Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 5466 del 23 giugno 2025
Ambiente in genere.Natura e finalità della VIA
La VIA mira a stabilire, e conseguentemente a governare, in termini di soluzioni più idonee al perseguimento degli obiettivi di salvaguardia, gli effetti sull’ambiente di determinate progettualità. Tali effetti, comunemente sussumibili nel concetto di “impatto ambientale”, si identificano nella alterazione “qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine, permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa” che viene a prodursi sull’ambiente, laddove quest’ultimo a sua volta è identificato in un ampio contenitore, costituito dal “sistema di relazioni fra i fattori antropici, naturalistici, chimico-fisici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici, in conseguenza dell’attuazione sul territorio di piani o programmi o di progetti nelle diverse fasi della loro realizzazione, gestione e dismissione, nonché di eventuali malfunzionamenti”, come si argomenta dall’art. 5, comma 1, lett. b) e c), d.lgs. n. 152 del 2006. Rilevante è la natura del potere esercitato con la VIA, che non è un mero atto (tecnico) di gestione ovvero di amministrazione in senso stretto, trattandosi di un provvedimento con cui viene esercitata una vera e propria funzione di indirizzo politico-amministrativo, con particolare riferimento al corretto uso del territorio (in senso ampio), attraverso la cura ed il bilanciamento della molteplicità dei (contrapposti) interessi, pubblici (urbanistici, naturalistici, paesistici, nonché di sviluppo economico-sociale) e privati. La VIA, in altri termini, costituisce un giudizio sintetico globale di comparazione tra il sacrificio ambientale imposto e l’utilità socio economica procurata dall’opera medesima, tenendo conto anche delle alternative possibili e dei riflessi della c.d. opzione zero.
La circostanza attenuante del ravvedimento operoso di cui all’art. 452 decies, c.p.: la prima pronuncia della Cassazione
di Vincenzo PAONE
Consiglio di Stato Sez. IV n. 5510 del 25 giugno 2025
Rifiuti.Obblighi della curatela fallimentare
Il curatore fallimentare deve custodire l'ambiente: gli interventi di riparazione, messa in sicurezza, bonifica e ripristino di fondi inquinati (di cui all’articolo 192 Codice dell’ambiente) gravano esclusivamente sul responsabile della contaminazione e la responsabilità presuppone sempre l’accertamento del nesso di causalità tra la condotta e il danno ed il sistema osta a responsabilità oggettive o di posizione; la curatela fallimentare, essendo custode dei beni del fallito e detentrice dei rifiuti, risulta, in ogni caso, onerata alla rimozione degli stessi
Consiglio di Stato Sez. II n. 4802 del 3 giugno 2025
Urbanistica.Muri di cinta o contenimento
La realizzazione di muri di cinta e/o contenimento di ragguardevoli dimensioni è soggetta al rilascio del permesso di costruire, in relazione alla nozione di nuova costruzione, configurata quante volte l'intervento edilizio produca un effettivo e rilevante impatto sul territorio e, dunque, per le opere di qualsiasi genere se idonee a modificare lo stato dei luoghi determinandone una significativa trasformazione
Cass. Sez. III n. 24991 del 8 luglio 2025 (CC 28 mag 2025)
Pres. Ramacci Est. Bucca Ric. Tadini
Beni ambientali.Mutamento della destinazione d'uso di un immobile in zona vincolata
In tema di violazioni edilizie e paesaggistiche, il mutamento della destinazione d'uso di un immobile in zona vincolata, realizzato mediante modifiche interne tali da renderlo idoneo ad un uso residenziale, diverso da quello originariamente assentito, integra sia il reato di esecuzione di lavori in difformità totale dal permesso di costruire, che quello di esecuzione di lavori su beni paesaggistici in assenza di autorizzazione
Ambiente ed energia. Dalla tradizione alla transizione
di Carmine VOLPE
Pubblicazione dell'Ufficio Studi della Giustizia amministrativa
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