Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 10663 del 6 dicembre 2022
Rifiuti.Obblighi in caso di inquinamento
Sulla base di quanto previsto dall’art. 245, comma 2, del d. lgs. n. 152/2006, il proprietario o il gestore dell'area − pur se non responsabili dell'inquinamento – sono tenuti ad attuare le misure di prevenzione ovverosia ad adottare le iniziative volte a contrastare una minaccia, intesa come rischio sufficientemente probabile che si verifichi in un prossimo futuro un danno alla salute o all'ambiente. Si tratta di iniziative a carattere preventivo, utili ad impedire o attenuare i probabili effetti di una minaccia potenziale di danno alla salute o all'ambiente, che vanno ad aggiungersi all’onere reale e al privilegio speciale sull’immobile previsti dall’art. 253 del d. lgs. n. 152/2006 (c.d. “passività ambientali” che possono ricondursi alla presenza nel sito di rifiuti accumulatisi durante la gestione anteriore al trasferimento, senza che tale accumulo abbia comportato il superamento dei limiti legali di contaminazione che fanno scattare gli obblighi di bonifica, ovvero all’ipotesi in cui un qualsiasi fatto di inquinamento abbia comportato la contaminazione del sito)
La prova della considerazione della Corte costituzionale
(Spunti di riflessione da coeve sentenze del Consiglio di Stato)
di Massimo GRISANTI
Si può ancora parlare di “responsabilità condivisa” nella gestione dei rifiuti?
di Gianfranco AMENDOLA
Consiglio di Stato Sez. VII n. 10455 del 28 novembre 2022
Urbanistica.Sanzioni art. 37 TU edilizia
Il (meno afflittivo) apparato sanzionatorio di cui al comma 4 dell’articolo 37 dpr 380\01 può essere invocato soltanto “[laddove] l’intervento realizzato risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento di presentazione della domanda” (di dichiarazione di inizio di attività – in seguito: SCIA).
La rilevante consistenza degli interventi sine titulo e la particolare disciplina vincolistica esistente nell’area, escludono la prova della sussistesse della ‘doppia conformità’ che la richiamata disposizione impone ai fini di consentire l’applicazione della (più lieve) sanzione di cui al comma 4.
Il rapporto tra il delitto di traffico illecito di rifiuti e quello d’inquinamento ambientale: un’ipotesi di connessione da concorso formale o da continuazione dei reati (Parte II).
di Giuseppe DE NOZZA
Consiglio di Stato Sez. VI n. 10598 del 2 dicembre 2022
Beni ambientali.Determinazione sanzione pecuniaria
L'art. 167, comma 5 dlv 42\2004 non fornisce criteri specifici per calcolare il profitto conseguito mediante la trasgressione e dunque impone di fare riferimento alla nozione generale di profitto come grandezza volta a descrivere in senso dinamico la differenza fra flussi di ricavi e flussi di costi riferibili ad un determinato arco temporale. Tale definizione ha come riferimento una grandezza economica che esprime l’aumento effettivo del valore del patrimonio conseguito dall’autore dell’opera abusiva.
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