Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Cass. Sez. III n. 5537 del 11 febbraio 2025 (CC 16 gen 2025)
Pres. Ramacci Rel. Mengoni Ric. Scotto
Urbanistica.Ambito di efficacia dell'ordine demolitorio
L'ordine di demolizione del manufatto abusivo, previsto dall'art. 31, comma nono, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, riguarda l'edificio nel suo complesso, comprensivo di eventuali aggiunte o modifiche successive all'esercizio dell'azione penale e/o alla condanna, atteso che l'obbligo di demolizione si configura come un dovere di "restitutio in integrum" dello stato dei luoghi e, come tale, non può non avere ad oggetto sia il manufatto abusivo originariamente contestato, sia le opere accessorie e complementari nonché le superfetazioni successive, sulle quali si riversa il carattere abusivo dell'originaria costruzione
Consiglio di Stato Sez. IV n. 461 del 22 gennaio 2025
Urbanistica.Impianti di distribuzione di carburanti
Gli impianti di distribuzione di carburanti, quali servizi a rete, sono diffusi in tutte le zone urbanistiche, salvo eccezioni espresse basate su particolari ragioni, pertanto, la destinazione a zona agricola di una determinata area del territorio comunale non osta all’installazione di un impianto di distribuzione di carburante, rientrando questo tra le opere catalogabili lato sensu come opere di urbanizzazione secondaria e infrastrutture complementari al servizio della circolazione stradale, mentre la destinazione agricola di una zona di piano ha di norma la finalità di evitare l’ulteriore espansione dell’edilizia residenziale e non preclude, quindi, l’esecuzione di opere che non determinino ulteriori insediamenti abitativi
Consiglio di Stato Sez. VII n. 711 del 29 gennaio 2025
Urbanistica.Revoca della demolizione e nuova valutazione dell’interesse pubblico al mantenimento di manufatti abusivi
In caso di impugnazione del provvedimento di revoca dell’ordinanza di demolizione di un’opera abusiva, devono ritenersi sussistenti la legittimazione ad agire e l’interesse a ricorrere in capo al privato che lamenti non già un potenziale pregiudizio discendente dalla vicinitas in quanto tale, ma effetti pregiudizievoli connessi al decremento del valore del proprio bene, in quanto contiguo all’insediamento abusivo, e all’inquinamento acustico derivante dal tipo di attività organizzate nel sito considerato. In tal caso la valutazione dell’interesse può essere svolta con maggiore ampiezza, tenuto conto dell’affidamento ingenerato dal provvedimento demolitorio.
Cass. Sez. III n. 6782 del 19 febbraio 2025 (UP 17 dic 2024)
Pres. Di Nicola Rel. Corbetta Ric. Scarano
Rifiuti.Abiti usati
In tema di tutela penale dell'ambiente, deve riconoscersi natura di rifiuti agli indumenti usati, abbandonati da chi ne abbia la detenzione, in quanto essi non possono essere ritenuti né sottoprodotti ex art. 182-bis d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, non derivando da un processo di produzione, né rifiuti che abbiano cessato di essere tali, postulando la cessazione l'esecuzione di operazioni di recupero debitamente autorizzate o, comunque, assoggettate a procedura semplificata ai sensi dell'art. 214 e segg. del citato d.lgs. n. 152 del 2006
Consiglio di Stato Sez. III n. 1111 del 11 febbraio 2025
Aria.Divieto di fumo all'aperto
La potestà regolamentare degli enti locali può spaziare, sebbene nei limiti dettati dalla legge, oltre le materie contemplate espressamente, in considerazione sia della loro caratterizzazione come enti a fini generali, sia del fatto che il potere regolamentare è espressione del potere di auto-organizzazione dell’ente e sia del carattere puramente esemplificativo delle materie indicate dall'art. 7 TUEL. Le disposizioni regolamentari in materia di qualità dell'aria (con riferimento al divieto di fumo all'aperto), siccome improntate all’obiettivo di riduzione dell’inquinamento di prossimità e, su questa via, del degrado ambientale, si fondano su un concetto evoluto di vivibilità e sicurezza urbana, di cui costituiscono elementi essenziali la salubrità dell’ambiente, la qualità dell’aria e la salute del cittadino.
Consiglio di Stato Sez. VI n. 536 del 24 gennaio 2025
Urbanistica.Ordinanza di demolizione e motivazione
Effettivamente, in linea di principio, deve ritenersi necessaria una precisa descrizione dei presupposti in fatto e in diritto ad una ordinanza di demolizione, e talvolta la ricostruzione di tali elementi può essere così complessa da rendere opportuna l’instaurazione di un contraddittorio. Per tale ragione non è corretto affermare, in via generale, che le garanzie procedimentali possono essere sempre omesse nei procedimenti finalizzati alla adozione di una ordinanza di demolizione di opere abusive. E’ vero, invece, che nella maggioranza dei casi dedotti in giudizio la situazione di fatto e di diritto è così chiara da consentire al giudice di affermare che l’amministrazione non avrebbe potuto pervenire a una diversa motivazione, ragione per cui l’annullamento dell’ordinanza di demolizione impugnata non può essere annullata, ai sensi dell’art. 21 octies della L. n. 241/90, per vizi connessi alla violazione di garanzie procedimentali.
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