Articolo di Luca PALAZZOTTO in tema di "effetto serra"

A sentir parlare di "effetto serra" si ha come l'impressione di essere al bar dello sport: ognuno ha le sue idee e alla fine se le tiene. Nella comunità scientifica non vi sono molte certezze riguardo ai mutamenti climatici dell'ultimo secolo di storia. Taluni mettono in discussione il fatto che la produzione antropica di gas serra possa influire sul clima. Effettivamente il problema è complesso, ma un'idea a riguardo ce la si può fare.
Da un articolo del prof. Ernesto Pedrocchi del Politecnico di Milano ("L'equivoco del protocollo di Kyoto", pubblicato su "Il Giornale dell'Ingegnere", n. 1 - 15 gennaio 2002), polemico nei riguardi dell'allarmismo intorno al cambiamento climatico, qualche dato può aiutarci a inquadrare il problema. Il 3% delle emissioni terrestri di CO2 derivano dalla combustione di idrocarburi. Senza questo 3% tutte le emissioni verrebbero naturalmente riassorbite dalle foreste e dai mari. Al contrario, oggi la metà di questo 3% resta in atmosfera.
Sembrano cifre piccole, ma bastano a invertire la tendenza al riassorbimento naturale dell'anidride carbonica ( CO2 ) da parte del sistema Terra. Quello che appare strano, è che di fronte ad un simile dato lo stesso prof. Pedrocchi minimizzi i termini del problema. Bisogna infatti sottolineare che le emissioni antropiche di CO2 costituiscono solo la punta di un iceberg. La deforestazione dei polmoni verdi della Terra complica il problema, per cui si innesca un pericoloso feed-back, nel quale gli effetti si amplificano divenendo reciprocamente l'uno la causa dell'altro. Un esempio: la deforestazione e l'urbanizzazione del suolo favoriscono la desertificazione, quindi l'aumento di evaporazione dell'acqua, quindi l'aumento della temperatura (il vapore acqueo è il principale gas con effetto serra), quindi l'aumento di incendi spontanei delle foreste, quindi l'accelerazione della desertificazione… Oppure: l'eccesso di gas serra provoca l'aumento della temperatura, che provoca lo scioglimento dei ghiacci, che rilasciano a loro volta l'anidride carbonica in essi intrappolata, dunque l'effetto viene amplificato dall'immissione di altro gas serra nell'atmosfera.

Valutare, come fa il Pedrocchi, il solo dato della CO2 prodotta dalle emissioni antropiche di idrocarburi è riduttivo: non sono solo le emissioni di gas serra il problema, ma l'insieme delle attività umane che indeboliscono da più parti l'ecosistema. Il calcolo matematico non basta.
Come giustamente afferma lo stesso Pedrocchi (ma per sostenere la tesi opposta) vi è incertezza sull'argomento, poiché l'accavallarsi dei fenomeni non rende possibile una distinzione netta tra le cause ed gli effetti ad esse connessi. L'incertezza, a mio parere, dovrebbe però allarmare anziché tranquillizzare, perché l'influenza antropica su questi fenomeni potrebbe essere molto più importante di quanto non si creda. Cosicché un cambio di rotta nella politica ambientale potrebbe avere effetti molto più incisivi di quanto si immagini. Dunque bisogna continuare a fare pressione sui governanti affinché questi agiscano nella giusta direzione e non si sentano autorizzati, nel beneficio del dubbio, a procedere con politiche non sostenibili.
La diversa interpretazione dello stesso dato rende chiaramente l'idea della complessità dell'argomento. Tuttavia ritengo imprudente la sottovalutazione degli allarmi, proprio per la potenziale distruttività ed inerzia dei fenomeni considerati. Anche smettendo di produrre CO2 da un giorno all'altro (ipotesi ovviamente utopica), il fenomeno di aumento della temperatura impiegherebbe probabilmente decenni a esaurirsi. E altri decenni si dovrebbero attendere per tornare a livelli preindustriali di concentrazione di CO2 nell'atmosfera.
Se è vero che non si possono individuare in modo univoco i legami tra cause ed effetti, si può, in modo intuitivo, immaginare che un maggiore controllo delle emissioni, insieme ad azioni di riforestazione per l'aumento della capacità di assorbimento terrestre, possano portare dei benefici nella situazione attuale.

Luca Palazzotto