Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
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Il trattamento sanzionatorio in tema di terre e rocce da scavo alla luce delle innovazioni introdotte dal d.p.r. 120/2017 e dalla l. 68/2015: analisi dei primi orientamenti della magistratura inquirente.
di Davide CORBELLA
TAR Sicilia Sez.II n. 409 del 17 febbraio 2020
Urbanistica.Annullamento d’ufficio di un titolo edilizio illegittimo
Il mero decorso del tempo non consuma il potere di adozione dell’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio illegittimo, e che, in ogni caso, il termine ragionevole decorre dal momento della scoperta, da parte dell’amministrazione, dei fatti e delle circostanze posti a fondamento dell’atto di ritiro; non è possibile che si formi un legittimo affidamento sulla stabilità di un titolo edilizio illegittimo, ma favorevole al privato, (concessione in sanatoria), ove sia frutto di una non veritiera rappresentazione dei fatti da parte dello stesso privato; che l’onere motivazionale circa il prevalente interesse pubblico alla rimozione dell’atto è sufficientemente assolto attraverso l’indicazione della disciplina che rende insanabile l’opera in considerazione
Depuratori, by-pass, scolmatori e responsabilità per inquinamento ambientale
di Gianfranco AMENDOLA
TAR Lombardia (MI) Sez. II n. 444 del 5 marzo 2020
Urbanistica.Destinazione urbanistica aree acquisite in sede di convenzione
Le convenzioni urbanistiche rientrano nel novero degli accordi tra privati e amministrazione, ai sensi dell’articolo 11 della legge n. 241 del 1990. Pertanto, inserendosi nell’alveo dell’esercizio di un potere, le convenzioni ne mutuano le caratteristiche e la natura, salva l’applicazione dei principi civilistici in materia di obbligazione e contratti per aspetti non incompatibili con la generale disciplina pubblicistica. Di conseguenza, si tratta di un esercizio consensuale di un potere pianificatorio che sfocia in un progetto ed in una serie di disposizioni urbanistiche generanti obbligazioni ed oneri, rese pubbliche attraverso la trascrizione, che s’impongono anche agli aventi causa dal lottizzante in forza della loro provenienza e funzione sostitutiva . Ne consegue, inoltre, che le convenzioni urbanistiche, in ragione della possibile sopravvenienza di interessi pubblici, vanno sempre considerate rebus sic stantibus, fermo restando che il potere di variazione dello strumento generale richiede una adeguata motivazione sulla necessità di sacrificare le eventuali legittime aspettative maturate in capo ai privati. Va, quindi, affermata, sul piano generale, la possibilità del Comune di imprimere una diversa destinazione urbanistica alle aree acquisite in sede di convenzione; possibilità che vale, a fortiori, laddove decorra molto tempo dall’epoca di stipula della convenzione e il vincolo impresso perda di attualità ed interesse per la stessa Amministrazione comunale.
Cass. Sez. III n. 9348 del 9 marzo 2020 (UP 2 ott 2019)
Pres. Liberati Est. Macrì Ric. Pitanti
Rifiuti.Sfalci e potature
Gli « sfalci e potature”, che non costituiscono rifiuto, sono solo quelli derivanti da buone pratiche colturali o dalla manutenzione del verde pubblico, sempreché siano riutilizzati in agricoltura, silvicoltura o per la produzione di energia da biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione o a mezzo cessione a terzi e sempre che siano seguìte delle procedure che non danneggino l’ambiente o mettano in pericolo la salute umana. Dalla formulazione della norma si ricava quindi la regola di giudizio che “gli sfalci e potature” sono comunque dei rifiuti per i quali vale la deroga stabilita nell’art. 185 d.lgs. n. 152/2006, nei limiti in cui siano gestiti e riutilizzati a servizio dell’agricoltura, silvicoltura o produzione di energia non inquinante.
TAR Puglia (LE) Sez. I n. 257 del 27 febbraio 2020
Urbanistica.Interventi di pavimentazione esterna
Gli interventi di pavimentazione esterna, anche ove contenuti entro i limiti di permeabilità del fondo, sono realizzabili in regime di edilizia libera soltanto laddove presentino una entità minima, sia in termini assoluti, che in rapporto al contesto in cui si collocano e all'edificio cui accedono. Solo in presenza di queste condizioni tali opere possono infatti ritenersi realmente irrilevanti dal punto di vista urbanistico ed edilizio, e quindi sottratte al controllo operato dal Comune attraverso il titolo edilizio
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