Cass. Sez. III n. 16037 del 11 maggio 2006
Pres. Postiglione Est. Petti Ric.
Bianco
Urbanistica. Mancata esposizione del cartello di cantiere
L’articolo 4, comma 4 della legge 47-1985 è stato abrogato dal TU edilizia, ma la violazione dell’obbligo di esposizione del cartello di cantiere e di esibizione della concessione edilizia (ora permesso di costruire) ma il suo contenuto è stato sostanzialmente riprodotto nell’articolo 27, comma quarto del predetto TU dal contenuto del quale emerge che la violazione continua ad essere sanzionata ove gli obblighi predetti siano imposti dal regolamento edilizio o dal permesso di costruire.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri
Magistrati: Udienza pubblica
Dott. POSTIGLIONE Amedeo - Presidente - del 07/04/2006
Dott. DE MAIO Guido - Consigliere - SENTENZA
Dott. ONORATO Pierluigi - Consigliere - N. 579
Dott. PETTI Ciro - Consigliere - REGISTRO GENERALE
Dott. SARNO Giulio - Consigliere - N. 22333/2005
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Bianco Emilio, nato a Viareggio l'8 novembre 1942;
avverso la sentenza del Tribunale di Viareggio del 2 febbraio del 2005;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Ciro Petti;
sentito il Sostituto Procuratore Generale Dott. Di Popolo Angelo, il
quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso con il conseguente
annullamento della sentenza impugnata per non avere l'imputato commesso
il fatto essendo responsabile il solo direttore dei lavori;
letti il ricorso e la sentenza denunciata.
Osserva quanto segue:
IN FATTO
Con sentenza del 2 febbraio del 2005, il Tribunale di Lucca, sezione
distaccata di Viareggio, condannava Bianco Emilio alla pena di Euro
300,00 di ammenda oltre al pagamento delle spese processuali, quale
responsabile del reato di cui al L. n. 47 del 1985, art. 20 lettera a)
(ora D.P.R. n. 380 del 2001, articolo 44 lett. a), per avere, nella
qualità di committente dei lavori, in violazione dell'art.
100 del Reg
Edilizio del Comune di Viareggio, omesso di esporre la prescritta
tabella indicante gli estremi dell'atto autorizzativo e dell'intervento
edilizio.
Fatto accertato in Viareggio il 14 maggio del 2003.
Ricorre per Cassazione l'imputato per mezzo del suo difensore
denunciando la violazione della norma incriminatrice perché
non tutte
le violazioni del regolamento edilizio comunale sono soggette a
sanzione penale e comunque tale responsabilità ricade
eventualmente
solo sui soggetti indicati nell'atto amministrativo. IN DIRITTO
Il
ricorso è infondato. Invero la L. n. 47 del 1985, art. 20,
comma 1,
lettera a), riprodotto nella D.P.R. n. 380 del 2001, art. 44, ferma
restando l'applicazione di eventuali sanzioni amministrative, sanziona
con l'ammenda l'inosservanza delle norme, prescrizioni e
modalità
esecutive previste dalla legge nonché dai regolamenti
edilizi, dagli
strumenti urbanistici e dalla concessione. Secondo le Sezioni unite di
questa Corte la previsione contenuta nella norma citata configura
un'ipotesi di norma penale in Bianco, posto che per la determinazione
del precetto viene fatto rinvio a dati prescrittivi, tecnici e
provvedimentali di fonte extrapenale. Il precetto infatti comprende
oltre alle parziali difformità delle opere eseguite, anche
la
violazione del regolamento edilizio nonché l'inosservanza
delle
prescrizioni della concessione edilizia e delle modalità
esecutive
(Cass. Sez. Un. 21 dicembre 1993 n. 11635). La L. 28 febbraio 1985, n.
47, art. 4, comma 4, prevedeva due obblighi a carico di coloro che
costruivano: la tenuta in cantiere della concessione edilizia e
l'esposizione di un cartello contenente gli estremi della concessione e
degli autori dell'attività costruttiva. La violazione di
tale obbligo
era sanzionata penalmente dalla legge anzidetta, art. 20 comma 1,
lettera a), (Cass. Sez. Un. 14 luglio 1992 n. 7978; Cass. Sez. 3^, 5
ottobre 1994 n 10435). Tale norma è stata abrogata, con
decorrenza
dalla data di entrata in vigore del testo unico dell'edilizia, dal
citato testo unico, art. 146, ma il suo contenuto è stato
riprodotto
sostanzialmente nel testo unico, art. 27, comma 4. Quest'ultima norma
dispone infatti :
"Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria,
ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito il
permesso di costruire ovvero non sia apposto il prescritto
cartello.........ne danno immediata comunicazione
all'autorità
giudiziaria,......". Orbene da tale disposizione emerge che l'obbligo
di esposizione del cartello continua ad essere penalmente sanzionato
anche in base al testo unico se tale prescrizione è imposta
dal
regolamento o dal permesso di costruire. I soggetti responsabili
dell'apposizione del cartello, che nella fattispecie era prevista, sia
dal regolamento edilizio che dalla stessa concessione che richiamava il
regolamento, sono quelli già indicati nella L. n. 47 del
1985, articolo
6, comma 1 della ossia il titolare della concessione, il committente,
il costruttore ed il direttore dei lavori La sentenza citata dal
ricorrente (la n. 5149 del 2003) non limita la
responsabilità al solo
direttore dei lavori, come erroneamente ritenuto dal ricorrente. Si
legge invero alla pag. 2 della citata sentenza "Ai sensi della L. n. 47
del 1985, art. 6, comma 1, il direttore dei lavori, unitamente agli
altri destinatari del precetto in Bianco (il titolare della
concessione, il committente, il costruttore) risponde penalmente ai
sensi dell'articolo 20 lettera a) del rispetto delle prescrizioni della
concessione e delle relative modalità esecutive,tra le quali
rientra,ove previsto nell'atto amministrativo o nelle disposizioni
regolamentari locali (come nella specie non si contesta), l'obbligo di
esposizione del cartello in questione".
Il regolamento
comunale,quale atto amministrativo, non poteva abrogare norme penali
limitando la responsabilità dell'apposizione del cartello a
carico del
solo direttore dei lavori.
P.Q.M.
LA CORTE
Letto l'articolo 616 c.p.p..
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali.
Così deciso in Roma, il 7 aprile 2006.
Depositato in Cancelleria il 11 maggio 2006