EMERGENZA SICCITA’: LA REGIONE NULLA SPENDE SUL RICICLO DELL’ACQUA PIOVANA
(Luigi Fanizzi – ECOACQUE®)
E’ scandaloso come la Regione Puglia, nel nuovo Piano di Tutela delle Acque, nulla abbia speso per il riciclo delle acque piovane ai fini del risparmio d’acqua potabile in ambito domestico e nei settori industriale, terziario ed agricolo.

Eppure la raccolta di acque piovane in invasi e cisterne (previa depulviscolatura), al servizio di fondi agricoli, aree industriali e commerciali o di singoli edifici, è libera e gratuita; non richiede cioè licenza o concessione di derivazione (acque non demaniali).

 Le Regioni, secondo il D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. T.U.A.), non dovevano prevedere norme e misure volte a favorire la riduzione dei consumi di acqua potabile?
 Le Regioni, sempre secondo il summenzionato T.U.A., non dovevano assicurare le prevenzione da rischi idraulici (alluvioni) e la messa in sicurezza del territorio dalle situazioni di rischio siccità (desertificazione)?

Perché, dunque, non si incomincia, in un territorio come la Puglia, la lotta alla desertificazione? Perché non si incomincia ad imporre, almeno nei nuovi insediamenti abitativi, commerciali ed industriali, reti duali di adduzione al fine dell’utilizzo di acque piovane (acque dolci
Allo scopo di incentivare la pratica del riciclo dell’acqua piovana, si potrebbe pensare di:

1 – ridurre la tariffa dell’acqua potabile per le utenze domestiche e/o industriali;
2 – esentare o ridurre la tariffa per il collettamento/smaltimento nelle reti separate;
3 – ridurre gli oneri di urbanizzazione.

Promovendo l’informazione e la diffusione della pratica della raccolta dell’acqua piovana, in ogni bacino urbano, si interverrebbe sulla regimazione idrica ripristinando, almeno in parte, il reticolo idrografico “naturale” del bacino stesso, non si sovraccaricherebbe il carico idraulico degli impianti di depurazione degli agglomerati urbani (con le conseguenze che tutti conosciamo), si abbatterebbe considerevolmente il ricircolo delle polveri inquinanti, si preverrebbero fenomeni di rischio idraulico e si metterebbe in sicurezza, contestualmente, da situazioni di rischio desertificazione.