Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Cass. Sez. III n. 33033 del 25 novembre 2020 (UP 18 set 2020)
Pres. Andreazza Est. Corbo Ric. Schiaffino
Rifiuti.Violazione prescrizioni AIA
In tema di gestione dei rifiuti, risponde del reato previsto dall'art. 29-quattuordecies d.lgs. n. 152 del 2006, il titolare dell'autorizzazione integrata ambientale che viola le prescrizioni imposte dal provvedimento, anche quando queste si riferiscono ad obblighi di segnalazione nelle zone di stoccaggio, non potendo in alcun caso l'inosservanza di esse ritenersi circoscritta nell'ambito delle mere irregolarità amministrative, in quanto la valutazione della offensività della condotta è stata già preventivamente effettuata dal legislatore
Consiglio di Stato Sez. VI n. 7063 del 16 novembre 2020
Urbanistica.Opere edilizie su suoli demaniali
In via generale, ai fini della esecuzione di opere edilizie su suoli demaniali non è sufficiente il semplice provvedimento di concessione demaniale, ma occorre pur sempre l'ulteriore ed autonomo titolo edilizio comunale, stante la piena autonomia degli interessi amministrativi presi in considerazione dai due atti abilitativi; la necessità dell'apposito titolo edilizio per le opere da eseguirsi dai privati su aree demaniali è espressamente prevista dall'art. 8 d.P.R. n. 380/2001
La confisca obbligatoria prevista per le contravvenzioni ambientali di cui al d.lgs. n. 152/2006 è veramente esente da dubbi di costituzionalità?
di Vincenzo PAONE
TAR Piemonte Sez. I n. 712 del 12 novembre 2020
Rifiuti.Imputabilità soggettiva dell’illecito ambientale di cui all’art. 192 d.lgs. 152/2006
Dalla piana esegesi del dato letterale si evince l’indefettibile imputabilità soggettiva dell’illecito ambientale di cui all’art. 192 d.lgs. 152/2006, in linea con il sistema normativo sanzionatorio in materia ambientale ispirato a rigorosa tipicità delle fattispecie illecite, nel senso che per essere ritenuti responsabili della violazione dalla quale è scaturita la situazione di inquinamento, occorre quantomeno la colpa. Siffatta ermeneutica è confortata dalla costante giurisprudenza amministrativa per cui tale regola di imputabilità a titolo di dolo o colpa non ammette eccezioni, anche in relazione ad un'eventuale responsabilità solidale del proprietario dell'area ove si è verificato l'abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo (fattispecie relativa ad ordinanza contingibile e urgente del Comune con cui l’amministrazione intima al conduttore e alla società proprietaria, ricorrente, di un compendio immobiliare la rimozione dei rifiuti ivi depositati ad opera del conduttore in ragione di una ravvisata criticità ambientale legata alle concrete modalità dello stoccaggio degli stessi
Cass. Sez. III n. 32737 del 24 novembre 2020 (UP 18 set 2020)
Pres. Andreazza Est. Corbo Ric. Capillo
Rifiuti.Spedizione illegale
Per «spedizione illegale di rifiuti», a norma del Regolamento CE 1013/2006, si intende anche quella effettuata mediante dichiarazione dei soli rifiuti per i quali è prevista la procedura degli obblighi generali di informazione, senza menzionare gli ulteriori rifiuti per i quali, invece, sarebbe necessario ricorrere alla procedura di notifica ed autorizzazione preventiva scritte. Inoltre, sono da ritenersi assoggettate alla procedura di notifica ed autorizzazione preventiva scritte, le spedizioni per il recupero delle miscele di rifiuti composti da rifiuti anche solo in parte non inclusi nell’allegato III.
TAR Molise Sez. I n. 307 del 9 novembre 2020
Beni Ambientali.Potere della sovrintendenza di cancellare i diritti edificatori previsti dalla pianificazione urbanistica
Il potere della Soprintendenza (e della Commissione per il paesaggio) di cancellare interamente i diritti edificatori previsti dalla pianificazione urbanistica è estremamente limitato. L'opzione zero è, infatti, uno strumento del tutto residuale, che può essere esercitato solo dopo che sia stata esclusa in concreto, nel contraddittorio con i privati, la possibilità di effettuare l'intervento edilizio con modalità diverse e meno impattanti. Qualora in un progetto siano effettivamente ravvisabili criticità o dettagli potenzialmente dissonanti, l’autorità che effettua la valutazione paesistica è tenuta in primo luogo a graduare il proprio giudizio attraverso prescrizioni limitative o mitigative. È infatti prioritario stabilire se, con differenti modalità costruttive o con una diversa scelta di materiali e colori, ovvero con schermature vegetali o interventi di ingegneria naturalistica, sia possibile diluire e confondere il significato delle nuove opere nella visione d’insieme. Un giudizio completamente negativo può essere espresso solo dopo aver scartato queste ipotesi intermedie.
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