Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
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Cass. Sez. III n. 4209 del 1 febbraio 2023 (UP 10 gen 2023)
Pres. Ramacci Est. Di Stasi Ric. Acampora
Rifiuti.Illecita gestione
Il reato di cui all'art. 256, comma 1, d.lgs 152 del 2006, è reato istantaneo, essendo sufficiente anche una sola condotta integrante una delle ipotesi alternative tipizzate dalla fattispecie penale, purchè costituisca una "attività" e non sia assolutamente occasionale; con riferimento alla non occasionalità della condotta rileva una minimale organizzazione e, a tal fine, possono essere utilizzati indici quali il dato ponderale dei rifiuti oggetto di gestione, la loro natura, la necessità di un veicolo adeguato e funzionale all'attività concretamente svolta, il numero dei soggetti coinvolti nell'attività
L’applicazione del divieto di diluizione nei depuratori centralizzati
di Mauro SANNA
TAR Lombardia (BS) Sez. I n. 70 del 24 gennaio 2023
Rifiuti. Natura non contingibile ed urgente della ordinanza di rimozione
Le ordinanze di rimozione dei rifiuti non hanno la natura contingibile e urgente propria delle ordinanze sindacali, il cui potere ha contenuto atipico e residuale e può pertanto essere esercitato solo quando specifiche norme di settore non conferiscano il potere di emanare atti tipici per risolvere la situazione emergenziale: e appunto la sussistenza delle disposizioni di cui all’art. 192 cit. preclude all’Amministrazione il ricorso al potere extra ordinem
Cass. Sez. III n. 4586 del 3 febbraio 2023 (CC 25 ott 2022)
Pres. Aceto Est. Noviello Ric. Ryngwelska
Caccia e animali.Confisca
Il divieto di restituzione di cui all'art. 324, comma 7, cod. proc. pen. riguarda soltanto le cose soggette a confisca obbligatoria ai sensi dell'art. 240, secondo comma, cod. pen., restando escluse quelle soggette a confisca obbligatoria ai sensi di previsioni speciali, salvo che tali previsioni richiamino il predetto art. 240, secondo comma, cod. pen. o, comunque, si riferiscano al prezzo del reato o a cose la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione delle quali costituisce reato. Tale non è il caso relativo ad animali rispetto ai quali né l’art. 544 sexies cod. pen. richiama l’art. 324 comma 7 cod. proc. pen. né allo stato degli atti si spiega se essi siano riconducibili alla fattispecie di cui al comma 2 del citato articolo 240
ILVA (e non solo): lo scudo penale per gli inquinatori
di Gianfranco AMENDOLA
Consiglio di Stato Sez.II n. 1708 del 20 febbraio 2023
Urbanistica.SCIA in sanatoria e silenzio della amministrazione
L’art. 37, comma 4, del D.P.R. n. 380 del 2001 contempla la SCIA in sanatoria a intervento concluso, che prevede che il responsabile dell'abuso o il proprietario dell'immobile possano ottenere la sanatoria dell'intervento ove sussista la doppia conformità (l'intervento realizzato deve risultare conforme tanto alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della realizzazione dell'intervento, quanto a quella vigente alla presentazione della domanda), versando una somma il cui valore è stabilito dal responsabile del procedimento (non superiore a 5.164 euro e non inferiore a 516 euro). Tuttavia, a differenza di quanto previsto per l'accertamento di conformità di cui all'art. 36, D.P.R. n. 380 del 2001 per il quale, in caso inerzia a seguito della presentazione della domanda, è la stessa norma che qualifica espressamente l'eventuale silenzio dell'amministrazione come diniego, l'art. 37, D.P.R. n. 380 del 2001 nulla dispone sul punto. In assenza di un chiaro dato normativo, il procedimento può ritenersi favorevolmente concluso per il privato solo allorquando vi sia un provvedimento espresso dell'amministrazione procedente, pena la sussistenza di un'ipotesi di silenzio inadempimento (Segnalazione Ing. M. Federici)
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