Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
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Environmental criminal law has become increasingly important in recent years, imposing itself as a branch of criminal law at the forefront, for better or worse, of trends and problems surfacing in criminal law understood more broadly.
One need only think of crimes of danger, protection of functions, interpretation in accordance with European law, the precautionary principle, and other principles and trends that, having emerged in our subject matter, have now spread to other areas of the criminal law system.
The practice has intercepted these phenomena, giving rise to a lively judicial reality, ranging from frequent and everyday trials for environmental contraventions (especially in the areas of waste and water) to maxi environmental trials (from the Porto Marghera Petrochemical plant to the Ilva, Tamoil, Bussi and Spinetta Marengo cases, passing through Eternit, to remain with the best known), where to date crimes against public safety have been contested, the criminal surrogate, until 2015, of strictly environmental crimes.
The doctrine, on the other hand, has, after a few albeit meritorious works in the 1980s and 1990s, progressively tackled environmental criminal issues, flanking several monographs with a now robust production of manuals, commentaries and collected works, which have also become necessary as study material for the numerous environmental criminal law teachings that have recently sprung up in Italy.
Within this framework of renewed interest, we believe it useful and appropriate to dedicate to environmental criminal law an ad hoc journal, which we would like to be able to stimulate critical discussion in the scientific community of academic criminalists, in the world of lawyers and magistrates, all advocates, in their respective roles, of a criminal law that has always been dominated by the jurisprudential formant, and precisely for this reason in need, it seems to us, of critical attention from the doctrine.
The Journal, online and free of charge and, published under a CC-by-nc license, has a quarterly cadence, and the authoritativeness of contributions is guaranteed by double blind peer review by members of the scientific committee and reviewers with specific expertise in environmental criminal law.
The Journal hosts articles, essays, case notes and reviews, including foreign and comparative law, concerning environmental criminal law in a broad sense, including not only pollution but also the protection of land, landscape, animals, GMOs, public health, food, etc.
Special attention is paid to the most current issues in public and scientific discussion as well as in judicial reality.
The ambition is to bring theory and practice into constructive dialogue, starting from the problems of protection and arriving at solutions that are theoretically grounded and respectful of constitutional and supranational principles and guarantees.
Submissions (articles, essays, case notes, reviews) should be submitted to the editors at redazione.lexambiente@gmail.
They should give a concise account of the relevant legal framework and relevant doctrinal and jurisprudential orientations.
The author should not be involved as a procedural party in the judgments or contributions being commented on.
The journal imposes no processing and publication costs.
Luca RAMACCI Carlo RUGA RIVA
Cass. Sez. III n. 48406 28 novembre 2019 (PU 18 ott 2019)
Pres. Andreazza Est. Noviello Ric. Livello
Ambiente in genere.Norme di tutela ambientale e rapporto con l’art. 674 cod. pen.
Non vi è rapporto di specialità, ne' si verifica assorbimento della norma dell'art. 674 C.P. nelle previsioni incriminatrici relative alla tutela dell'ambiente in generale, quando sussista l'attitudine della condotta incriminata a provocare molestie alle persone, costituente elemento ulteriore ed essenziale della fattispecie di pericolo delineata dalla norma codicistica
Consiglio di Stato Sez.VI n. 8180 del 29 novembre 2019
Urbanistica.Differenze tra permesso di costruire e certificato di agibilità
Il permesso di costruire ed il certificato di agibilità sono collegati a presupposti diversi, non sovrapponibili fra loro, in quanto il certificato di agibilità ha la funzione di accertare che l'immobile sia stato realizzato secondo le norme tecniche vigenti in materia di sicurezza, salubrità, igiene, risparmio energetico degli edifici e degli impianti, mentre il titolo edilizio è finalizzato all'accertamento del rispetto delle norme edilizie ed urbanistiche. Il rilascio del certificato di abitabilità (o di agibilità) non preclude quindi agli uffici comunali la possibilità di contestare successivamente la presenza di difformità rispetto al titolo edilizio, né costituisce rinuncia implicita a esigere il pagamento dell'oblazione per il caso di sanatoria, in quanto il certificato svolge una diversa funzione, ossia garantisce che l'edificio sia idoneo ad essere utilizzato per le destinazioni ammissibili.
Cass. Sez. III n. 47097 20 novembre 2019 (PU 2 ott 2019)
Pres. Liberati Est. Corbo Ric. Adami
Rifiuti.Ordinanza di rimozione e sequestro dell’area
Lo stato di abbandono dei rifiuti all'interno di un'area sottoposta a sequestro giudiziario non può avere alcuna efficacia scriminante del reato di cui all'art. 255, comma 3, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 per inesigibilità della condotta, poiché, in tal caso, il destinatario dell'ordinanza sindacale di rimozione dei rifiuti, emessa ai sensi dell'art. 192, comma 3, del medesimo d.lgs., deve richiedere al giudice l'autorizzazione ad accedere ai luoghi per provvedere alla rimozione
Consiglio di Stato Sez.VI n. 8178 del 29 novembre 2019
Urbanistica.Realizzazione recinzione
Non è necessario un idoneo titolo edilizio per la realizzazione di una recinzione nel caso in cui sia posta in essere una trasformazione dalla quale, per l'utilizzo di materiale di scarso impatto visivo e per le dimensioni ridotte dell'intervento, non derivi un'apprezzabile alterazione ambientale, estetica e funzionale, pertanto la distinzione tra esercizio dello ius aedificandi e dello ius excludendi alios va riscontrata nella verifica concreta delle caratteristiche del manufatto
Cass. Sez. III n. 47285 21 novembre 2019 (PU 2 ott 2019)
Pres. Liberati Est. Corbo Ric. Radi
Rifiuti.Abbandono di rifiuti diversi dai propri
Il reato di cui all’art. 256, comma 2, d.lgs. n. 152 del 2006, può essere commesso dai titolari di impresa o responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato non solo i rifiuti di propria produzione, ma anche quelli di diversa provenienza; ciò in quanto il collegamento tra le fattispecie previste dal primo e dal secondo comma dell'art. 256 cit. riguarda il solo trattamento sanzionatorio e non anche la parte precettiva
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