Passato e futuro: uno sguardo di insieme sulla “Governance Globale Ambientale”
A cura della Fondazione ICEF - 15 maggio 2017
Vari soggetti che si sono occupati finora a vario titolo di “Governance Globale Ambientale”, con risultati limitati .
I - Passato
a) Governi
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Dichiarazione politica de l’Aia di 24 Governi, patrocinata da Mitterand, Presidente della Repubblica di Francia, 11 marzo 1989, a favore di una “Alta Autorità Internazionale per l’Ambiente”.
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Singole prese di posizione di numerosi Capi di Stato o di Governo od altre personalità politiche, raccolte dalla Fondazione ICEF, a seguito di una indagine a livello mondiale (anni 1996-1998): esiste un diffuso interesse politico, una consapevolezza sincera ma ancora senza un impegno diretto.
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Recenti prese di posizione di Capi di Stato del Sud America in vista della Conferenza di Parigi sul Clima, anni 2014-2015 (es. Presidente dello Equador a favore della creazione un Tribunale internazionale per l’Ambiente).
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Dati di fatto realistici:
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assenza dì nuovi strumenti giuridici internazionali sul tema ed anche di prese di posizione di principio in occasione delle Conferenze ONU sull’ambiente, compresa Rio+20 del 2012;
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deficit assoluto di vere decisioni per i profili di governance globale amministrativa (es ONUE), e per quelli giudiziari (es. Tribunale internazionale per i profili penali relativi ai crimini più gravi contro l’ambiente commessi da individui e Tribunale internazionale specializzato per i profili amministrativi e di responsabilità degli Stati verso la Comunità internazionale in nome della effettività del diritto internazionale dell’ambiente).
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Iniziativa della Presidenza della Repubblica francese per un Rapporto sulla governance economico-ambientale affidato con incarico ufficiale ad un Gruppo di Riflessione guidato da Jacques Attali: Report pubblicato nel Volume: “Pour une economie positive”, Fayard, Paris, 2013, v. anche pag. 142, proposition n. 38 a favore di un Tribunale Mondiale per l’Ambiente.
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Dato positivo: istituzione di un Tribunale Penale Internazionale per alcuni crimini di guerra e contro l’umanità (Statuto di Roma del 1998, suscettibile dì integrazioni per fattispecie nuove di crimini gravi contro l’ambiente comune, come suggerito dal Presidente Giovanni Conso).
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Dato positivo: creazione di Corti continentali per i diritti umani in Europa, Africa ed Americhe con possibilità in prospettiva di accesso diretto alla giustizia anche per il diritto umano all’ambiente di ogni persona: non solo la salute e l’integrità fisica personale delle generazioni presenti ma anche di quelle future; non solo il diritto alla vita personale, ma anche il diritto alla vita dell’ecosistema vivente terrestre minacciato dallo sconvolgimento del “sistema” climatico, da stabilizzare.
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Dato positivo: diffusione nel mondo del fenomeno della costituzionalizzazione del valore giuridico dell’ambiente in molti Paesi dei vari continenti con relative aperture di spazi alla giurisprudenza.
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Dato positivo: interesse reale, anche del mondo arabo ed islamico, per i diritti umani compreso l’ambiente, nonostante le difficoltà create da movimenti violenti che si richiamano erroneamente alla tradizione islamica, movimenti da combattere insieme con la forza delle comuni regole del diritto internazionale.
b) Parlamenti
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Presa di posizione del Parlamento Europeo nel 1992 in vista della Conferenza ONU di Rio de Janeiro, su iniziativa del compianto Alex Langer e di vari gruppi, a favore di una “Corte internazionale per l’Ambiente”.
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Presa di posizione ancora del Parlamento europeo in vista di Rio + 20 nel 2012 su iniziativa di Vittorio Prodi e suoi colleghi avente lo stesso oggetto, a dimostrazione di un persistente interesse politico per la governance anche in tema di giustizia internazionale.
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Presa di posizione favorevole dell’Unione Interparlamentare Mondiale a Washington nel 1999, sia rispetto alla governance amministrativa (un Consiglio di Sicurezza per l’Ambiente), sia rispetto a quella giudiziaria (una Corte Internazionale per l’Ambiente).
c) Nazioni Unite
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L’Unep ha invano proposto una sua trasformazione in ONUE (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Ambiente), cioè un organo autonomo con veri poteri di controllo, gestione e programmazione ambientale su scala globale, ma ha ottenuto per ora solo una maggiore rappresentatività dei Governi nella sua attuale struttura.
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Dato negativo: resta non realizzato l’inserimento nel modello politico globale delle Nazioni Unite degli enti economici internazionali esistenti, che ora operano all’esterno (non solo in senso fisico), come Banca Mondiale, Fondo Monetario internazionale e WTO, a dimostrazione del fatto che l’economia vuole un percorso autonomo senza reali vincoli strutturali a favore dei diritti umani e del diritto umano all’ambiente. Va segnalato che l’Assemblea Generale delle N.U. nel 2009 nominò una Commissione internazionale di esperti presieduta dal premio Nobel, Joseph Stiglitz, per realizzare almeno un maggiore coordinamento tra economia ed altri valori emergenti come diritti umani e ambiente (un “Consiglio per la Coordinazione Economia Globale”).
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Necessità ed urgenza di una riforma delle Nazioni Unite: lo stesso modello delle Nazioni Unite, sorto nel 1945 alla fine della II Guerra Mondiale (quando il valore ambiente non era ancora emerso a livello globale), non appare adeguato al valore ambiente, considerando la minaccia del mutamento climatico in atto che riguarda la sostenibilità della stessa vita dell’ecosistema terrestre. La riforma da tutti invocata può trovare nella necessità della stabilizzazione del clima un terreno comune condiviso per essere realizzata.
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Dato positivo: l’Unep, con il sostegno della Banca Mondiale, ha realizzato nel 2002 a Johannesburg e nel 2003 a Nairobi due eventi a favore di un ruolo più incisivo e qualificato delle Corti Supreme di tutti i Paesi per l’applicazione del diritto dell’ambiente e la sua effettività. Ha altresì favorito in Europa la nascita di un Forum UE dei Giudici per l’ambiente sostenendo una Conferenza specifica presso il CSM in Roma patrocinata dalla Fondazione ICEF e dal suo Presidente onorario Giovanni Conso.
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Manca l’anello successivo: un evento mondiale sulla giustizia internazionale per l’ambiente finanziato in modo trasparente dagli enti economici internazionali, che raggruppi i Fora esistenti (come la Corte di Giustizia Internazionale, la Corte Permanente di Arbitrato, gli Organi di giustizia settoriali relativi a grandi aree: mare/commercio internazionale) ed assicuri l’accesso alla giustizia non solo degli Stati, ma anche delle Organizzazioni internazionali, delle ONG e delle stesse persone (a certe condizioni).
d) Mondo religioso
Un grande contributo a favore della Governance Globale Ambientale è venuto dal mondo religioso cristiano (cattolici, ortodossi, protestanti). Questo contributo merita di essere meglio conosciuto per la sua profondità e continuità, considerato il carattere universale del Cristianesimo che nel suo seno ha saputo recepire aspetti importanti della evoluzione culturale laica, soprattutto in tema di diritti e doveri umani.
E’ ancora attuale la “Pacem in Terris” del 1963 di Giovanni XXIII per la sua straordinaria capacità anticipatrice, come attuali sono i contributi successivi della Santa Sede (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI con l’Enciclica “Caritas in Veritate” e da ultimo Papa Francesco con l’Enciclica “Laudato SI”): si invoca ripetutamente la creazione di una vera Autorità politica mondiale per l’economia e l’ambiente.
Occorre ora sviluppare ed articolare questa visione universalistica pienamente condivisibile, in sintonia con le altre religioni e culture per evitare che si rimanga sempre a livello di soli principi.
e) Altre istituzioni
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Corte di Cassazione italiana: costituzione - con Decreto in data 24 settembre 1991 del Primo Presidente Antonio Brancaccio - di una Segreteria Scientifica nell’ambito della Corte per la promozione di un “Tribunale Internazionale per l’Ambiente” ed affidamento della direzione al giudice Amedeo Postiglione: struttura ufficiale che ha operato per vari anni con molte iniziative in Italia ed altri Paesi con la credibilità ed indipendenza di un organismo istituzionale.
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Unione Europea: Studio di fattibilità relativo al Progetto di una Corte internazionale dell’ambiente a cura dell’Ufficio Studi in Strasburgo, anno 1993.
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Japan Bar Association: sostegno pubblico dell’Associazione degli Avvocati del Giappone nella Conferenza ONU di Rio de Janeiro del 1992 al Progetto di Corte internazionale per l’ambiente presentato dalla Fondazione ICEF (costituita in Italia con atto notarile in data 22 maggio 1992 REP 28439 – Racc. 6027, notaio prof. Carlo A. Troiani, Via Monte Zebio n. 28 Roma) e rinnovata collaborazione con Kyoto in occasione della nota riunione delle Parti sul clima.
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IBA - International Bar Association, in Londra e Washington, che raggruppa più di 50 Associazioni nazionali di Avvocati e prese di posizione a favore di un Tribunale internazionale per l’Ambiente.
f) Società civile
Fondazione ICEF
Fu costituita nel 1992 con una finalità limitata alla partecipazione dì una Delegazione nazionale alla Conferenza “Ambiente e Sviluppo” di Rio de Janeiro.
Aveva come oggetto sociale la promozione di una Governance ambientale incentrata su un modello bilanciato di autorità sopranazionali:
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una Agenzia internazionale Ambiente presso le N.U.;
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una Corte internazionale per l’Ambiente presso le N.U.
La primitiva ICEF godette del sostegno economico solo “una tantum” e molto modesto di due enti: Alenia e Iritecna, per consentire una migliore presenza ed immagine a Rio de Janeiro.
Di fatto il Progetto di giustizia internazionale per l’ambiente fu assunto a scopo promozionale dalla stessa Corte di Cassazione come si è detto.
Questa Fondazione - che mai ha operato a scopo privatistico - subì una modifica rafforzativa nel 2003 per l’ingresso come soci permanenti di tre enti: Telecom Italia, Fintecna e Finmeccanica, ed un contributo annuale comune di sostegno (v. Atto 4-7-2003 dello stesso notaio Prof. Carlo Troiani Rep. 61166 Racc. 10410). La direzione fu affidata ad Amedeo Postiglione, senza compenso e la presidenza onoraria al Prof. Giovanni Conso.
Le contribuzioni di tali enti cessarono nel 2010, ma la Fondazione ha continuato a perseguire le sue finalità con contributi volontari.
Le iniziative, molto numerose svolte con continuità, sono descritte nelle Pubblicazioni ICEF e nel Sito.
Sembra saggio e realistico valutare il problema del rafforzamento del Progetto in un contesto nuovo più ampio condiviso.
Altre ONG
Nel mondo operano molte ONG che si richiamano all’ambiente sia per i contenuti sia per le possibili innovazioni della governance globale.
Ad esempio nel 1996 a Berlino fu possibile verificare in occasione della Conferenza sul clima una mobilitazione impressionante di ONG tedesche e austriache, sostenute da Eurosolar: una grande scritta nella Haus der Culturen in der Welt recitava “Internationales Klima Tribunal”, con chiara invocazione della giustizia internazionale.
Fu invitata a presenziare anche la Fondazione ICEF, contattata all’epoca da Beppe Grillo, molto interessato alle energie rinnovabili.
Un ruolo di grande importanza ha avuto IUCN che ha sempre collaborato con la Fondazione ICEF in occasione di eventi in Italia ed in altri Paesi.
II - Futuro
- Sul piano dei metodo sembra importante che si faccia il punto sulla problematica e si domandi ad ogni soggetto che finora si è occupato di governance globale ambientale come è possibile proseguire.
- Si è dell’opinione che la crisi climatica obbligherà la Comunità internazionale a creare necessariamente una istituzione di giustizia internazionale che possa imporsi con autorità anche ai Governi e agli altri soggetti di diritto internazionale.
- A livello nazionale può essere offerto un contributo importante, perché esiste una diffusa sensibilità per il tema sia nelle istituzioni, sia nel mondo scientifico, sia nella società civile.
Una Mozione al Governo italiano chiarisce le possibilità che possono aprirsi.
Si rivolge un appello:
- al Presidente della Repubblica
- al Presidente del Consiglio
- al Ministro degli Affari Esteri
- al Ministro dell’Ambiente, del Territorio e del Mare.
Perché inizi un percorso politico almeno a livello di studio,
ricordando che proprio in Italia fu lanciata la prima volta a livello scientifico la Proposta di Governance Globale Ambientale presso l’Accademia Nazionale dei Lincei dalla Corte di Cassazione (21-24 aprile 1989): erano presenti alte personalità come Edoardo Amaldi, il Prof. Ago della Corte di giustizia de l’Aia, il Prof. Ferrari Bravo in rappresentanza del Ministero Affari Esteri, il Presidente Galli Fonseca della Corte di Cassazione ed esperti di oltre 30 Paesi, ospitati per tre giorni dall’ENI in una sede di Castelgandolfo.