Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 536 del 24 gennaio 2025
Urbanistica.Ordinanza di demolizione e motivazione
Effettivamente, in linea di principio, deve ritenersi necessaria una precisa descrizione dei presupposti in fatto e in diritto ad una ordinanza di demolizione, e talvolta la ricostruzione di tali elementi può essere così complessa da rendere opportuna l’instaurazione di un contraddittorio. Per tale ragione non è corretto affermare, in via generale, che le garanzie procedimentali possono essere sempre omesse nei procedimenti finalizzati alla adozione di una ordinanza di demolizione di opere abusive. E’ vero, invece, che nella maggioranza dei casi dedotti in giudizio la situazione di fatto e di diritto è così chiara da consentire al giudice di affermare che l’amministrazione non avrebbe potuto pervenire a una diversa motivazione, ragione per cui l’annullamento dell’ordinanza di demolizione impugnata non può essere annullata, ai sensi dell’art. 21 octies della L. n. 241/90, per vizi connessi alla violazione di garanzie procedimentali.
Consiglio di Stato Sez. VI n. 388 del 20 gennaio 2025
Ambiente in genere.Valutazione di incidenza ambientale
Prima di procedere a VINCA vera e propria è necessario valutare, in base ad un’adeguata istruttoria tecnico-scientifica, la possibile significativa incidenza dell’intervento sul sito protetto. Solo, dunque, se si accerta che l’intervento possa determinare un rischio di incidenza significativa sul sito protetto, può dirsi dovuta anche la fase II di c.d. “valutazione appropriata”, ovvero di VINCA vera e propria. In altri termini, prima di procedere alla VINCA, è necessario verificare che l’intervento comporti un’incidenza significativa, restando, quindi, esclusi dalla valutazione di incidenza gli interventi che non determinano un impatto significativo sul sito.
TAR Calabria (CZ) Sez. I n. 293 del 10 febbraio 2025
Rifiuti.Gestione e responsabilità del produttore
In tema di responsabilità nella gestione dei rifiuti l’art. 188, comma 4, del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. stabilisce che la consegna dei rifiuti, ai fini del trattamento, dal produttore iniziale ad un intermediario abilitato, al di fuori dei casi di concorso di persone nel fatto illecito, esclude la responsabilità dello stesso produttore per il recupero o smaltimento dei rifiuti laddove il conferimento sia effettuato a soggetti autorizzati alle attività di recupero o di smaltimento a condizione che “…il detentore abbia ricevuto il formulario di cui all'articolo 193 controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesi dalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore ovvero che alla scadenza di detto termine il produttore o detentore abbia provveduto a dare comunicazione alle autorità competenti della mancata ricezione del formulario”. L’esclusione di responsabilità presuppone che il produttore sia in possesso del formulario di cui all'art. 193 del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 controfirmato e datato dal destinatario entro tre mesi dalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore (segnalazione Avv. A. Calzone)
TAR Campania (NA) Sez. VII n. 365 del 14 gennaio 2025
Ambiente in genere.Diniego di proroga di concessioni balneari
Sentenza in ordine alla legittimità del diniego di proroga di concessioni balneari dettata anche dall'impossibilità di recupero delle somme investite nel periodo considerato e in attesa di nuovi bandi (segnalazione M. GRISANTI)
Consiglio di Stato Sez. IV n. 456 del 22 gennaio 2025
Rifiuti.Trasporto non autorizzato e responsabilità
I principi generali di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nel ciclo afferente alla gestione dei rifiuti, ai sensi del combinato disposto di cui al d.lgs. n. 152 del 2006, artt. 178 e 188, sono collegati al principio di derivazione eurounitaria “chi inquina paga” (richiamato anche dalla direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti), e alla necessità di assicurare un elevato livello di tutela dell’ambiente, esigenza su cui si fonda, appunto, l’estensione della posizione di garanzia in capo ai soggetti in questione. I principi di correzione alla fonte dei danni causati all’ambiente e del “chi inquina paga” cristallizzano regole di imputazione, con riferimento alla produzione di danni all’ambiente, ponendo canoni di diligenza in capo agli operatori nell’esplicazione delle loro attività, configurandone la responsabilità patrimoniale e personale in caso di violazione, e ponendo altresì oneri di attivazione immediata in capo ai soggetti che hanno prodotto il danno. Alla luce dei principi vigenti in materia, il fatto di non essere abilitato al trasporto dei rifiuti esige uno specifico obbligo di diligenza, poiché, diversamente opinando, verrebbe a determinarsi una evidente lacuna nel sistema di gestione dei rifiuti, basato come detto sui principi di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti, a qualsiasi titolo, nella filiera dei rifiuti. In ordine al contenuto della “posizione di garanzia” gravante sul trasportatore, in analogia a quanto stabilito all’art. 193, comma 17, del codice dell’ambiente per i trasportatori autorizzati al trasporto di rifiuti, il trasportatore non abilitato sia tenuto a verificare la correttezza ed esaustività dei documenti di trasporto nonché a rilevare, quantomeno, le difformità e/o anomalie agevolmente percepibili.
Le rotte di migrazione dell’avifauna selvatica vanno protette dalla presenza di centrali eoliche
di Stefano DELIPERI
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