Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Cass. Sez. III n. 28939 del 23 luglio 2021 (CC 7 mag 2021)
Pres. Rosi Est. Semeraro Ric. Franchetti
Beni ambientali.Nozione di opere civili
Considerato il contenuto dell’art. 149 lett. b) del d.lgs. 42/2004, sono opere civili, che pertanto impongono la previa autorizzazione, gli interventi che, pur avendo una finalità agro-silvo-pastorale, sono idonei a cagionare un'alterazione permanente del paesaggio, tutelato dalla legge come forma estetica dell'assetto territoriale, come «aspetto esteriore». Rientrano nella definizione di opere civili tutti quegli interventi che espongono a pericolo il sistema ambientale interessato nelle sue molteplici componenti estetiche e naturalistiche. La nozione di opera civile è dunque più ampia di quella di costruzione.
Corte di Gustizia (Quarta Sezione) 2 settembre 2021
«Inadempimento di uno Stato – Direttiva 91/271/CEE – Articoli 4, 5, 10 e 15 – Trattamento delle acque reflue urbane – Trattamento secondario o equivalente delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati di determinate dimensioni – Trattamento più spinto degli scarichi in aree sensibili – Articolo 4, paragrafo 3, TUE – Verifica dei dati comunicati dagli Stati membri – Obbligo di leale cooperazione»
Corte dei conti Sez.controllo enti delib. 22 luglio 2021 n.84
Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dei 23 enti parco nazionali (segnalazione avv. M. Balletta)
Consiglio di Stato, Sez. II n. 6152 del 1 settembre 2021
Ambiente in genere.Procedimento di valutazione ambientale strategica: ratio e caratteri
In caso di V.A.S. di rilievo locale, l’art. 7, commi 1 e 2, d.lgs. n. 152 del 2006 (Testo unico ambientale) ha fatto rinvio alle disposizioni di legge regionale o delle Province autonome, con l’unico limite, individuato dall’art. 3 quinquies del medesimo decreto) del divieto di introdurre un’arbitraria discriminazione e ingiustificati aggravi procedimentali. La nozione di “opzione zero” assume un’accezione diversa in materia di V.I.A., con riferimento alla quale è espressamente declinata dal legislatore nazionale (art. 22, comma 3, lett. d), del d.lgs. n. 152/2006) e di V.A.S., per la quale il contenuto dell’Allegato I alla Direttiva 2001/42/CE, laddove prevede (lettera b) che tra le indicazioni a corredo figuri la «evoluzione probabile [del contesto ambientale] senza l’attuazione del piano o del programma», è stato testualmente riprodotto nell’allegato VI alla Parte II del T.u.a., concernente i contenuti del rapporto ambientale di cui all’art. 13 del decreto. Trattandosi di atti di pianificazione territoriale di fatto l’ “opzione zero” è esclusa dalla scelta della loro adozione. La Direttiva 2001/42/CE prevede infatti che, una volta individuati gli opportuni indicatori ambientali, debbano essere valutate e previste sia la situazione attuale (scenario di riferimento), sia la situazione ambientale derivante dall’applicazione del Piano in fase di predisposizione, sia le «ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma» (art. 5, comma 1)
TAR Abruzzo (PE) Sez. I n. 363 del 15 luglio 2021
Rifiuti.Abbandono e colpa del proprietario dell'area
Il requisito della colpa postulato dall’art. 192 del d.Lgs. n. 152/2006, ben può consistere proprio nell'omissione del controllo che altri non operino abusivamente sul suolo di proprietà, dovendo il proprietario attivarsi affinché non avvenga un uso improprio del suo suolo e ponendo in essere ogni utile accorgimento e cautela che l'ordinaria diligenza gli suggerisce per realizzare un'efficace custodia e protezione dell'area, così impedendo che possano essere ivi indebitamente depositati rifiuti nocivi
Cass. Sez. III n. 28429 del 22 luglio 2021 (UP 21 apr 2021)
Pres. Andreazza Est. Reynaud Ric. Conti
Rifiuti.Natura permanente del reato di deposito incontrollato
La contravvenzione di deposito incontrollato di rifiuti, prevista dal D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, art. 256, comma 2 ha natura permanente, la cui antigiuridicità cessa con lo smaltimento, il recupero o l'eventuale sequestro. Correttamente, quindi, il giudice individua quale momento della cessazione della consumazione del reato la data di intervenuto sequestro preventivo dell'area.
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