Urbanistica.Termine per impugnare il titolo edilizio a sanatoria
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 1241 del 7 febbraio 2024
Urbanistica.Termine per impugnare il titolo edilizio a sanatoria
Nel caso di titolo edilizio assentito in sanatoria, il termine dell'impugnazione decorre dalla data in cui si abbia conoscenza che, per una determinata opera abusiva già esistente, sia stata rilasciata la concessione edilizia in sanatoria, circostanza che deve essere dimostrata in giudizio al fine di far valere la tardività dell'impugnazione. Infatti, in conformità alla natura ed alla modalità d'esecuzione delle opere, in materia occorre tenere separato il regime d'impugnazione del titolo edilizio "ordinario" da quello applicabile al titolo edilizio "in sanatoria". Nel primo caso, il termine di decadenza decorre dal completamento dei lavori, cioè dal momento in cui sia materialmente apprezzabile la reale portata dell'intervento in precedenza assentito. Nel secondo caso, il termine decorre dalla data in cui si abbia conoscenza che, per una determinata opera abusiva già esistente, è stata rilasciata la concessione edilizia in sanatoria.
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Caccia e animali.Procedibilità di ufficio del furto venatorio
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Corte di Appello di Trieste Sez. Pen. n. 360 del 22 febbraio 2024
Caccia e animali.Procedibilità di ufficio del furto venatorio
Il "furto venatorio" deve ritenersi tuttora procedibile di ufficio trattandosi di furto commesso non solo su animali esposti per necessità e destinazione alla pubblica fede, ma anche su beni destinati a pubblica utilità, come recita la parte finale dell’art. 625 n. 7 c.p., trattandosi di fauna selvatica autoctona destinata alla fruibilità collettiva, a tutela della conservazione dell’ambiente naturale in tutte le sue componenti, vegetale e animale in primis
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Beni ambientali.Diniego di autorizzazione paesaggistica e motivazione
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 1504 del 14 febbraio 2024
Beni ambientali.Diniego di autorizzazione paesaggistica e motivazione
In tema di determinazioni paesaggistiche l’amministrazione è tenuta ad esternare adeguatamente l'avvenuto apprezzamento comparativo, da un lato, del contenuto del vincolo e, dall'altro, di tutte le rilevanti circostanze di fatto relative al manufatto ed al suo inserimento nel contesto protetto. Conseguentemente, il diniego di autorizzazione paesaggistica non può limitarsi ad esprimere valutazioni apodittiche e stereotipate, dovendo specificare le ragioni del rigetto dell'istanza con riferimento concreto alla fattispecie coinvolta (sia in relazione al vincolo che ai caratteri del manufatto), ovvero - previo l’esame delle sue caratteristiche concrete e l’analitica individuazione degli elementi di contrasto con il vincolo da tutelare - esplicitare i motivi del contrasto tra le opere da realizzarsi e le ragioni di tutela dell'area interessata dall'apposizione del vincolo mediante l’esternazione delle specifiche ragioni per le quali si ritiene che un’opera non sia idonea a inserirsi nell’ambiente circostante.
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Acqua.Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole
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Corte di Giustizia (Sesta Sezione) 14 marzo 2024
«Inadempimento di uno Stato – Direttiva 91/676/CEE – Articolo 3, paragrafo 4 – Articolo 5, paragrafo 4 – Allegato II, A, punti 2 e 5 – Allegato II, B, punto 9 – Allegato III, paragrafo 1, punti 2 e 3, e paragrafo 2 – Articolo 5, paragrafo 5 – Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole – Riesame della designazione delle zone vulnerabili ai nitrati – Misure vincolanti previste nei programmi d’azione – Misure aggiuntive o azioni rafforzate»
Ambiente in genere.Legge 28 febbraio 2024 n. 24
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LEGGE 28 febbraio 2024, n. 24
Disposizioni per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode dell'ambiente e del territorio e per l'istituzione della Giornata nazionale dell'agricoltura.
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Rifiuti.Requisito di esperienza professionale necessario per l’iscrizione nell’Albo nazionale per le attività di bonifica
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 1309 del 9 febbraio 2024
Rifiuti.Requisito di esperienza professionale necessario per l’iscrizione nell’Albo nazionale per le attività di bonifica
Le due attività di messa in sicurezza d’emergenza e di bonifica hanno certamente in comune le operazioni di rimozione delle fonti di inquinamento che, nel caso della messa in sicurezza, sono svolte in via d’urgenza proprio al fine di contenere l’inquinamento, evitando che si propaghi attingendo anche altre matrici ambientali: ma le diverse finalità dell’intervento, come pure la diversa tempistica, non elidono il dato della materiale comunanza delle operazioni di rimozione delle fonti di inquinamento che giustifica l’assimilabilità delle due attività ai fini della dimostrazione del requisito della qualificazione professionale in capo ai direttori tecnici, richiesta ai fini della iscrizione nella categoria 9 dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, ai sensi degli artt. 11 e 12 del D.M. 3 giugno 2014, n. 120, pur trattandosi di interventi non pienamente sovrapponibili, soprattutto quanto alle ulteriori operazioni di eliminazione delle sostanze inquinanti o di riduzione della loro concentrazione che attengono propriamente alla bonifica dei siti. Resta il fatto che anche per le operazioni non sovrapponibili le attività di messa in sicurezza sono comunque prodromiche a quelle di bonifica, come confermato dalla collocazione sistematica dei due istituti, entrambi disciplinati nel titolo V del d.lgs. n. 152 del 2006, dedicato per l’appunto alla “Bonifica di siti contaminati”: il nesso di strumentalità e quindi di complementarietà tra le due attività giustifica, in definitiva, la loro assimilabilità ai fini della dimostrazione del requisito di esperienza professionale necessario per l’iscrizione nell’Albo nazionale per le attività di bonifica.
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