Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Consiglio Stato Ad. Plen. n. 22 del 9 dicembre 2021
Urbanistica.Criterio della vicinitas ai fini della legittimazione ad impugnare i singoli titoli edilizi
Nei casi di impugnazione di un titolo autorizzatorio edilizio, riaffermata la distinzione e l’autonomia tra la legittimazione e l’interesse al ricorso quali condizioni dell’azione, è necessario che il giudice accerti, anche d’ufficio, la sussistenza di entrambi e non può affermarsi che il criterio della vicinitas, quale elemento di individuazione della legittimazione, valga da solo ed in automatico a dimostrare la sussistenza dell’interesse al ricorso, che va inteso come specifico pregiudizio derivante dall’atto impugnato. L’interesse al ricorso correlato allo specifico pregiudizio derivante dall’intervento previsto dal titolo autorizzatorio edilizio che si assume illegittimo può comunque ricavarsi dall’insieme delle allegazioni racchiuse nel ricorso; l’interesse al ricorso è suscettibile di essere precisato e comprovato dal ricorrente nel corso del processo, laddove il pregiudizio fosse posto in dubbio dalle controparti o la questione rilevata d’ufficio dal giudicante, nel rispetto dell’art. 73, comma 3, c.p.a. Nelle cause in cui si lamenti l’illegittimità del titolo autorizzatorio edilizio per contrasto con le norme sulle distanze tra le costruzioni imposte da leggi, regolamenti o strumenti urbanistici, non solo la violazione della distanza legale con l’immobile confinante con quello del ricorrente, ma anche quella tra detto immobile e una terza costruzione può essere rilevante ai fini dell’accertamento dell’interesse al ricorso, tutte le volte in cui da tale violazione possa discendere con l’annullamento del titolo edilizio un effetto di ripristino concretamente utile, per il ricorrente, e non meramente emulativo (segnalazione Ing. M. Federici).
Rifiuti urbani, Corte europea e CER 19.12.12: una sentenza «esplosiva»?
di Gianfranco AMENDOLA
Consiglio di Stato Sez. VI n. 7311 del 2 novembre 2021
Urbanistica.Ordine di demolizione
Se il decorso del tempo non può incidere sulla doverosità degli atti volti a perseguire l’illecito attraverso l’adozione della relativa sanzione, deve conseguentemente essere escluso che l’ordinanza di demolizione di un immobile abusivo (pur se tardivamente adottata) debba essere motivata sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale al ripristino della legalità violata.
Cass. Sez. III n. 40327 del 9 novembre 2021 (CC 21 ott 2021)
Pres. Petruzzellis Est. Ramacci Ric. Schito
Urbanistica.Momento consumativo della lottizzazione materiale
La condotta configurante lottizzazione abusiva materiale si può estrinsecare con modalità e tempi differenti non soltanto a causa della tipologia dell’intervento lottizzatorio, ma anche in relazione al ruolo svolto dai vari soggetti coinvolti, trattandosi peraltro di reato a forma libera, permanente e progressivo nell’evento
Tribunale Cosenza Sez. II n. 1205 del 26 novembre 2021
Est. Branda Imp. G. I. ed altri
Beni Ambientali.Deroghe al regime vincolistico
Le disposizioni contenute nel comma 2 dell’art. 142 del d.lgs. n. 42/2004 rivestono carattere tassativo e inderogabile, in considerazione dei primari valori ambientali di rango costituzionale (art. 9 Cost.) dalle stesse tutelati. Non è consentita un’applicazione estensiva delle ipotesi normative di deroga al regime vincolistico ex art. 142 cit., le quali sono da intendersi, quindi, di stretta interpretazione. Non è pertanto ammessa la deroga al regime autorizzatorio per le costruzioni in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ancorché compresa in piani particolareggiati di attuazione adottati successivamente alla data di entrata in vigore della legge Galasso (6 settembre 1985).
Consiglio di Stato Sez. IV n. 7494 del 10 novembre 2021
Danno ambientale.Responsabilità
Allorché una situazione di danno all’ambiente si protragga in un arco di tempo in cui per effetto della successione di norme di legge al rimedio risarcitorio si aggiunga quello della bonifica, nessun ostacolo di ordine giuridico è ravvisabile ad applicare quest’ultima ad un soggetto che, pur non avendo commesso la condotta fonte del danno, sia nondimeno subentrato a quest’ultimo
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