saranno gli edifici di pertinenza collegati a costruzioni già esistenti che però non devono superare i 75 metri cubi. Mentre sugli edifici già esistenti le variazioni non supereranno il 30% delle dimensioni e comunque l'aumento complessivo sarà inferiore a 200 metri cubi.

Superficie che sarà ridotta a 100 metri cubi per gli edifici soggetti a tutela degli insediamenti storici. Nel caso di opere funzionali all'attività agricola il limite salirà a 200 metri.

Sono esclusi dalla sanatoria anche gli interventi abusivi effettuati su aree che fanno parte del demanio pubblico e le aree gravate da diritti di uso civico. Dal punto di vista economico invece il ritocco sarà lieve. L'oblazione infatti non viene modificata mentre a titolo di sanzione si dovrà pagare il 10% in più sugli oneri concessori e comunque il contributo minimo non dovrà essere al di sotto dei 1.000 euro.

VENETO

Sarà limitato il raggio d'azione della sanatoria nel Veneto dove sono in corso i lavori sul testo regionale.
Particolare attenzione sarà rivolta al capitolo “cambi di destinazione”. Via libera anche a “qualche modesto ampliamento”.

Porte chiuse invece per le nuove costruzioni che, secondo gli orientamenti regionali, non dovrebbero essere condonabili.

La regione Veneto è orientata a dire si alla sanatoria per quanto riguarda i cambi di destinazione d'uso. No invece alle nuove abitazioni.

Ovviamente i “cambi di destinazione” dovranno essere compatibili al contesto ambientale e urbanistico. Sarà poi dedicata particolare attenzione anche alle aree con vincoli.
Sulle oblazioni e oneri concessori si sta ancora lavorando ma ci potrebbe essere qualche ritocco al rialzo. Con le prime sedute di settembre la legge dovrebbe essere pronta.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Condono nel rispetto della legalità e contro le deturpazioni ambientali. Questo e' il motto del Friuli Venezia Giulia, deciso a bloccare ogni tipo di costruzione “in spregio ai vincoli ambientali e urbanistici”, forti limitazioni dimensionali all'ampliamento, abbattimento delle nuove costruzioni, e innalzamento di oblazioni e concessioni.

Sono ancora delle indicazioni politiche –affermano in regione-. Se ne discuterà a settembre. Comunque, parlare di numeri adesso e' inutile, perché il problema non e' finanziario, ma socio - ambientale.
L'importante è la quantità e la tipologia degli abusi, non tanto la somma di denaro che ci faranno incassare. In ogni caso - precisa sempre la regione – il Friuli non presenta grandi problemi di abuso. Per la maggior parte si tratta di illeciti di piccole entità come insignificanti ampliamenti interni.

LIGURIA

La Liguria stringe le maglie del condono. Scende a 450 metri cubi il limite massimo di ampliamento e aumentano del 10% le oblazioni e tra il 30% e 100% gli oneri di concessione a seconda delle zone. La legge, spiegano in regione, era già pronta prima della sentenza della Corte costituzionale.

La regione chiuderà un occhio sugli abusi che interessano la prima casa, il cui “costo” di condono subirà aumenti percentuali solo della metà, rispetto alle quote stabilite dalla legge regionale. Flessibilità anche per gli edifici costruiti prima della sentenza della Corte: “per chi si è attenuto alla legge nazionale, prima della sentenza – precisano in regione - è prevista la possibilità di regolamentazione in base alla normativa regionale”.

In particolare gli oneri concessori aumenteranno del 100% per le zone costiere, del 50% per le aree collinari e 30% per l'entroterra. ''La Liguria non ha la cultura dell'abuso – continuano in regione -, infatti ci aspettiamo pratiche di piccole entità. Ma nonostante questo, abbiamo elevato al massimo le quote anche per destinare una parte degli introiti ad iniziative di riqualificazione ambientale”. Le domande ricevute prima della sentenza, precisano in regione, ''sono poche decine. E anche quelle in arrivo saranno pratiche per condoni di piccole entità”.

EMILIA ROMAGNA

No di fatto alla sanatoria in l'Emilia Romagna dove la legge e' pronta. “Siamo all'opposto di quello che e' stato deciso a livello nazionale” affermano in regione. Per le multiproprietà, il cui limite massimo e' stato fissato dalla legge nazionale a 3.000 metri cubi, il tetto stabilito dalla regione è di 100 metri cubi, che non varia per le singole richieste.

Nelle zone di pregio invece ci sarà un'ulteriore giro di vite: il massimo condonabile sarà pari a 50 metri cubi.

In sostanza per la regione “solo a chi ha fatto degli abusi irrilevanti sarà consentito di sanare” e comunque sempre fuori dalle aree protette da vincoli. Nessuna speranza per le nuove costruzioni che “non possono essere sanate”. Inoltre il silenzio assenso dalla regione non sarà consentito, aggiungono dalla regione.

I vincoli stabiliti dalla regione non sono solo questi: “Chi ha costruito edifici all'interno dell'area demaniale li dovrà demolire. Mentre per tutti quelli che hanno avuto contributi pubblici e hanno fatto abusi edilizi non e' ammessa la sanatoria e perderanno diritto ai contributi. E a chi li ha già avuti saranno revocati”.

Insomma il provvedimento dell'Emilia Romagna “non ha niente a che vedere con la legge nazionale. Siamo obbligati a fare la legge – spiega la regione - perché altrimenti entrerebbe in vigore quella varata dal governo. Ma il nostro un provvedimento fatto per punire i trasgressori mentre quella nazionale è una legge fatta esclusivamente per incassare soldi”. Le oblazioni saranno aumentate del massimo consentito dalla legge: del 10%. Lo stesso vale per gli oneri concessori che saranno aumentati del 100%. E per chi ha presentato la domanda prima della sentenza della Corte costituzionale dovrà rispondere a criteri e requisiti della legge altrimenti si procederà alla demolizione.

TOSCANA

Stop di fatto alla sanatoria dalla Toscana dove spiegano nulla sarà fatto “se non è conforme agli strumenti urbanistici, niente in area protetta, demaniale e niente di nuovo”.

La legge regionale sarà pronta a settembre ma già sono ben chiare le linee guida. Solo le ristrutturazioni potranno essere sanate e anche in questo caso, “saranno condonabili solo poche decine di metri. Sicuramente sotto i 100 metri cubi per ristrutturazione e solo se conformi al piano regolatore”.
E per chi ha già presentato la domanda, ma non rientra nei parametri fissati dalla regione, è in arrivo la demolizione dello stabile. “Chi ha già aderito alla sanatoria ma non rientra nei parametri della legge sotto il profilo penale – precisano dalla regione - sarà in regola, dal punto di vista penale, perché ha pagato, ma l'edificio sarà comunque demolito”.

Complessivamente, secondo la regione, le domande presentate “saranno poche decine”, anche grazie alla norma restrittiva che sarà messa in campo dalla Toscana.

LAZIO

Condono “diversificato” per il Lazio. Oblazioni e concessioni potrebbero variare in base al riconoscimento dei cosiddetti “abusi di necessita”. L'orientamento, spiegano dalla regione, e' quello di mantenere gli importi, previsti dal governo, per gli abusi in zone popolari, e invece l'innalzamento al massimo, 10 % per oblazioni e 100% per concessioni per le illegalità” in zone “di lusso”.

Il limite massimo per l'ampliamento degli edifici sarà invece ridotto a 300 metri cubi. Via libera anche alle nuove costruzioni. Per adesso, precisano in regione, “sono solo orientamenti generali”. L'assessorato all'Urbanistica, infatti, presenterà solo a fine agosto la bozza del disegno di legge.
”In ogni caso – precisano in regione - non saranno sanati abusi in zone sottoposte a tutela ambientale”, anche se il Lazio sarà indulgente verso gli abusi fatti prima della sentenza della Corte e per le nuove costruzioni, che avranno lo stesso trattamento dei piccoli illeciti. Linea morbida, quindi, dettata anche dalle numerose domande già arrivate. Solo nella capitale, affermano in regione, sono 25.000 e interessano abusi di ogni tipo. “In linea di massima – precisano in regione - ci atterremo alle direttive della legge nazionale”.

 

UMBRIA

L'Umbria si prepara al condono edilizio con “parametri restrittivi da mettere in campo”. La regione ha annunciato che saranno puniti chi furbescamente ha realizzato abusi impattanti sul territorio, mentre saranno condonate opere di modesta entità, riconducibili per lo più a pertinenze e ampliamenti di edifici esistenti. Le metrature condonabili saranno proporzionali all'ampiezza degli edifici già esistenti. Sarà possibile sanare ampliamenti fino a 15 metri quadrati di superficie per unità immobiliari non superiori a 100 mq.

Il rapporto cresce in 20mq condonabili per immobili con superficie tra i 101 ed i 200 mq e fino a 25 mq condonabili in immobili con superficie superiore ai 200 mq. La giunta regionale ha già “preadottato” un atto legislativo che prevede norme in materia di vigilanza, responsabilità sanzioni e sanatoria in materia edilizia.

Il provvedimento sarà portato all'esame del Consiglio regionale entro il prossimo settembre.
La proposta legislativa, precisano in regione, “tiene conto delle caratteristiche dell'Umbria dove, anche grazie al controllo sociale e amministrativo esercitato sul territorio” sono stati realizzati abusi edilizi di piccole dimensioni”. L'Umbria si prepara al condono, quindi, con “parametri più restrittivi rispetto a quelli consentiti dalla norma nazionale”.

MARCHE

Versione “molto ridotta” del condono edilizio nelle Marche. La legge ridimensiona infatti le metrature sanabili e dice no a nuovi edifici. I metri condonabili per gli allargamenti, affermano in regione, saranno ridotti a 100 - 150 metri cubi. Limite che potrebbe essere portato a 250 metri cubi per quanto riguarda gli edifici adibiti ad attività produttive.

Inoltre “aumenteremo le oblazioni e gli oneri di urbanizzazioni” sottolineano in regione. In particolare per quanto riguarda le oblazioni l'orientamento è quello di alzare del 10% rispetto alla normativa nazionale, cioè il massimo. Libertà ai comuni invece in materia di oneri concessori. Sia ben chiaro che “gli oneri li aumenteremo” dichiarano in regione. Ma si vuole dare anche ai comuni la possibilità di giostrare le variazioni”.

Non saranno condonabili invece gli edifici costruiti nelle aree demaniali e inoltre la regione sarà più severa per gli illeciti realizzati in aree protette e vincolate. E demolizioni in vista per chi aveva già presentato la domanda prima della sentenza della Corte costituzionale e non rientra nei parametri stabiliti dalla regione.

“Chi ha fatto l'autodenuncia si e' messo nei guai, affermano in regione. A metà settembre, comunque ci sarà il via libera alla legge. “Ovviamente – assicurano in regione - sentiremo anche le categorie interessate”.

ABRUZZO

Elevare tasse e oblazioni e abbassare la superficie condonabile. Queste sono le linee guida su cui si baserà la legge sul condono edilizio in Abruzzo. Si tratta “di orientamenti politici”, precisano in regione, su cui si articolerà il lavoro della giunta. Verranno quindi condonati solo piccoli abusi, precisano in regione, che riguarderanno la maggior parte delle domande. “La nostra regione è per il 40% soggetta a tutela ambientale – spiegano in regione - e ci aspettiamo piccoli abusi”. Per le domande presentate prima che la Corte costituzionale emettesse la sentenza “si cercherà” di essere flessibili” affermano in regione. E in linea di massima “si cercherà di seguire le indicazioni della legge nazionale”.

“Comunque – precisano ancora - la discussione sulle procedure è ancora in alto mare. Per adesso ci sono solo indicazioni politiche, ancora da sviluppare in sede tecnica. Quindi è ancora prematuro parlare di parametri”.

MOLISE

Via libera al condono in Molise dove ci saranno solo delle piccole modifiche rispetto alla legge nazionale. Le oblazioni, spiegano in regione, “saranno ritoccate, ma in modo molto lieve. Mentre per quanto riguarda gli oneri concessori deleghiamo ogni comune a quantificare la somma che ognuno ritiene più opportuna”. Per quanto riguarda i vincoli territoriali nel Molise sarà possibile edificare anche in alcune zone vincolate. Un via libera dato in particolare solo per un'area che erroneamente era stata designata zona protetta.

Sarà recepito integralmente anche l'indirizzo sulla metratura condonabile nelle costruzioni già realizzate, pari a 750 metri per ogni unità abitativa. Certo ci sono alcune cose nella legge nazionale, che sono poco chiare: “andava elaborata con più chiarezza”. E se i punti critici non andranno chiariti la sanatoria “non si attuerà mai”. Saranno inoltre accettate le nuove costruzioni anche se, spiegano ancora in regione, in Molise “saranno veramente pochi i casi di nuovi edifici costruiti” e in generale di condono. Il provvedimento, ci tengono a precisare, non piace al Molise: “Non abbiamo fatto salti di gioia quando il governo ha messo in campo la sanatoria. Non siamo favorevoli ad abusivismo edilizio”.

CAMPANIA

Provvedimento a maglie strette anche in Campania dove non potranno essere condonate nuove costruzioni realizzate in difformità alle norme urbanistiche. Il disegno di legge è già stato approvato e prevede l'esclusione delle abitazioni con destinazione residenziale realizzate nei 18 comuni della zona rossa del Vesuvio e delle opere costruite nelle aree demaniali e nelle aree vincolate. Inoltre le volumetrie condonabili sono state ridotte. Si stabilisce che gli ampliamenti non devono essere superiori al 10% delle dimensioni originarie o, in alternativa, non devono comportare un ampliamento superiore ai 150 metri cubi.

Lieviteranno i costi per aderire alla sanatoria. La regione ha infatti stabilito che l'oblazione sarà incrementata del 10% mentre gli oneri concessori del 100%. Rigidi criteri sono poi stabiliti per gli accertamenti relativi ai tempi di costruzione. Inoltre non vale il silenzio assenso. Il comune deve necessariamente dare una risposta al cittadino che presenta la domanda di condono. Se trascorsi 24 mesi il comune non ha accettato la richiesta, si potrà chiedere l'intervento sostitutivo della provincia.

BASILICATA

Interventi molto restrittivi arriveranno dalla Basilicata dove l'intenzione, spiegano in regione, e' quella di “restringere il più possibile le disposizioni nazionali”. Anche se si tratta solo di linee guida è già chiaro che nella regione saranno ammessi solo piccoli abusi. In particolare, per quanto riguarda le volumetrie di ampliamento, “andiamo verso una grande restrizione” specificano in regione.
Mentre non c'e' nessuna speranza per le nuove costruzioni che non potranno essere sanate.
Porte chiuse anche per gli abusi costruiti su aree vincolate.

Che si tratti di piccole o grandi infrazioni, nelle zone protette, “non sarà condonato niente” precisano in regione. Le oblazioni, affermano ancora, non dovrebbero essere aumentate. Mentre prima di decidere in materia di oneri concessori la regione vuole ascoltare i comuni: “si deciderà dopo una concertazione”. Saranno diverse le richieste che arriveranno perché, spiegano, il territorio delle Basilicata è molto diversificato”. L'intenzione comunque, ribadiscono, è quella di “fare una legge molto restrittiva per ridimensionare il più possibile il raggio d'azione del condono”.

CALABRIA

Polso fermo in Calabria dove il fenomeno abusivismo “è invadente e disastroso”. Condono morbido, invece, per gli “abusi di bisogno” e di “disservizio amministrativo”, ma linea dura per speculazioni edilizie e nuove costruzioni, spiegano in regione. Inoltre “siamo intenzionati ad alzare oblazioni e concessioni e a limitare metrature di ampliamento. Ma il disegno di legge deve essere ancora discusso dalla giunta. Non c'e' nulla di certo” precisano .

“Il problema dell'abusivismo in Calabria – continuano - è preoccupante soprattutto adesso in occasione della sanatoria. Ma non si possono criminalizzare gli abusi dovuti a lungaggini burocratiche, o piccoli ampliamenti di bisogno come camerette, mansarde, costruite da gente in difficoltà economica.

Invece devono essere punite duramente le speculazioni edilizie e, infatti, per il periodo di agosto la regione ha allertato le forze dell'ordine per vigilare sul territorio”. Già da tempo, comunque, la Calabria e' impegnata in una seria pianificazione territoriale, attraverso piani di sviluppo e recupero urbano. “E' fondamentale – spiegano in regione - una pianificazione rigorosa a monte, così da dissuadere il cittadino ad affidarsi a strumenti come il condono”.

PUGLIA

La Puglia si “adeguerà alla legge nazionale” spiegano in regione. “Avevamo già recepito il provvedimento governativo.

Dopo ci siamo fermati in attesa del contenzioso e della sentenza della Corte costituzionale. A settembre saremo pronti”. Le modifiche che apporterà la regione riguardano esclusivamente gli aggiornamenti relativi alle date ma la sanatoria “sarà in linea con quanto previsto dalla legge nazionale” assicurano in regione.

Unica eccezione, spiegano ancora, riguarderà le aree vincolate che “non saranno oggetto di condono”. Verranno inoltre ritoccate anche le oblazioni, alzate del 10%.

SICILIA

L'orientamento, spiegano in regione, e' quello recepire integralmente il provvedimento nazionale. “Non vogliamo toccare l'impianto della norma nazionale”. Addirittura la regione va verso una maggiore clemenza nei confronti degli abusi edilizi. La legge dovrebbe infatti abbattere gli oneri di urbanizzazione e concessione che saranno addirittura ridotti del 50%, mentre l'oblazione non verrà aumentata. Rimane invariato a 750 metri il tetto per chi ha allargato lo stabile. In base alle tipologie su cui lo Stato ci consente di lavorare, si provvederà poi ad eventuali restrizioni.
In particolare saranno interessate le costruzioni vicino al mare. E’ allo studio infatti un disegno di legge “per portare al recupero o all'abbattimento delle abitazione che si trovano nei 150 metri adiacenti alla spiaggia”. Certo è che su alcune zone non si potrà costruire, e chi lo ha già fatto dovrà provvedere alla demolizione: “di sicuro - afferma in regione - non si possono consentire abusivismi nelle aree protette di parchi e riserve naturali. Ci batteremo affinché le abitazioni abusive costruite in questi territori possano essere abbattute”.

SARDEGNA

In linea con il Governo le indicazioni che arrivano dalla Sardegna, dove la legge regionale rispetterà sostanzialmente le direttive nazionali. Unica fondamentale differenza, il limite all'ampliamento dell'immobile, che per la regione autonoma non può superare i 300 metri cubi. Rimangono invece inalterati oblazioni e oneri concessori e si chiuderà un occhio per le nuove costruzioni che, secondo la regione, “'non hanno alcuna distinzione con i normali ampliamenti, e saranno affrontate con lo stesso metro di giudizio”.

Sbarramenti, invece, per quanto riguarda le zone sottoposte a vincoli imposti da leggi regionali e statali, a tutela ambientale e paesistica o per immobili ritenuti patrimonio nazionale: non sarà prevista alcuna sanatoria. “Rispetteremo la legge regionale già approvata prima della sentenza della Corte Costituzionale – spiegano in regione. Provvedimento che del resto era già in linea con la sentenza. Non credo ci saranno ulteriori modifiche”.