Ritenendo di grande importanza l'argomento, invio ben volentieri un assai interessante contributo dell'amico professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell'Università di Napoli Federico II, grosso esperto e conoscitore della problematica, in prima linea nella difesa del sito di Valle della Masseria a Serre, scelto in un primo momento dal Commissariato per l'Emergenza Rifiuti come discarica a poche centinaia di metri dal fiume Sele.
Emergenza rifiuti in Campania: evitiamo almeno un’epidemia di colera.
In base alle dichiarazioni di esponenti che occupano pro tempore posti di responsabilità istituzionale a livello locale e nazionale, i cittadini campani si sentono sempre più preoccupati.
E’ vero o no che lo scandalo rifiuti sta sempre più determinando la possibilità che insorga un’epidemia sanitaria? E’ vero o no che la vergognosa situazione ambientale con i rifiuti puzzolenti che intasano le strade sta danneggiando l’immagine e l’economia regionale?
Rispetto a questa drammatica situazione, la più grave dopo l’epidemia di colera del 1973, appaiono incredibilmente superficiali le prese di posizione di coloro che istituzionalmente devono garantire l’emersione dall’immondizia.
Bertolaso continua imperterrito, dopo gli errori commessi con le proposte di discariche a Perdifumo nel Parco Nazionale del Cilento, a Terzigno nel Parco Nazionale del Vesuvio, a dire che c’è rimasto male perché non gli hanno fatto realizzare la discarica a Valle Masseria di Serre, in adiacenza all’Oasi naturalistica e alle opere idrauliche per il prelievo di circa 250 milioni di metri cubi di acqua all’anno per l’irrigazione, e che questa soluzione è la migliore.
Fa finta di non sapere che il Commissariato per individuare il sito di Serre si è basato, con spietatezza, sull’unico parametro rappresentato dalla vicinanza del sito all’uscita dell’Autostrada di Campagna poichè serviva (a chi?) un sito da raggiungere agevolmente per scaricare e ripartire precipitosamente. Quando è stata proposta Valle Masseria (nel gennaio 2007) il Commissariato non aveva alcuna conoscenza seria circa le caratteristiche geoambientali e geomorfologiche del sito, tanto è vero che in marzo è stato istituito un Comitato Paritetico per accertare le caratteristiche geologiche ed ambientali di Valle Masseria. Le indagini effettuate dallo scrivente avevano già evidenziato, nel gennaio 2007, l’improponibilità del sito per le eccezionali caratteristiche ambientali e per l’importanza socio-economica e per il grave rischio di inquinamento delle acque del Sele. Tale preoccupazione, del resto è stata ben evidenziata nella valutazione d’incidenza della discarica sull’Oasi, elaborata dal professionista incaricato da Bertolaso che a pagina 173 così dice: “Uno sversamento incontrollato, sia pure accidentale e di scarsa entità, dei liquami di percolamento della discarica che dovesse riversarsi nel corso del fiume Sele sarebbe la causa di un vero disastro ambientale, nei confronti di uno dei sistemi fluviali che, ancora oggi, viene considerato uno dei meglio conservati della Campania e di tutte le regioni meridionali.” Affermazione che richiama quanto già avvenuto e accertato nella discarica realizzata alcuni anni fa dal Commissariato a Basso dell’Olmo, nel Comune di Campagna, proprio di fronte a Valle Masseria. Sulla base di concreti e dimostrati pericoli per l’ambiente e per l’uomo, tra cui quello idrogeologico evidenziato dall’Autorità di Bacino Interregionale del Sele, e dei vari vincoli ambientali, il Tribunale di Salerno ha ribadito l’irrealizzabilità della discarica a Valle Masseria. Le indagini geologiche svolte dallo scrivente nell’ambito del Comitato Paritetico hanno messo in evidenza che l’area perimetrata per la realizzazione della discarica non può garantire un’adeguata sicurezza geologica in quanto si trova a cavallo di due faglie appartenenti ad un sistema di tettonica attiva caratterizzato da spostamenti verticali anche nelle ultime migliaia di anni e che hanno determinato un sensibile peggioramento delle caratteristiche tecniche delle argille del substrato su cui poggerebbero i rifiuti; l’80% circa dell’area perimetrata, inoltre, sarebbe interessato da movimenti franosi in seguito all’evoluzione geomorfologia che determinerebbe un nuovo equilibrio dei versanti alterati dall’estrazione dell’argilla. In seguito al decreto legge dell’11 maggio 2007 è stato eliminato il comitato paritetico e non si è tenuto conto delle conclusioni dell’indagine geologica. Il decreto legge n. 61 ha sottolineato che alla base della scelta di Valle Masseria non c’è mai stata una conoscenza geologica: nelle azioni del commissariato non c’è mai stato il momento della scienza e della tecnica. Ma allora che garanzia da ai cittadini un Commissario straordinario che continua a proporre un sito non idoneo per una discarica regionale senza ispirarsi ai seguenti principi: proteggere la salute e migliorare la qualità della vita umana; garantire l'uso plurimo delle risorse e lo sviluppo sostenibile; valutare gli effetti diretti ed indiretti sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull'aria, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori, sui beni materiali e sul patrimonio culturale ed ambientale; garantire l'informazione e la partecipazione dei cittadini in ogni fase della procedura. I poteri “straordinari” devono essere usati in maniera straordinariamente positiva da persone che sappiano governare le situazioni emergenziali con professionalità, prontezza, trasparenza, con i contributi della scienza, della tecnica e sempre ispirati al buon senso.
I comportamenti dei responsabili istituzionali non danno molta fiducia ai cittadini.
Analizzando le proposte per uscire rapidamente dall’emergenza si rimane sconcertati in quanto il decreto legge, che tutti dicono che si deve attuare, propone tre discariche piccole, S. Arcangelo Trimonte, Savignano Irpino e Macchia Soprana di Serre, che richiederanno più tempo per la loro preparazione che per il loro totale riempimento; tenuto conto della non idoneità di Valle Masseria di Serre, la discarica più capiente sarebbe quella di Terzigno nel Parco Nazionale del Vesuvio per la cui realizzazione sono previste non poche complicazioni e dilazioni. L’8 luglio terminerà il conferimento di rifiuti alla discarica di Difesa Grande di Ariano Irpino e dovrebbe già essere disponibile il sito di stoccaggio di Macchia Soprana che avrebbe una limitata durata. Vi sono sempre circa 5 milioni di metri cubi di ecoballe che non possono essere bruciate ma smaltite in una discarica. Si corre sempre più il rischio che per togliere i rifiuti dalle strade si distruggano anche le risorse ambientali con gravi e irreversibili minacce all’assetto socio-economico basato sulle risorse naturali (acqua e suolo). Il diritto alla salute deve essere garantito per tutti i cittadini. Nessun decreto-legge può autorizzare la realizzazione di interventi che possano ledere questo diritto sancito dalla costituzione.
Leggendo i giornali delle ultime settimane i cittadini hanno la netta sensazione che i responsabili delle istituzioni abbiano gettato la spugna, incapaci di risolvere il problema.
Per i cittadini questo quadro rende sempre più probabile l’evenienza che possa scoppiare un’epidemia in Campania; e di chi sarebbe la colpa? Una cosa è certa, facendo tutti gli obbligatori scongiuri, che se davvero l’attuale crisi dovesse sfociare in una epidemia, tipo ad esempio quella del 1973, i cittadini sarebbero quelli che ne pagherebbero le conseguenze. Dopo essere stati parte lesa per oltre 13 anni e dopo avere sopportato ogni estate la solita emergenza puzzolente, dopo avere pagato le tasse senza avere usufruito di un servizio decente, i cittadini non saprebbero nemmeno con chi prendersela dal momento che in questo quadro drammatico c’è già chi corre ai ripari. Il Commissariato sta mettendo le mani avanti, evidenziando che «è senza colpe». Bertolaso pensa di abbandonare il Commissariato. Ma allora la colpa sarebbe delle Amministrazioni locali? Sarebbe dei deputati e senatori eletti dai cittadini campani?
In questo difficile quadro istituzionale, lo scrivente, convinto che solo con l’autorità e l’improvvisazione non si esce indenni da situazioni di emergenza e che i poteri “straordinari” devono essere usati in maniera straordinariamente positiva da persone che sappiano governare le situazioni emergenziali con professionalità, prontezza, trasparenza, con i contributi della scienza, della tecnica e sempre ispirati al buon senso, sottopone ai cittadini la seguente proposta immediatamente attuabile che potrebbe fornire oltre un anno di respiro.
A Serre, qualche chilometro a valle dell’Oasi di Persano e dell’imbocco delle opere di irrigazione, si trova la grande tenuta militare di Persano, disabitata e usata per varie esercitazioni. Lontano alcuni chilometri (4-5) dal Casino Reale, quindi senza alcun impatto sulla reggia vanvitelliana, e lontano dalle contigue aree coltivate, potrebbe essere realizzato un sito attrezzato per lo stoccaggio e l’ac*****ulo dei rifiuti in attesa di superare questa ennesima emergenza. Le caratteristiche geologiche sono certamente più favorevoli di quelle che caratterizzano le discariche di Lo Uttaro e dell’area di Giugliano-Villaricca. Con il consenso e l’indispensabile collaborazione dell’Esercito, potrebbe essere allestito agevolmente, con metodologie innovative che evitino di produrre percolato e consentano una efficace tutela dell’ambiente. Tali metodologie potrebbero essere esportate ed applicate ovunque. Il sito sarebbe sempre vicinissimo all’uscita dell’autostrada, ben custodito, ed essendo a valle dell’Oasi non si provocherebbe alcun inquinamento delle acque. Alcuni ettari della vasta area militare consentirebbero di superare agevolmente la crisi. Eviterebbero un possibile disastro ambientale, una sicura crisi socio-economica della Piana del Sele. Credo che le Forze Armate non rifiuterebbero un apprezzatissimo aiuto ai cittadini campani. In tal caso, il sito di Macchia Soprana, dopo la bonifica della vecchia discarica, rimarrebbe un’area attrezzata di riserva. Questa soluzione fornirebbe la necessaria tranquillità per avviare un serio e responsabile piano, almeno quinquennale, che consentirebbe alla Campania di ritornare una regione nota e famosa solo per le ineguagliabili bellezze ambientali, per i beni culturali e per le pregiate attività produttive note in tutto il mondo.
Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università di Napoli Federico II
2 Luglio 2007