di Luca RAMACCI
pubblicato nella rubrica "Ecolex" in La Nuova Ecologia dicembre 2008
Il legislatore, iperattivo, produce leggi con una frequenza impressionante. La fretta, spesso imposta dalla necessità di sistemare qualche inquinatore “amico” non sempre produce, però, risultati accettabili.
A questo deve allora rimediare la giurisprudenza, interpretando le norme e indicando la strada da seguire.
Gli operatori del settore devono così seguire costantemente questa frenetica attività.
I moderni sistemi di comunicazione dovrebbero facilitare molto le cose ma non sempre è così. Anche in questi casi l’inquinamento produce ricchezza e, di conseguenza, attira affaristi di ogni specie, anche di pochi scrupoli.
Il panorama è molto vasto. Consulenti ambientali improvvisati che, con una partita IVA uno studio e un po’ di faccia tosta si inventano un mestiere grazie alla mancanza di una seria regolamentazione, con lo stesso sistema con il quale si può iniziare a leggere i tarocchi o vendere i numeri per vincere a lotto.
Altri organizzano costosissimi corsi di formazione dai nomi altisonanti (“master” è quello più gettonato) promettendo in poche ore e con qualche diapositiva una preparazione che richiede anni di pratica o pescando, tra i volontari delle associazioni, gli “sceriffi della domenica” ai quali lasciano intendere di poter svolgere indagini e operare sequestri meglio di un ufficiale dei carabinieri.
Ci si potrebbe salvare utilizzando Internet ma è proprio in rete che proliferano i “siti civetta” creati apposta per pubblicizzare iniziative come quelle appena descritte attraverso l’offerta gratuita di sentenze e altro materiale pescato a casaccio. Altri, più semplicemente, fanno pagare un abbonamento per consultare materiale che si trova gratuitamente altrove.
Fortunatamente la indiscriminata diffusione di questi fenomeni sta allarmando gli utenti che attraverso il vecchio sistema del passaparola cominciano a fare un po’ di selezione.