Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 3574 del 19 aprile 2024
Urbanistica.Proprietario non responsabile dell'abuso quale legittimato passivo dell’ordine di demolizione
Il proprietario che non sia colpevole di abuso edilizio commesso da altri, qualora voglia sfuggire all'effetto sanzionatorio di cui all'art. 31 d.p.r. n. 380/2001, deve provare di aver intrapreso iniziative che, oltre a rendere palese la sua estraneità all'abuso, siano anche idonee a costringere il responsabile dell'attività illecita a ripristinare lo stato dei luoghi. La mera diffida non è idonea a costringere il responsabile dell'attività illecita a ripristinare lo stato dei luoghi.
Prime note in ordine al Decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69 cosiddetto Salva Casa
di Massimo GRISANTI
Cass. Sez. III n. 20028 del 21 maggio 2024 (CC 9 mag 2024)
Pres. Ramacci Est. Gai Ric. PM in proc. Cuneo
Rifiuti.Materiali di cava
Sono esclusi dalla normativa sui rifiuti solo i materiali derivati dallo sfruttamento delle cave quando restino entro il ciclo produttivo dell'estrazione e connessa pulitura, cosicché l'attività di sfruttamento della cava non può confondersi con la lavorazione successiva dei materiali e, se si esula dal ciclo estrattivo, gli inerti provenienti dalla cava sono da considerarsi rifiuti ed il loro smaltimento, ammasso, deposito e discarica è regolato dalla disciplina generale. In altre parole, solo quando si dia luogo ad una successiva, nuova e diversa attività di lavorazione sui prodotti della cava, i residui e gli inerti di questa nuova attività, sganciata da quella di cava, devono considerarsi rifiuti, sottoposti alla disciplina generale circa il loro smaltimento, ammasso, deposito e discarica
Gli impianti “minimi” nel servizio di gestione integrata dei rifiuti. Tutela dell’ambiente e promozione della concorrenza tra potere di direttiva dello Stato, pianificazione regionale e regolazione di ARERA
(nota a Cons. St., sez. II, 12 dicembre 2023, n. 10734)
di Saul MONZANI
Consiglio di Stato Sez. VI n. 4320 del 14 maggio 2024
Modificazioni genetiche.Compatibilità con il diritto UE delle norme sulla coltivazione del mais OGM.
Sono rimesse alla Corte di giustizia UE le seguenti questioni pregiudiziali ai sensi dell’art. 267 TFUE: “se gli artt. 26-ter e 26-quater della direttiva 2001/18/CE, come modificata dalla direttiva 2015/412/UE, siano conformi all’art. 34 del regolamento n. 1829/2003, all’art. 3 del TUE, agli artt. 2, 3, 26, 34, 35, e 36 del TFUE, agli artt. 16 e 52 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; in caso di risposta negativa al quesito che precede: se la decisione di esecuzione (UE) 2016/321 della Commissione, del 3 marzo 2016, adottata sulla base dell’art. 26-quater della direttiva 2001/18/CE, per effetto della accertata non conformità di tale articolo rispetto alle superiori norme del TUE e del TFUE., possa essere disapplicata dal giudice del rinvio o dichiarata inefficace
Consiglio di Stato Sez. III n. 3897 del 29 aprile 2024
Rifiuti.Responsabilità per la M.I.S.E.
La responsabilità per la M.I.S.E. si ricollega alla mera qualità di gestore del sito e prescinde da una prova della responsabilità di questi nel causare l’inquinamento, dato che si tratta non di una misura sanzionatoria, ma di una misura di prevenzione dei danni, imposta dal principio di precauzione e dal correlato principio dell’azione preventiva; essa quindi grava sul proprietario o detentore del sito da cui possano scaturire i danni all’ambiente solo perché egli è tale, senza necessità di accertarne il dolo o la colpa.
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