La Campania e i suoi rifiuti ombelico d’Italia
di
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II                             
 
Nei mesi scorsi, tra la fine del 2007 e la primavera 2008, le immagini delle strade della Campania sommerse dai rifiuti e del governo Prodi incapace di risolvere il problema hanno fatto il giro del mondo. Le elezioni di aprile 2008 hanno determinato la scomparsa della sinistra dal Parlamento Italiano e la vittoria del centro destra. L’attuale Presidente del Consiglio Berlusconi in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe risolto l’emergenza rifiuti in Campania in alcune decine di giorni; vinte le elezioni, e senza nuovi impianti, le strade della Campania sono state in gran parte ripulite dai rifiuti. Il Presidente del Consiglio ha così dimostrato di avere mantenuto la parola con capacità di governo riuscendo, finalmente, ad imporre l’azione dello Stato in una Campania abitata da cittadini sporchi e cattivi, amministrata da incapaci e per di più sottomessi alla malavita organizzata. Apparentemente ci troviamo di fronte a tre “miracoli”: 1- il suicidio del governo Prodi; 2- l’autoeliminazione della sinistra; 3- Berlusconi che straordinariamente in poche decine di giorni riesce ad eliminare i rifiuti dalle strade della Campania, cosa che non è riuscito a fare Prodi in un anno e mezzo. E’ straordinario: il destino politico-amministrativo dell’Italia sembra imperniato sull’affare “emergenza-scandalo rifiuti in Campania”. Analizziamo scientificamente quanto accaduto negli ultimi mesi al fine di eliminare la versione “extraterrena” dei fatti che imporrebbe di richiedere che Berlusconi sia fatto “santo subito”. Il Governo Prodi con la vittoria elettorale del 2006 ha ereditato la ricorrente crisi con i rifiuti giacenti lungo le strade; ha nominato Bertolaso come nuovo Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti in Campania al posto del “sovraesposto” predecessore Catenacci. Bertolaso ha fatto del suo meglio per fare aggravare la situazione proponendo anche una nuova discarica di tal quale nel Parco Nazionale del Cilento (a Perdifimo) e una discarica a Valle Masseria di Serre, in un sito non idoneo ambientalmente in quanto ubicato sopra l’Oasi naturalistica di Persano e le opere di prelievo di circa 250 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per l’irrigazione della Piana del Sele con il rischio di compromettere irreversibilmente l’assetto socio-economico dell’area. Tale proposta è stata l’occasione di uno “scontro pagliacciata” con l’allora aspirante suicida ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio che si è imposto per realizzare la discarica a Macchia Soprana, poco distante da Valle Masseria ma sempre in sito non idoneo. Nel frattempo la sinistra parlamentare e governativa stava a guardare, sia pur mugugnando, scavandosi la fossa. L’11 maggio 2007, con l’immondizia che pericolosamente si accumulava lungo le strade,  Bertolaso ha fatto emanare il decreto salvacampania, che sarà trasformato in legge n. 87 il 5 luglio successivo, che imponeva la costruzione di quattro discariche per chiudere l’emergenza. All’inizio di luglio un nuovo commissario di Governo, Pansa, ha sostituito Bertolaso con il dovere di realizzare le discariche previste dalla legge 87. In sette mesi Pansa non ha attuato la legge e non è stato nemmeno richiamato da Prodi che lo ha lasciato fare anche quando, a fine 2007, il Prefetto ha proposto la realizzazione di discariche in siti non previsti dalla legge 87 e palesemente non idonei tanto è vero che ha fa scoppiare una serie di movimenti popolari in mezza Campania ed in particolare a Napoli dove si proponeva la riapertura della discarica di Pianura. Non solo Prodi ma anche vari ministri e amministratori, di fatto, hanno condiviso l’attività di Pansa e le proposte “Prodicide e sinistracide”. All’inizio del 2008, con la Campania in subbuglio e invasa dai rifiuti è stato nominato De Gennaro come nuovo Commissario di Governo per 4 mesi; dopo alcune gaffes, non credibili per un poliziotto della sua esperienza, a fine mandato ha iniziato a realizzare le discariche di Savignano Irpino e di Sant’Arcangelo Trimonte che quasi un anno prima avrebbe dovuto costruire Pansa per salvare la Campania come imposto dal DL dell’11 maggio 2007. La campagna elettorale si è caratterizzata per I’emarginazione dei partiti della sinistra, per la sudditanza e poca credibilità dello schieramento di centrosinistra e per l’impegno di Berlusconi a risolvere in poco tempo il problema dei rifiuti in Campania, sicuro che avrebbe potuto contare sulle discariche avviate da De Gennaro. I noti risultati elettorali di aprile 2008 hanno certificato l’apparente suicidio del centrosinistra e l’autoeliminazione della sinistra. E’ evidente chi ha perso (il centrosinistra) e chi ha guadagnato (il centrodestra) politicamente. C’è anche chi ha guadagnato economicamente grazie al centrosinistra e al centrodestra: ad esempio il gruppo Impregilo, beneficiato dallo scadente Prodi con due ordinanze di grande valenza economica (concessione del CIP 6 e possibilità di bruciare anche le balle e i rifiuti fuorilegge nell’inceneritore di Acerra) e dal Governo Berlusconi che le ha subito ratificate e legalizzate. Sembra incredibile che esperti uomini politici del centrosinistra, abilissimi ad occupare tutte le posizioni di potere, non si siano accorti che si stavano suicidando affondando nell’immondizia campana. Non può essere un suicidio! Questi eventi perdono la loro straordinarietà se visti come la conseguenza di un perentorio ordine di scuderia (almeno per quella parte del centrosinistra confluita nel PD) per preparare il terreno agli affari enormi resi agevolmente fruibili dalle lobbies trasversali grazie al conseguente rilancio dell’emergenza rifiuti e all’uso di poteri speciali sempre maggiori e autoritari. Ordine di scuderia che potrebbe essere stato impartito dalla “confederazione delle lobbies che contano” (quelle che comandano le mosse del centrodestra d’accordo con quelle che guidano il centrosinistra). La prospettiva era seria: si trattava di “comandare” l’Italia per un lungo periodo senza la sinistra in parlamento, con una crescente riduzione della democrazia, senza una opposizione degna di questo nome e una espansione incontrastata delle attività lobbystiche e parassitarie in un paese sempre più “democraticamente dittaturalizzato”. Altro che problema locale! La Campania e i suoi rifiuti sono al centro dell’attenzione e hanno rappresentato la base per il lancio di chi attualmente comanda e si prepara, probabilmente, ad estendere il “modello Campania” al resto dell’Italia.
10 settembre 2008