Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
Consiglio di Stato Sez. II n. 2773 del 6 aprile 2021
Urbanistica.Atti unilaterali d’obbligo accessivi al permesso di costruire
Gli atti unilaterali d’obbligo associati alla concessione ad aedificandum hanno carattere accessivo al permesso di costruire, sono serventi ai fini del rilascio del titolo e non si esauriscono nel modulo negoziale in quanto privi di funzione autonoma. Essi rispondono al paradigma normativo dell’art. 21-nonies della legge n. 241/90, e la loro nullità deve essere verificata non guardando all’atto unilaterale d’obbligo nella sua potenziale veste negoziale quanto invece valorizzandone il profilo teleologico che lo attrae alla piattaforma provvedimentale. La necessità di subordinare il rilascio del titolo abilitativo alla realizzazione di parte delle opere di urbanizzazione si palesa allo stesso modo sia nel caso di un’area vergine che già parzialmente urbanizzata cosicché, pur a voler enfatizzare la necessità di rinvenire un preciso referente normativo nel panorama ordinamentale in grado di suffragare la “tipicità” degli atti unilaterali d’obbligo ai fini del rilascio dei titoli ad aedificandum in aree suscettibili di edificazione diretta, può essere valorizzato l’art. 28 della legge n. 1150/1942
Commissione ecomafia: chi non vuole i controlli ambientali?
di Gianfranco AMENDOLA
TAR Campania (NA) Sez. VI n. 2420 del 16 aprile 2021
Urbanistica.Ordine di demolizione delle opere abusive
Il Comune può disporre la demolizione delle opere risultate abusive, senza previamente respingere la domanda di condono, quando risulti la sussistenza di una situazione di fatto diversa da quella posta in essere a base della domanda, perché nel frattempo i lavori sono proseguiti per cui l’originaria domanda riguardi un manufatto poi modificato con ulteriori lavori abusivi. L'ordine di demolizione, come tutti i provvedimenti sanzionatori in materia edilizia, è atto vincolato e non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione di questo con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione. Il parere della commissione edilizia integrata non è necessario in sede di emanazione dell’ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive su area vincolata, dal momento che l’ordine di ripristino discende direttamente dall’applicazione della disciplina edilizia vigente e non costituisce affatto irrogazione di sanzioni discendenti dalla violazione di disposizioni a tutela del paesaggio e, in quanto, sempre nelle condizioni date, non vi è alcun obbligo di far luogo ad accertamenti di danni ambientali, essendo esclusa dalla legge l’applicazione di sanzioni pecuniarie alternative
Cass. Sez. III n. 18145 del 11 maggio 2021 (UP 10 mar 2021)
Pres. Lapalorcia Est. Corbetta Ric. Maroni
Ambiente in genere. Ambito di applicazione dell’art. 29-quaterdecies dlv 152\06
In relazione, in particolare, alla fattispecie di cui al comma 3 dell’artt. 29-quaterdices dlv 152\06, va chiarito che il richiamo alle "emissioni", contenuto nella lett. a), deve essere letto in relazione alla definizione racchiusa nell’art. 5, comma 1, lett. i-septies), d.lgs. n. 152 del 2006, a tenore della quale per emissione si intende "lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dell'impianto, opera o infrastruttura, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore, agenti fisici o chimici, radiazioni, nell'aria, nell'acqua ovvero nel suolo". Si tratta, conseguentemente, di una definizione che estende l'ambito di operatività della disposizione in esame, applicabile per qualsiasi scarico, anche indiretto, nelle tre matrici ambientali considerate: aria, acque e suolo.
Consiglio di Stato Sez. VI n. 3450 del 30 aprile 2021
Emettrosmog.Finalità della legge quadro
La legge quadro n. 36 del 2001 detta una disciplina volta a realizzare un equilibrio tra esigenze plurime, attinenti alla protezione ambientale, alla tutela della salute, al governo del territorio e alla diffusione sull’intero territorio nazionale della rete per le telecomunicazioni, in ragione del nesso di strumentalità tra impianti di ripetizione e diritti costituzionali di comunicazione. A tal fine, il legislatore statale ha sì circoscritto la potestà pianificatoria dei Comuni, imponendo loro di dovere dettare (in positivo) “criteri di localizzazione” e non (in negativo) “limitazioni ostative alla localizzazione”; cionondimeno, non ha inteso di certo conculcare l’autonoma capacità delle Regioni e degli enti locali di regolare l’uso del proprio territorio, tenendo conto della loro specifica morfologia e degli altri interessi indifferenziati ivi insistenti.
Cass. Sez. III n. 16669 del 3 maggio 2021 (UP 15 gen 2021)
Pres. Di Nicola Est. Cerroni Ric. Pisano
Beni ambientali.Opere in difformità parziale
Le opere realizzate in zona sottoposta a vincolo paesaggistico non possono essere mai essere ritenute “in parziale difformità”, atteso che tutti gli interventi realizzati in tale zona eseguiti in difformità dal titolo abilitativo si considerano in variazione essenziale e, quindi, in difformità totale rispetto all’intervento autorizzato
Pagina 395 di 652