Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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TAR Campania (NA) Sez. II n. 879 del 7 febbraio 2023
Urbanistica.Istanza di sanatoria e demolizione
La presentazione di istanza ex art. 36 TUE incide al più sull’immediata efficacia dell’ordinanza di demolizione (che rimane sospesa sino alla definizione dell’istanza di accertamento di conformità), ma non certo sulla sua legittimità, da valutarsi unicamente in funzione della sussistenza o meno di un titolo edilizio
Cass. Sez. III n. 4222 del 1 febbraio 2023 (CC 19 gen 2023)
Pres. Ramacci Est. Liberati Ric. Espositore
Urbanistica.Sanatoria condizionata
E’ illegittimo, e non determina l'estinzione del reato edilizio di cui all'art. 44, lett. b), d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, né di quello paesaggistico, e dunque non costituisce neppure valido presupposto per la revoca dell’ordine di rimessione in pristino, il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria condizionato all'esecuzione di specifici interventi finalizzati a ricondurre il manufatto abusivo nell'alveo di conformità agli strumenti urbanistici, in quanto detta subordinazione contrasta ontologicamente con la ratio della sanatoria, collegabile alla già avvenuta esecuzione delle opere e alla loro integrale rispondenza alla disciplina urbanistica
Consiglio di Stato Sez.IV n. 1147 del 2 febbraio 2023
Rifiuti.Misure emergenziali
In materia di inquinamento, l'impossibilità di imporre le misure di bonifica al proprietario non responsabile della contaminazione si giustifica, in sintesi estrema, per la natura sanzionatoria di questa misura. Diverso discorso si deve, invece, fare per le misure di prevenzione le quali, al pari della messa in sicurezza di emergenza, non hanno questa natura, ma costituiscono prevenzione dei danni, sono imposte dal principio di precauzione e dal correlato principio dell'azione preventiva, e quindi gravano sul proprietario o detentore del sito da cui possano scaturire i danni all'ambiente solo perché egli è tale senza necessità di accertarne il dolo o la colpa. Le misure emergenziali possono essere, dunque, disposte a carico del proprietario anche laddove venga ordinata una misura di prevenzione, e non solo di messa in sicurezza di emergenza; e anche soltanto per evitare un incremento repentino e potenzialmente immediato e incontrollabile dell'inquinamento.
Cass. Sez. III n. 5738 del 10 febbraio 2023 (UP 2 feb 2023)
Pres. Ramacci Est. Noviello Ric. Lombardo
Acque.Differenza tra scarico ed illecita gestione di rifiuti
Le modalità in concreto seguite per lo sversamento segnano l’imprescindibile criterio per stabilire se vi sia stato scarico di reflui piuttosto che un abbandono o ancor più in generale uno smaltimento non autorizzato di rifiuti. In tema di inquinamento idrico, ai fini della integrazione del reato di cui agli artt. 124, comma primo, e 137, comma primo, del D.Lgs. n. 152 del 2006, costituisce scarico non autorizzato di acque reflue industriali qualsiasi immissione delle stesse che deve tuttavia avvenire attraverso un sistema stabile di collettamento che colleghi senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali. Occorre precisare che la stabilità del collettamento non va in ogni caso confusa con la presenza, continuativa nel tempo, dello stesso sistema di riversamento, in contrasto con la occasionalità del medesimo, bensì va identificata nella presenza di una struttura che assicuri il progressivo riversamento di reflui da un punto all’altro, cosicchè, in altri termini, la disciplina delle acque sarà applicabile in tutti quei casi nei quali si è in presenza di uno scarico, anche se soltanto periodico, discontinuo o occasionale, di acque reflue, in uno dei corpi recettori specificati dalla legge ed effettuato tramite condotta, tubazioni, o altro sistema stabile nei termini suddetti. In tutti gli altri casi, nei quali manchi il nesso funzionale e diretto delle acque reflue con il corpo recettore si applicherà, invece, la disciplina sui rifiuti.
Consiglio si Stato Sez.IV n. 1072 del 31 gennaio 2023
Rifiuti.Localizzazione impianti
Il d. lgs. 152/2006 in materia di gestione dei rifiuti prevede competenze distinte per lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni e le elenca in dettaglio rispettivamente negli artt. da 195 a 198. In nessuna di queste norme si prevede però una competenza a localizzare i singoli impianti di smaltimento ovvero trattamento dei rifiuti stessi, intesa come potere di indicare in positivo e in via imperativa dove un dato impianto debba essere localizzato.
Corte di Giustizia (Seconda Sezione) 2 marzo 2023
Ambiente in genere.Conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche
«Inadempimento di uno Stato – Ambiente – Direttiva 92/43/CEE – Conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche – Articolo 6, paragrafi da 1 a 3, articolo 12, paragrafo 1, lettere da a) a d), articolo 13, paragrafo 1, lettera a), e articolo 16, paragrafo 1 – Direttiva 2009/147/CE – Conservazione degli uccelli selvatici – Articolo 4, paragrafo 1, articolo 5, lettere a), b) e d), e articolo 9, paragrafo 1 – Gestione forestale basata sulla buona pratica – Piani di gestione forestale – Convenzione di Aarhus – Accesso alla giustizia – Articolo 6, paragrafo 1, lettera b), e articolo 9, paragrafo 2 – Esame della legittimità, sostanziale e procedurale, dei piani di gestione forestale – Diritto di ricorso delle organizzazioni per la tutela dell’ambiente»
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