Beni Culturali.Attività di vigilanza sull’attività edilizia su beni vincolati
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 6794 del 29 novembre 2018
Beni Culturali.Attività di vigilanza sull’attività edilizia su beni vincolati
Anche con riguardo ai beni culturali, l’attività di vigilanza sull’attività edilizia è demandata al Comune, e nell’ambito di esso, tale attribuzione viene esercitata da Dirigenti, come risulta dalla piana interpretazione: sia dell’art. 27 del d.P.R. n. 380 del 2001, Il legislatore ha previsto una competenza alternativa tra il Comune e l’Autorità preposta al vincolo in materia di repressione degli abusi perpetrati in zona vincolata, dandosi al contempo carico di evitare la sovrapposizione del concreto esercizio del potere demandato alle due Amministrazioni competenti mediante la prescrizione della previa comunicazione all’Autorità che deve salvaguardare il vincolo, la quale può eventualmente intervenire, ai fini della demolizione, anche di propria iniziativa
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Acque.Assimilazione acque reflue industriali alle acque reflue domestiche
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Cass. Sez. III n. 56094 del 13 dicembre 2018 (Ud 8 nov 2018)
Pres. Rosi Est. Gai Ric. Inghilleri
Acque.Assimilazione acque reflue industriali alle acque reflue domestiche
in tema di inquinamento idrico l'assimilazione, ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni, di determinate acque reflue industriali alle acque reflue domestiche è subordinata alla dimostrazione della esistenza delle specifiche condizioni individuate dalle leggi che la prevedono, restando applicabili, in difetto, le regole ordinarie
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Urbanistica.Interventi di eliminazione delle barriere architettoniche in zona sismica
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TAR Lazio (RM) Sez. II-bis n. 11553 del 28 novembre 2018
Urbanistica.Interventi di eliminazione delle barriere architettoniche in zona sismica
Dall’esame della normativa di settore si desume la necessità, a prescindere dal titolo abilitativo edilizio, non richiesto dalla legge, che l’intervento per la costruzione di un ascensore (intervento volti all'eliminazione delle barriere architettoniche) in zona sismica sia autorizzato dall’ufficio tecnico regionale.
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Urbanistica.Elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici
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Cass. Sez. III n. 54692 del 7 dicembre 2018 (Ud 2 ott 2018)
Pres. Andreazza Est. Reynaud Ric. Barletta
Urbanistica.Elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici
L’art. 6 dpr 380\01 che tra le attività di edilizia libera non assoggettate ad alcun titolo abilitativo, contempla «gli elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici» (art. 6, comma 1, lett. e quinquies, d.P.R. 380 del 2001) - dev’essere coordinata con il principio contenuto nel precedente art. 3, comma 1, lett. e.1), sicché essa non si riferisce a strutture che ampliano il preesistente edificio, ma, come la descrizione della fattispecie peraltro precisa, a manufatti separati, realizzati a servizio dello stesso nelle aree pertinenziali. E proprio a questi si riferisce il c.d. “glossario” delle opere libere contenuto nel d.m. 2 marzo 2018 , che riconduce a tale categoria il gazebo ed il pergolato, purché il manufatto sia «di limitate dimensioni e non stabilmente infisso al suolo».
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Protezione civile.Amministrazioni locali e gruppi comunali di protezione civile: natura giuridica, organizzazione ed impiego nel quadro del nuovo Codice (D.Lgs. 1/2018)
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Amministrazioni locali e gruppi comunali di protezione civile: natura giuridica, organizzazione ed impiego nel quadro del nuovo Codice (D.Lgs. 1/2018)
di Stefano TRIPI
Aria.Grandi impianti di combustione
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TAR Sardegna Sez. II n. 1002 del 3 dicembre 2018
Aria.Grandi impianti di combustione
La stessa relazione illustrativa della legge n. 21 del 25.02.2016 di conversione del D.L. 210/2015 precisa che la legge in questione interviene accordando le deroghe in un periodo transitorio comunque non superiore ad un anno. Pertanto, salva la possibilità di ottenimento della deroga di cui al comma 3 ter, deroga valevole fino al 01.01.2017, per il periodo successivo riprende vigore l’art. 273, comma 3, norma a carattere cogente e prescrittivo, il quale prevede che «Ai grandi impianti di combustione anteriori al 2013 i pertinenti valori limite di emissione di cui alla Parte II, sezioni da 1 a 6, dell'Allegato II alla Parte Quinta si applicano a partire dal 1 gennaio 2016». Ciò sta a significare che a decorrere dal 1.01.2016 (termine come detto prorogato al 1°.01.2017 dall’art. 8, comma 2, D.L. 210/2015, convertito in L. n. 21 del 25.02.2016) i limiti emissivi dovranno essere obbligatoriamente ricondotti ai livelli previsti dalle BAT di settore, come già richiesto alla società ricorrente- che ha omesso di adeguarsi – con i provvedimenti oggetto di separata impugnativa in sede giurisdizionale.
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