Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Note minime in tema di soggetti legittimati a richiedere l’autorizzazione paesaggistica
(nota a T.A.R. Basilicata, sez. I, 01 febbraio 2024, n. 56)
di Gianluigi DELLE CAVE
DECRETO-LEGGE 29 maggio 2024, n. 69
Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica.
Consiglio di Stato Sez. IV n. 4003 del 2 maggio 2024
Ambiente in genere. AIA e cessazione attività
In base all’art. 29-sexies del d. lgs. 152/2006, nell’ipotesi della cessazione dell’attività, l’autorità competente debba garantire che il gestore (detentore), al momento della cessazione definitiva delle attività, esegua gli interventi necessari ad eliminare, controllare, contenere o ridurre le sostanze pericolose pertinenti in modo che il sito, tenuto conto dell’uso attuale o dell’uso futuro approvato del medesimo, non comporti un rischio significativo per la salute umana o per l'ambiente a causa della contaminazione del suolo o delle acque sotterranee in conseguenza delle attività autorizzate, tenendo conto dello stato del sito di ubicazione dell’installazione indicato nell’istanza.
Cass. Sez. III n. 18020 del 8 maggio 2024 (UP 18 gen 2024)
Pres. Ramacci Est. Aceto Ric. Halili
Rifiuti.Onere della prova relativa alla sussistenza delle condizioni di liceità di utilizzo del rifiuto o che escludono la natura di rifiuto
L’onere della prova relativa alla sussistenza delle condizioni di liceità dell’utilizzo del rifiuto o che escludono la natura di rifiuto ricade su colui che ne invoca l’applicazione. Varie ne sono state le declinazioni in tema, per esempio, di attività di raggruppamento ed incenerimento di residui vegetali previste dall'art. 182, comma sesto bis, primo e secondo periodo, d. lgs. 3 aprile 2006 n. 152, di deposito temporaneo di rifiuti, di terre e rocce da scavo, di interramento in sito della posidonia e delle meduse spiaggiate presenti sulla battigia per via di mareggiate o di altre cause naturali, di qualificazione come sottoprodotto di sostanze e materiali, di deroga al regime autorizzatorio ordinario per gli impianti di smaltimento e di recupero, prevista dall'art. 258 comma 15 del D.Lgs. 152 del 2006 relativamente agli impianti mobili che eseguono la sola riduzione volumetrica e la separazione delle frazioni estranee, di riutilizzo di materiali provenienti da demolizioni stradali.
TAR Sicilia (CT) SEz. V n, 1578 del 30 aprile 2024
Acque.Scelta della forma di gestione del servizio idrico integrato
Alla luce del quadro normativo di settore la scelta della forma di gestione del servizio idrico integrato spetta all’ente di governo A.T.I. (e non al Comune) e costituisce, per esso, specifico obiettivo amministrativo per la realizzazione delle finalità pubbliche del servizio in questione. La stessa trama legislativa impone ai singoli enti locali l’adesione alla scelta effettuata a monte dall’ente di governo (A.T.I.), la quale, per il singolo ente locale partecipante, costituisce atto vincolato, salve le ipotesi eccezionali e residuali delle “gestioni del servizio idrico in forma autonoma”, ove ne ricorrano i presupposti. In particolare, i comuni, da una parte, partecipano a monte alla scelta del modello con la partecipazione di un loro rappresentante nell’A.T.I. e, dall’altra, sono chiamati a deliberare, in consiglio comunale, atti esecutivi di quella scelta, come a monte effettuata, dalla quale non possono discostarsi una volta assunta.
Cass. Sez. III n. 18046 del 7 maggio 2024 (CC 18 gen 2024)
Pres. Ramacci Est. Aceto Ric. Palazzo
Rifiuti.Abbandono e qualifica soggettiva dell'autore della condotta
Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 256, comma 2, d.lgs. n. 152 del 2006, è necessaria e sufficiente la qualifica soggettiva dell'autore della condotta, non essendo altresì richiesto che i rifiuti abbandonati derivino dalla specifica attività di impresa, posto che il reato in esame può essere commesso dai titolari di impresa o responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato non solo i rifiuti di propria produzione, ma anche quelli di diversa provenienza e ciò in quanto il collegamento tra le fattispecie previste dal primo e dal secondo comma dell'art. 256, comma 2, riguarda il solo trattamento sanzionatorio e non anche la parte precettiva
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