Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente  

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Nuova pagina 4

Testone unico e rifiuti...militari
di Luca RAMACCI

pubblicato sulla rubrica Ecolex de La Nuova Ecologia aprile 2006

Nuova pagina 3

La “pornolegge” delega ambientale ha partorito, senza tropo travaglio, il “testone unico ambientale”. I saggi ministeriali hanno sfornato, in pochissimi mesi, 700 pagine di norme che, faticosamente, stiamo cercando di digerire.

A pochi giorni dalla ferale notizia, cominciano i primi commenti, quasi sempre negativi.

C’e’ chi si chiede quali sottili strategie abbiano indotto a modificare la nozione di scarico rendendo meno chiara la differenza con i rifiuti liquidi. Altri ridacchiano leggendo del danno ambientale.. Quelli che non sono ancora arrivati alla parte sui rifiuti, si chiedono cosa mai ci troveranno, viste le premesse.

Sicuramente la manina del partito del non rifiuto.

Dopo la telenovela dei rottami ferrosi, le bacchettate della Corte di Giustizia e la spedizione alla Corte Costituzionale del famigerato articolo 14 del D.L. 1382002 da parte della Cassazione che, senza mezzi termini, parlava di “innegabile vulnus arrecato al diritto comunitario”, il testone si dedica nuovamente a limare, tra “sottoprodotti” e “materie prime secondarie”, la nozione di rifiuto.

Nell’articolo sulle sostanze sottratte alla disciplina dei rifiuti troviamo vecchi amici, come il pet-coke, mentre alle terre e rocce da scavo (quelle oggetto di improvviso interesse dopo i sequestri dei cantieri dell’alta velocità) è stato dedicato un intero articolo, tutto per loro.

C’è anche una “new entry” che si potrebbe chiamare, per semplificare, “rifiuto militare”.

Si tratta dei sistemi d’arma, mezzi, materiali e infrastrutture “direttamente destinati alla difesa militare ed alla sicurezza nazionale” individuati con decreto ministeriale, che rimangono disciplinati dalle speciali norme di settore nel rispetto, bontà loro, dei principi di tutela dell’ambiente. Anche i magazzini, i depositi e i siti di stoccaggio nei quali vengono custoditi i rifiuti costituiscono opere destinate alla difesa militare. Mentre mi vedo già plotoni di soldati respingere eroicamente il nemico a colpi di mondezza, mi viene da pensare che quello che è accaduto all’Arsenale militare di La Spezia (migliaia di metri cubi di rifiuti, anche pericolosi, abbandonati all’aperto con spandimento di inquinanti sul terreno) grazie al “testone” non potrà più essere oggetto di attenzione del giudice penale come è avvenuto nel 2004. Non vorrei apparire troppo maligno, ma le coincidenze sono troppe e viene da pensare che, anche in questo caso, si è trovato il modo di reagire ad interpretazioni non gradite della Cassazione con il solito, abusato sistema.

Luca RAMACCI